“Il Caffè delle Donne”: una bevanda che regala chance di lavoro ed emancipazione. Il progetto decisamente innovativo e solidale nasce dalla Torveca Caffè di Vigevano con Kore Centro Antiviolenza.

RINASCERE Alla conferenza stampa di presentazione del medesimo Marcello Visconti responsabile Torveca, Marco Bonacina responsabile dell’area marketing e comunicazione Torveca, Nicla Spezzati presidente della cooperativa Kore e Barbara Milan che della Kore è direttore. Il progetto mette in evidenza tre tematiche decisamente importanti: la violenza economica, l’empowerment femminile e il sostegno reciproco. Come si attua? «Per ogni pacchetto di caffè venduto, un euro, sarà devoluto a “Kore” – ha detto Bonacina – non solo: ci mettiamo a disposizione offrendo corsi di formazione come barista, addetta alla caffetteria, al latte art e all’acquisizione di competenze tecniche e gestionali per lavorare nel settore, promuovendo anche le pari opportunità in un ambito lavorativo che è stato quasi sempre di prevalenza maschile». La figura della barista è molto richiesta, in zona, ma e non solo: approdare al corso è sicuramente una chance determinante.
Sì, perché, se uscire dalla violenza domestica è difficile lo diventa ancora di più quando gli artigli della dipendenza, si fondono con l’impossibilità di muoversi poiché non si possiede indipendenza economica, di movimento, di azione, nei gesti e nella mente.
DIPENDENZA Il corso è gratuito: chi volesse aiutare Kore può acquistare il caffè nello shop che si trova in ditta in via Ippolito Nievo al civico 25 a Vigevano o sul proprio shop online o nei punti vendita dove già oggi è possibile acquistare questo cento per cento arabica di origine brasiliana, in confezioni da 250 grammi in grani o già macinata. «Questo progetto mette in luce uno dei fattori che blocca la donna nella situazione nella quale si trova: essere dipendente dal maltrattante oltre ad aumentare il malessere che prova, può farle conoscere situazioni che riteneva impensabili – ha detto Spezzati – ritrovarsi con debiti che il maltrattante ha accumulato, ad esempio. Se la forza dell’empowerment attecchisce, la donna che aveva perso fiducia in se stessa lentamente ma con costanza si affranca, crede nelle sue risorse che usa creare il suo futuro». È la svolta. Al Centro Antiviolenza Kore nel 2024 sono state 240 le richieste di aiuto, dal 1 gennaio al 31 giugno «sono state 147 coloro che hanno sostenuto il colloquio e seguite dallo staff del centro – ha sottolineato Milan – constatiamo che aumentano le donne straniere che si rivolgono al Cav, senza dimenticare le italiane. Uno sguardo particolare va rivolto al sommerso a chi non ha il coraggio di chiedere aiuto: noi vediamo coloro che ce l’hanno fatta a telefonare e prendere appuntamento, non dimentichiamo chi vive quotidianamente un incubo».
Isabella Giardini