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Coronavirus Vigevano / In un mese il crollo della quarta ondata

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COR Coronavirus ospedali ricoveri letti

In un mese i positivi sono dimezzati in Italia e diminuiti di due terzi in Lombardia.

Febbraio ha segnato l’inversione di tendenza della quarta ondata, con -57.6% dei casi attivi nella penisola e -68.2% a livello regionale (dati al 28-02),

un segno meno che è evidente anche analizzando la situazione negli ospedali, con i ricoveri che risultano in forte diminuzione. In terapia intensiva rispettivamente -54.9% e -61.4%, nei reparti covid -45.5% e -65.1%, dati che consentono di cogliere la diminuzione della pressione nei nosocomi, che infatti è all’8% e al 5% in area critica e al 17% e al 10% in area non critica: oggi in rianimazione ci sono poco più di 700 italiani e meno di cento lombardi (si è tornati in doppia cifra dopo tre mesi e mezzo).

CAMBIO DI PASSO Se si guarda il ritmo dei contagi a livello locale si vede la differenza tra gennaio e febbraio anche in ambito pavese. In Provincia i soggetti colpiti sono passati da una crescita del 78.2% a una del 10.6%, situazione che si ritrova anche nei singoli comuni: a Vigevano da +77.1% a +9.8%, a Mortara da +82.0% a 7.7%, a Garlasco da +96.9% a +10.8%, a Gambolò da +81.7% a +11.3%, nel capoluogo da +71.3% a +10.6%. Sempre nel contesto locale si coglie anche la decelerazione del tasso d’incremento dei decessi, da +5.6% a +3.5% ovvero da 150 a 99 in termini assoluti, cifra quest’ultima che porta il totale a 2925 persone morte con diagnosi di Sars-CoV-2, anche se nell’ultima settimana c’è stata una leggera accelerazione, con 21 vittime contro le 14 della scorsa settimana.

NEL 2021 Se il punto di vista si allarga, rispetto a dodici mesi fa ora ci sono più positivi in Italia (circa 1 milione contro 42mila), ma molti meno ricoverati (da 2289 a 714 in terapia intensiva), dati simili a quelli registrati in Lombardia. Nel mese di febbraio del 2021 le vittime furono 9100, in quello che si è appena concluso 8269, una cifra che presa fuori contesto può sembrare molto simile, ma se i primi pesavano per il 2.4% del totale dei contagiati in quelle quattro settimane, i secondi coprono lo 0.5%, un impatto cinque volte inferiore e che è da imputarsi sia all’efficacia della campagna vaccinale sia alla migliore gestione dell’epidemia, che consentono di guardare alla primavera e all’estate con ottimismo, tanto da prevedere la fine dello stato d’emergenza al termine di marzo.

Gds

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