E gli adulti? Basta scorrere l’elenco dei consigli che si danno ai giovani (o ai genitori per educare i figli) per comprendere che l’inconsapevolezza digitale non è confinata a un’età della vita, anzi se per bambini e adolescenti gli studi sono sempre più diffusi così come i progetti educativi, i decaloghi, i suggerimenti, il continente degli adulti è in gran parte inesplorato.
VUOTO Di fatto a livello mondiale non esistono studi scientifici sistematici sull’uso degli smartphone (e di tutti gli annessi e connessi social) per i “grandi”. Da una veloce consultazione delle banche dati di Nature e PubMed, la ricerca più recente sull’argomento è stata condotta in Francia e i risultati pubblicati nel marzo 2025 sono eloquenti: il 66.7% degli intervistati ha dimostrato un uso compulsivo dello smartphone, con un 36.7% che ha superato il punteggio di 8 nello “Smartphone Compulsion Test”, un 44.3% che ne ammette l’uso alla guida, un 43% a letto di notte, un 36% in bagno.

RESPONSABILI Quanto basta per immaginare che l’uso problematico sia rilevante tanto quanto per i più giovani, sia pure con delle differenze. Bambini e adolescenti sono ancora minorenni e quindi hanno meno risorse cognitive per essere consapevoli di tutti i rischi di un uso totalmente libero, ma è anche vero che le conseguenze nella maggior parte dei casi ricadono su loro stessi (a esclusione di cyberbullismo e altri comportamenti che si associano a profili di reato), mentre gli adulti possono danneggiare altri (si pensi all’uso alla guida o al modello educativo proposto ai propri figli).
MODELLI Soprattutto per chi è genitore è importante riflettere sul proprio comportamento digitale per capire quale modello si offre. Su cosa intervenire? Il manifesto di “Custodi digitali” (progetto a cura di Media educazione comunità, Università Bicocca e Società di pediatria Sicupp) è pensato per la fascia 1-3 anni e suggerisce di privilegiare il movimento perché sviluppa il cervello, di tener gli schermi spenti a tavola (smartphone compresi), di leggere ad alta voce ai propri bambini, di lasciare fuori dalla cameretta (e dalla camera da letto) tablet e tv. “Save the Children” ha realizzato la guida “Essere genitori nell’era digitale” che si rivolge ai genitori con figli nelle fasce 5-8 anni, 9-11 anni, 12-14 anni. Senza scendere nel dettaglio di ogni gruppo (la guida è reperibile online), i criteri chiave sono che «ciò che è illegale offline è illegale anche online», che la scelta su cosa consentire e cosa limitare dipende sia dall’età sia dalla personalità del bambino, muovendosi tra «controllo» e «autonomia» (il controllo deve esserci ed essere esplicito, ma in maniera crescente con l’età devono aumentare gli spazi liberi e assolutamente è da evitare la geolocalizzazione degli adolescenti), ma anche tra «fiducia» e «ascolto» (non giudicante).
Giuseppe Del Signore



