«Ho aspettato a lungo questo momento». Esordisce così Paolo Merlo, vigevanese reduce dalla Maratona di Tokio che, dopo la corsa giapponese, può fregiarsi di aver completato il giro delle principali maratone del mondo: «In questi anni mi sono sempre chiesto cosa avrei provato nel momento in cui avrei coronato il mio sogno di chiudere il giro delle Six Majors ed ora, che finalmente ci sono arrivato, sono talmente emozionato che non saprei da dove partire. Queste due medaglie chiudono un importante capitolo della mia vita di “Maratoneta” fatta di 20 Maratone. Queste meravigliose due medaglie appena conquistate a Tokio realizzano il mio sogno; chiudono il giro delle faboulus sixty. Le tantissime emozioni vissute nella terra del Sol Levante li custodirò nella bacheca dei ricordi più importanti della mia vita sportiva e non solo. Ora, come alla fine di ogni avventura, credo sia giusto fare un bilancio. Se mi guardo indietro, oltre alle medaglie, a qualche discreto risultato cronometrico, all’adrenalina della partenza, alla gioia del traguardo ed a tutti i viaggi fatti con famiglia ed amici, mi resta molto ma molto di più.
La maratona è uno sport meraviglioso che ti allena fisicamente, ma che, senza accorgertene, ti fa crescere soprattutto mentalmente. Credo di essere cresciuto come padre e l’importanza di essere un esempio per i miei figli. Insegnandogli che non c’è un’età giusta per sognare, ma che c’è un sogno giusto per ogni età e che, più grande è questo sogno, più dovrai “spaccarti la schiena” per raggiungerlo! Ho condiviso e realizzato il mio grazie alla mia splendida famiglia che mi ha sempre incoraggiato. Senza il loro apporto non ci sarei riuscito. Purtroppo al termine di ogni avventura c’è sempre, ed è inevitabile, anche un po’ di malinconia per la fine di un percorso».
Progetti nuovi? Per ora rimangono sospesi. «So solo che una volta tornato a casa, come al solito appenderò anche queste due medaglie insieme alle altre 19. Le guardarò in adorazione e dentro di me penserò: “Cara Maratona, ne abbiamo fatta di strada insieme!”. La dedica principale di queste due medaglie non può essere che per i miei figli Lori, Matteo, mia moglie Claudia e a tutti coloro che mi vogliono bene. Un doveroso ringraziamento va alla mia squadra di pallacanestro Vigevano 55 che mi ha concesso di gareggiare alla maratona di Tokio con la maglietta della squadra di basket della mia città».
La maratona di Tokio è una delle più ambite da parte dei runners di tutto il mondo. Sono stati 38.000 i partecipanti a fronte 300.000 richieste arrivate all’organizzazione. Per affrontare queste estenuanti corse è necessario allenare il proprio fisico alla fatica, ma anche alla solitudine dei quotidiani allenamenti. Quante albe e quanti campi coperti di brina ha vissuto Paolo Merlo nelle suggestive campagne della Buccella. E il vigevanese Merlo, ingegnere di professione e maratoneta per passione, tutti questi “sacrifici” li ha fatti per anni. Aveva un sogno. Dopo New York, Boston, Londra, Berlino, Chicago voleva finire con Tokio. Missione compiuta. Per realizzare il suo sogno è stato determinante avere accanto a sé dei compagni di viaggio insostituibili figli e moglie. È utile ricordare che Claudia Godio, moglie di Paolo Merlo, è stata un atleta a tutto tondo nella ginnastica ritmica. Ha fatto parte delle nazionali giovanili e maggiore ha disputato due mondiali: Atene e a Bruxelles dove ha vinto la medaglia d’argento (ndr). Provaci ancora caro Paolo. Non ti fermare.
Sergio Calabrese