Sono passati 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Diciotto anni cinque gradi di giudizio (primo grado, appello cassazione, di nuovo appello e di nuovo cassazione), ma pochi giorni fa la procura di Pavia ha riaperto il caso nominando un nuovo indagato. Si tratta di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, per il cui omicidio esiste un colpevole condannato in via definitiva (l’ex fidanzato Stasi), il cui Dna sarebbe compatibile con quello rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Almeno secondo il genetista Ugo Ricci, che l’ha analizzato con una nuova tecnica statistica. In realtà non ha analizzato direttamente il dna, ma ha rielaborato i dati che si trovano agli atti, e che (anche secondo una conferma di un genetista tedesco) segnalerebbero la presenza di parti di dna di Sempio sotto le unghie di Chiara.
LA RIAPERTURA La nuova indagine è stata riaperta sulla base di alcune indagini difensive compiute dalla difesa di Alberto Stasi. Nel 2017 i suoi avvocati hanno recuperato una tazzina e una bottiglietta dalle quali aveva bevuto Sempio facendole analizzare. Il dna sarebbe risultato compatibile. Per questo hanno chiesto la riapertura. Di altro avviso erano i Pm, che hanno chiesto l’archiviazione.
Nel 2022 sul tavolo della procura di Pavia arriva una nuova perizia, che illustrerebbe come quel dna sia compatibile con quello sulla tazzina, sufficiente a riaprire le indagini.
IL PRELIEVO Andrea Sempio, 37enne commesso in un negozio di telefonia all’Iper di Montebello, viene di nuovo indagato. Giovedì scorso è stato disposto il prelievo del dna alla caserma dei carabinieri Montebello di Milano. Si attendono i risultati degli esami. Nel frattempo i pubblici ministeri stanno sentendo come persone informate dei fatti gli amici della compagnia di Sempio, tra i quali c’è proprio l’avvocato Angela Taccia, che con Massimo Lovati sta difendendo il ragazzo. Finora sono stati sentiti alcuni amici, ma anche il fratello di Chiara. Non sono ancora stati sentiti i difensori. Nel frattempo, si è mossa la macchina giudiziaria e gli avvocati di Stasi valutano istanza di revisione.
GLI ALTRI ELEMENTI Secondo l’accusa non c’è solo il dna ad accusare Sempio. Ci sarebbero anche tre telefonate arrivate a casa Poggi, la più lunga delle quali durata 21 secondi. Il ragazzo si è giustificato spiegando che cercava il fratello di Chiara, il telefonino suonava staccato in un caso e che i numeri fisso e mobile erano salvati sotto lo stesso nome. Per i pubblici ministeri Sempio era a conoscenza dell’assenza di Marco Poggi. L’altro punto attorno al quale ruota la vicenda è lo scontrino del parcheggio di Sempio. Il ragazzo dopo essere stato sentito dai carabinieri come persona informata dei fatti, confrontandosi con i genitori ha pensato che sarebbe stato meglio tenere lo scontrino del parcheggio di Vigevano del 13 agosto, giorno in cui Chiara è stata uccisa. Sempio quel giorno si è recato in piazza Ducale per andare in libreria, ma l’ha trovata chiusa. Qualche giorno dopo il primo interrogatorio il padre ha ritrovato lo scontrino e ha pensato fosse meglio tenerlo. Secondo i magistrati il suo cellulare quella mattina ha agganciato la cella di Garlasco, non di Vigevano. Ultimo elemento è il fumo sui capelli di Chiara. Le tracce di nicotina hanno fatto pensare ai giudici a un fumatore, ma Sempio non lo è mai stato. Lo era il papà di Chiara Giuseppe.
Andrea Ballone