E’ allarme rosso in Lomellina e non solo per la peste suina. Il nuovo focolaio in un allevamento di Tromello della società Pellegrina con 20 mila capi non fa altro che portare a ulteriori strette da parte di Regione Lombardia. Marco Farioli, dirigente dell’Unità operativa, ha provveduto a inviare una nota a tutti gli enti coinvolti, dalle Ats all’Istituto Zooprofilattico, al ministero della Salute, con l’intento di chiedere ulteriori provvedimenti per ridurre al minimo la diffusione del virus. Tra le richieste c’è quella di continuare a bloccare e vietare la movimentazione dei suini fino al 19 agosto e limitare l’accesso alle aziende suinicole solo a personale autorizzato.
INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE Ats Pavia intanto prosegue l’indagine epidemiologica per riuscire a risalire alla fonte di infezione: «Sono sei i focolai di Psa accertati ad oggi, in altrettanti allevamenti di suini in provincia di Pavia – fanno sapere dal dipartimento veterinario dell’Agenzia di Tutela della Salute – a Mortara, Gambolò, Torrevecchia Pia, Santa Cristina e Bissone, Marzano e Tromello. I tecnici di ATS Pavia continuano a lavorare in stretta sinergia con Regione Lombardia e gli allevatori delle strutture, che hanno immediatamente segnalato i casi di mortalità anomala al Dipartimento veterinario. L’indagine epidemiologica per risalire alla fonte di infezione è in fase di svolgimento e operazioni di spopolamento, le cui modalità operative sono state concordate con gli allevatori nel rispetto del benessere animale e della sicurezza degli operatori, sono attualmente in corso». La Peste Suina Africana non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina. L’uomo può però essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata, «per questo è fondamentale informarsi sui canali ufficiali – ribadiscono dagli uffici di Ats Pavia – come Ministero della Salute e Regione Lombardia». 33.980 il numero di suini coinvolti in questa crescita esponenziale di contagi avvenuta in allevamenti domestici.
L’EUROPA BOCCIA L’ITALIA La continua propagazione del virus, le recenti dimissioni di Vincenzo Caputo, commissario straordinario alla peste suina africana, che possono essere trovate in un report dell’Ue che ha criticato fortemente l’Italia in merito alla gestione della Psa. Proprio a inizio luglio la Commissione europea aveva mandato in Emilia Romagna e in Lombardia una missione che potesse esprimere una valutazione sulle misure adottate dall’Italia per prevenire la diffusione del virus. Il quadro evidenziato dal team EuVet ( Eu Veterinary Emercencu Team) si è rivelato alquanto critico: La strategia complessiva di controllo della malattia nel Nord Italia deve essere migliorata – si evince dalla relazione – ogni regione/provincia mette in atto le proprie misure con un coordinamento minimo con i suoi vicini. Il supporto finanziario insufficiente e i problemi tecnici hanno ritardato la costruzione di recinzioni. L’epidemia sembra avanzare più velocemente delle misure di recinzione.
PREOCCUPAZIONE Italia bocciata nella gestione della Psa, con il virus che continua a diffondersi, tra le preoccupazioni e le polemiche delle associazioni di categoria: «La situazione è nera – evidenzia Paola Fugagnoli, direttrice di Cia Pavia – attendiamo le disposizioni dalla Regione ma fino al 19 agosto persisterà il blocco totale della movimentazione per gli allevamenti suinicoli. Non riusciamo a capire cosa abbia causato questi focolai nel corso degli ultimi giorni, visto che per quasi un anno negli allevamenti domestici non era stato riscontrato nessun caso di positività al virus». L’associazione Slow Food Italia ha fatto leva sulla «gestione fallimentare dell’emergenza costa cara a tutti. – spiega l’associazione in un comunicato – Il contagio si diffonde e si abbattono decine di migliaia di animali. Rinchiuderli nei capannoni non serve, anzi: la diffusione nei grandi allevamenti piemontesi e lombardi dimostra il contrario
LE CRITICHE DEL PD Il Partito Democratico critica e accusa di ritardi Regione Lombardia: « Se fosse intervenuta subito, quando il primo focolaio di peste suina africana era a Ovada, a gennaio 2022, non saremmo in questa situazione, con migliaia di capi contagiati e morti o abbattuti – dichiarano Roberta Vallacchi e Simone Marchesi, consigliera regionale e segretario provinciale del Pd – quando la Regione ha iniziato a muoversi nel giugno 2023, dopo che c’erano stati i primi casi nel pavese, era già troppo tardi. Comunque da quel momento si doveva correre, fare il più presto possibile, ma si è perso dell’altro tempo prezioso. Tant’è che il bando fatto per finanziare la biosicurezza per tutte le aziende, non solo quelle del pavese, è di gennaio di quest’anno e andrà a termine alla fine del 2024. Quindi, è arrivato in completo ritardo e adesso siamo in emergenza e serve fare il prima possibile».
Edoardo Varese