La piscina comunale di Cilavegna non aprirà quest’anno, ma il sindaco Manuel Maggio ha assicurato che entro l’estate del 2025 riaprirà. «Quest’anno – dice il sindaco – non è stato possibile aprire la piscina, perché siamo riusciti a rientrare in possesso del bene solo alla fine del mese di giugno dopo un contenzioso legale, e abbiamo fatto un bando di affido di emergenza. Siamo riusciti a visitare la struttura con chi ha vinto il bando, ma la situazione presentava tempi lunghi di risoluzione e un esborso economico oneroso. Per questo la società ha rinunciato».
In questo momento stiamo lavorando per aprire l’anno prossimo. Il nostro obiettivo è quello di aprire come parco acquatico, attraverso anche un finanziamento che porterà alla sistemazione.
UN IMPIANTO STORICO Il sindaco di Cilavegna ha specificato l’intenzione di riaprire l’impianto come Parco Acquatico e non come semplice piscina, anche perché l’Acquapark di Cilavegna storicamente è sempre stato un impianto all’avanguardia, fin da quando aprì negli anni ‘80. All’epoca l’amministrazione di Cilavegna volle puntare non soltanto su un impianto che fosse sportivo, ma anche ricreativo, dotandolo fin dall’inizio di scivoli e diverse forme di svago alternative al classico tuffo. Negli anni si è arricchito di un ristorante, di aree divertimento, di bar e anche di molti altri spazi atti allo svago e al divertimento. Non è mancata l’animazione e anche gli spettacoli. Anche per questo nel corso del tempo ha cominciato ad attirare persone e visitatori dalle province vicine, in modo particolare Milano e Novara. Negli ultimi anni, però, l’interesse è andato a poco a poco spegnendosi ed è sempre stato più difficile aprire l’impianto. Già nel 2022 c’erano state difficoltà, ma quest’anno, anche per le mancate manutenzioni, non è stato possibile. Di fatto il 2024 è la prima estate che i bagnanti di Cilavegna, ma non solo perché molti venivano dai comuni vicini, non potranno usufruire della piscina di Cilavegna. «L’azienda – dice il sindaco – non ha voluto prendere in gestione la piscina, perché i lavori da fare erano tanti e, visto il periodo, metà dell’estate era già andata e non c’era la possibilità di rientrare delle spese con gli incassi».
Andrea Ballone