Due repliche, un unico messaggio. È quello che i ragazzi del Clan del Gruppo Scout Agesci Vigevano 1 hanno deciso di portare in scena con lo spettacolo “Tra due mondi”, in programma sabato 12 aprile all’Auditorium San Dionigi con doppio appuntamento alle 20 e alle 21.30.
Una veglia teatrale di circa 60 minuti che promette di non lasciare indifferenti. Sul palco non attori professionisti, ma giovani tra i 17 e i 20 anni, che hanno scelto di mettersi in gioco per raccontare un percorso di crescita, riflessione e impegno. Il tema affrontato è tra i più urgenti e delicati del nostro tempo: l’immigrazione, con uno sguardo ampio, critico, umano. La struttura dello spettacolo è originale e coinvolgente: si parte dalla presentazione del percorso di “capitolo” – uno strumento educativo fondamentale nel metodo scout – per poi attraversare diversi momenti, tutti intrecciati da una narrazione viva, empatica e coraggiosa. C’è spazio per il racconto in prima persona di storie di violenza, ma anche per un dialogo acceso tra punti di vista opposti, per la rappresentazione poetica di esperienze di viaggio attraverso la tecnica delle ombre cinesi, e per la condivisione dei pensieri e delle immagini raccolti durante un’esperienza significativa a Trieste. A rendere il tutto ancora più vibrante, inserti musicali e momenti di movimento scenico.
Non vogliamo schierarci politicamente con l’una o l’altra forza – spiegano i ragazzi – ma semplicemente e con decisione portare avanti un pensiero alla cui base ci sono i valori Scout che ci contraddistinguono.
E proprio lo spirito del “capitolo” – che nello scoutismo significa scegliere, giudicare, agire – è ciò che ha guidato i giovani protagonisti in questi mesi: non un’indagine teorica, ma un impegno concreto, un’esposizione sincera, una presa di posizione responsabile. In tempi in cui la semplificazione e il pregiudizio sembrano dominare il dibattito pubblico, i ragazzi del Clan scelgono invece la via della complessità e dell’ascolto. Lo fanno con gli strumenti del teatro, della narrazione e della testimonianza, restituendo al pubblico una visione lucida e appassionata, che interroga e smuove.
Davide Zardo