Infiltrazioni d’acqua, vandalismi, affitti sempre più alti, cancelli e citofoni rotti, telefonate e mail alle quali nessuno dà risposta. Uno spaccato dello stato di conservazione dei casermoni di edilizia residenziale raccontato, quasi urlato, dalla stessa voce di chi lì ci vive.
I DISAGI La parola se la sono presa quasi a forza, gli abitanti delle case popolari presenti alla tavola rotonda “Abitare a Vigevano” tenutasi all’auditorium San Dionigi lo scorso sabato e organizzata dall’associazione Osservatorio Vigevano: d’altra parte, era di loro che si parlava, delle loro abitazioni, delle difficoltà ad avere una manutenzione continua a fronte di affitti sempre più onerosi. Dall’altro lato della scrivania sindacati, l’amministrazione comunale, professionisti del settore: assente Aler Pavia, ente che gestisce l’edilizia popolare in provincia e additata da molti residenti come distante e difficile da contattare per disagi e disservizi costanti e reali. «Cosa ci interessa dei milanesi che vengono a vivere qui – ha tuonato un uomo intervenuto a un certo punto interrompendo il dibattito fra i relatori – gli affitti sono sempre più alti e le case sono uno schifo». Un signore residente in via Gramsci racconta di avere un bagno che sta crollando: «Aler ha mandato un muratore che ha messo solo un po’ di silicone, adesso ho acqua pure in salotto ed è un anno che aspettiamo un intervento». Un uomo che vive in via Raffaello segnala la situazione di una donna con una figlia con disabilità, che non riesce a ottenere il cambio di alloggio nonostante le condizioni della ragazza, e i prezzi alti dei servizi, nonostante il giardinaggio e la pulizia sia eseguita dagli abitanti. E poi c’è la difficile convivenza tra etnie e tra generazioni:
Da un paio di anni ci sono dei ragazzini di 14-15 anni che terrorizzano le famiglie – racconta una donna – la notte scappano e rubano biciclette, incendiano i garage, rompono i muri.
I RELATORI Di risposte concrete ai loro problemi, durante il dibattito, ce ne erano poche (tanto che molti hanno abbandonato la sala dopo lo “sfogo”). Ma difficilmente poteva essere altrimenti: dai relatori sono comunque arrivate denunce e spunti interessanti: «A Vigevano siamo dentro una cornice sgangherata, Aler Pavia ha il bilancio peggiore della regione e comunque privilegia il capoluogo» segnala Pierluigi Albetti, del sindacato Sunia, mentre Dario Homok, dell’Uniat, rivela come il «20% degli alloggi siano sfitti perchè la regione non mette i fondi per la ristrutturazione». Marzia Segù, vicesindaco della città di Vigevano ha promesso di farsi portavoce con Aler e ha rivendicato le politiche dell’amministrazione: «Siamo in fase di redazione del Pgt e una parte sarà dedicata all’edilizia pubblica e privata. Con Vigevano Inc la prima cosa fatta è stata la riapertura del Circolab (il centro di aggregazione del quartiere Pietrasana, ndr) e speriamo di portare gente in quel quartiere». E sul vivere in luoghi con scarsa manutenzione e senza servizi accettabili, Giuseppe Scarfone di Fimaa Pavia (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) segnala una situazione quasi paradossale: «Vedendo gli affitti alti che pagano gli inquilini delle case popolari, ad alcuni converrebbe di più pagare un mutuo fisso e comprere una casa più adeguata».
Alessio Facciolo