Vigevano, ordinaria follia al Pronto Soccorso

Un sabato pomeriggio di ordinaria follia al Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Vigevano. Erano circa le 15 del 18 ottobre quando un 35enne di origine marocchina, residente in città e in evidente stato di ebbrezza, è arrivato in ambulanza lamentando dolori a un braccio già ingessato per un precedente incidente.

Pronto soccorso Vigevano
Il pronto soccorso di Vigevano.

Una condizione clinica reputata non grave dagli operatori, che hanno detto al giovane di sedersi in sala d’attesa e aspettare il suo turno per la visita. È a quel punto che gli animi si sono scaldati: l’uomo, alterato dall’alcol, ha afferrato un bidone della spazzatura e ha sfondato la vetrata dell’accettazione, per protestare contro un’attesa a suo dire troppo lunga. Solo la prontezza di uno degli operatori del pronto soccorso ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. Il 35enne, arrestato nelle ore successive dai carabinieri, è stato denunciato a piede libero. L’aggressione, tra l’altro, era stata preceduta da un altro episodio critico, nella giornata di venerdì e sempre con protagonista un ubriaco; successivamente, nella notte di lunedì, due senza fissa dimora si sono azzuffati nei locali del ps, alzando ulteriormente la tensione.

Non è la prima volta che il pronto soccorso fa da sfondo ad atti di violenza contro medici e infermieri. Solo nel 2023 erano state tre le aggressioni, due invece l’anno scorso.

I NUMERI I dati diffusi in luglio dalla Società italiana di Medicina d’emergenza-urgenza (Simeu) fotografano una realtà sull’orlo del collasso. Nei pronto soccorso italiani mancano almeno 3.500 medici, pari al 38% del fabbisogno complessivo, dove solo il 62% dei posti è coperto da personale del Ssn, mentre il resto è affidato a cooperative, liberi professionisti e specializzandi. Nonostante queste soluzioni “tampone”, il 17% dei turni resta scoperto, con carichi di lavoro insostenibili e turnazioni spesso al limite della sicurezza. Le carenze più gravi si registrano nei Dea di I livello e nei pronto soccorso periferici, dove manca più di un medico su due. Una situazione che, secondo la Simeu, non solo mina la tenuta del sistema di emergenza, ma accresce anche il rischio di tensioni e aggressioni, in reparti sovraffollati e sotto pressione continua. Senza una riforma strutturale e investimenti mirati su organici e sicurezza, avvertono gli esperti, la sanità d’urgenza rischia il collasso, lasciando sempre più soli i professionisti. E l’ultimo episodio di violenza avvenuto a Vigevano si inserisce in questo quadro sempre più critico.

PARLA ASST «Un atto gravissimo di violenza», secondo la direzione di Asst Pavia , che precisa: «Nella volontà di prevenire in modo sempre più efficace questi episodi intollerabili, da novembre, il servizio di vigilanza armata, già presente per il periodo notturno (dalle ore 20 alle ore 8) presso i due presidi di Vigevano e Voghera, sarà esteso per 24 ore, sette giorni su sette». Questa misura, aggiungono dai vertici di Asst, si integra a quelle già messe in campo, con un protocollo sottoscritto nel 2024, che prevede l’istituzione di un posto di polizia nei due presidi di Voghera e Vigevano. Ci sono poi misure di sicurezza già messe in atto per garantire la sicurezza degli operatori, come il pulsante antipanico fisso; braccialetti anti aggressione; apparecchio telefonico dedicato per la chiamata alle forze dell’ordine; impianto video a circuito chiuso; addestramento, con cadenza annuale, del personale.

Rossana Zorzato (ha collaborato Ms)

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