Cgil, Cisl e Uil scrivono ad Ats di Pavia e Prefettura per chiedere che vengano fatti più tamponi, anche agli asintomatici, e per segnalare la scarsità di dispositivi di protezione individuale all’interno delle case di riposo della Provincia. In attesa che la Procura di Pavia approfondisca eventuali responsabilità delle rsa e degli organismi che gestiscono l’emergenza, i tre sindacati hanno firmato una lettera congiunta in cui rinnovano la preoccupazione per i lavoratori delle strutture socio sanitarie. «Ancor oggi – scrivono – non sono garantite le condizioni di piena sicurezza per operatori e ospiti».
LE RICHIESTE In particolare sono quattro gli aspetti su cui sarebbe necessario intervenire:
- «la grave carenza di idonei Dpi che le strutture non riescono a reperire in quanto troppo spesso i fornitori, per ragioni di approvvigionamento, non possono consegnare nei quantitativi necessari»
- «la carenza di personale dovuta a numerose assenze per malattia/infortunio»
- «le tempistiche e il modesto numero di tamponi, che vengono effettuati solo in presenza di sintomi, escludendo di fatto l’auspicabile screening su tutto il personale e sugli ospiti asintomatici»
- «i numerosi decessi tra gli ospiti che a breve potrebbero generare gravi criticità occupazionali»
I firmatari del testo sono i segretari generali Debora Roversi (Cgil Pavia), Elena Maga (Cisl Pavia Lodi) e Carlo Barbieri (Uil Pavia), insieme ai referenti sindacali delle sezioni che si occupano direttamente dell’ambito della salute.
CON I SINDACI Le tre sigle settimana scorsa hanno anche incontrato i rappresentanti dei sindaci pavesi, riuniti nella Conferenza dei sindaci di Ats, presieduta da Antonio Riviezzi, primo cittadino di Broni, e in questa sede hanno potuto constatare come anche gli amministratori abbiano un quadro limitato della situazione.
Ci hanno riferito – spiegano dai sindacati – che sono a conoscenza solo dei dati relativi alle loro città, che sono sei. Ad altre informazioni non hanno accesso».
Gds