Gli Autogol: come sono nati gli imitatori calcistici più famosi del web, soprattutto considerando che avete un percorso di studi completamente slegato da You Tube e dal calcio?
«È passato un sacco di tempo dal 2007, da quando Facebook era ancora agli inizi e YouTube non era considerato nemmeno come un social. Avevamo dato il via a un gruppo comico con i quali organizzavamo spettacoli a Pavia, Borgo Ticino, Chiavica e Cava Manara. Siamo ancora legati a questi territori. Da Cava Michele Pini, ex sindaco e appassionato del mondo del teatro, ci scrive spesso per congratularsi con noi. All’inizio, quando caricavamo i primi video, ha collaborato con noi, ci ha fornito consigli preziosi su come montare i video, preparare sceneggiature e tutto il resto. La nostra più grande passione, però, era il calcio. Per questo, nel 2008 abbiamo iniziato a condurre una trasmissione comico sportiva a Radio Ticino Pavia, con protagoniste le parodie e le imitazioni dei calciatori e degli allenatori più famosi e conosciuti. All’inizio era tutto un gioco, una scomessa ma alla lunga, grazie a impegno e sacrifici YouTube è diventato a tutti gli effetti il nostro lavoro. Spesso pensiamo di aver percorso parecchia strada, ma ciò non significa che vogliamo fermarci, anzi».

Sono trascorsi molti anni dai primi video che avete pubblicato in rete, ma quando è stato il momento esatto in cui vi siete detti che avreste potuto avere successo?
«Precisiamo che il nostro successo è stato molto graduale, è arrivato passo per passo, senza fretta. Noi abbiamo iniziato su YouTube, i primi commenti positivi ci hanno fatto accorgere che le cose stavano andando bene, e che avremmo potuto intraprendere questa strada ma lo spartiacque fu quando nel 2014 ci contattò Radio 105. Da lì in poi da un semplice divertimento è diventato il nostro lavoro che ci ha permesso di dedicare sempre più tempo e attenzione ai contenuti. In quel momento ci siamo resi conto di essere riusciti a trasformare una nostra passione nel nostro lavoro e quando si fa il lavoro che piace, non si lavora nemmeno un giorno della propria vita. Comunque il nostro è stato un successo costruito nel tempo: per questo il nostro consiglio per chi intende intraprendere la nostra strada è non arrendersi e credere nei propri sogni. Se si coltiva un sogno, che può essere quello di lavorare su YouTube, bisogna portarlo avanti senza paura. In questi anni a livello comunicativo è cambiato il mondo, ci sono tante piattaforme che quando abbiamo iniziato noi non esistevano proprio.
Ci siamo dovuti adattare per rimanere al passo coi tempi, per chi inizia ora può essere sicuramente più difficile, ma al contempo stimolante, anche perché esistono molti più strumenti a disposizione.
Il vostro lavoro vi ha consentito di conoscere praticamente tutti i personaggi più famosi nel mondo del calcio. Fatta questa premessa, avete mai trovato qualcuno che si è sentito offeso dalle vostre parodie? Invece qualcuno vi ha dato recensioni positive?
«Praticamente quasi nessun calciatore si è offeso. È capitato che a volte qualcuno abbia avuto da ridire dato che forse si è toccata una sfera un po’ più professionale. Ma è assolutamente una percentuale minima rispetto a chi si è complimentato. Dobbiamo dire che il rapporto è ottimo con tutti, anche con chi non ha preso bene certe parodie poi ci siamo incontrati e abbiamo chiarito facendogli notare che si tratta di semplice satira e che non abbiamo nessuna intenzione di ferire o offendere nessuno. Come detto prima il nostro lavoro comprende anche questo. Comunque un personaggio con cui abbiamo legato molto è Javier Zanetti, abbiamo fatto un bel contenuto insieme a lui nel 2019 e subito dopo ci ha invitato a casa sua in occasione del compleanno di suo figlio. Tra un discorso e l’altro abbiamo chiesto allo storico capitano nerazzurro di giocare a calcio insieme a noi. Ha accettato con entusiasmo, gli si sono illuminati gli occhi ed era contento come un bambino. È un momento che ricordiamo con grande gioia ed emozione anche ora a distanza di anni. Poi abbiamo portato nel nostro canale altri personaggi illustri, tra cui Del Piero, Quagliarella, il Papu Gomez, Andrea Belotti, Allegri e il suo corto muso, Conte e tanti altri ancora. Con molti di loro siamo legati, le imitazioni delle conferenze di Allegri e Conte poi sono state praticamente fin da subito dei successoni».

Ecco, tanti giocatori famosi che lo sono diventati ancora di più con le vostre imitazioni legate al fantacalcio. Anzi i vostri consigli, come l’Sos Marotta: che ricordi avete a riguardo?
«È un’idea folle ma anche divertente: non sapevamo come avrebbe reagito Marotta. Ci abbiamo provato come facciamo sempre, senza troppi giri di parole. Quando ci ha dato la sua disponibilità non riuscivamo a crederci. Non è facile coinvolgere un personaggio del suo peso nei nostri video e siamo felici che abbia accettato, anche perchè è un dirigente che ha dimostrato spesso e volentieri di saperci fare con gli affari: non è un caso che prima abbia riportato grande la Juventus e subito dopo abbia fatto la stessa cosa con l’Inter. Il fantacalcio, l’asta con gli amici, rappresenta un momento di socializzazione per gli appassionati e siamo contenti che per milioni di fantallenatori i nostri video e i nostri consigli rappresentino un punto di riferimento e di ispirazione».
Le vostre parodie sulle mancate partecipazioni della nostra nazionale ai mondiali stanno diventanto frequenti, se non altro perché il nostro calcio è in difficoltà: quale può essere la ricetta per guarire e uscire dal tunnel?
«Non ci possiamo considerare esperti di calcio, ma è chiaro a tutti che il movimento è in crisi. Facciamo fatica a trovare e valorizzare talenti, vogliamo in generale vincere tutto e subito senza sapere aspettare. Quello che sta mancando è un po’ questo, il coraggio di credere e di investire nei giovani in ogni livello, dal calcio dilettantistico a quello professionistico. Molte altre nazionali, Spagna su tutte, lo stanno facendo da tempo e i risultati si vedono. Dobbiamo imparare a guardare avanti e che i giocatori capiscano l’importanza di rappresentare milioni e milioni di persone. Andare a giocare per la propria nazionale deve essere un onore, non un passatempo. Ecco bisogna avere fiducia di iniziare un nuovo percorso. A questo proposito il nostro sogno sarebbe stato vedere nuovamente Mancini come commissario tecnico, ha dimostrato di sapersi fare apprezzare umanamente dai giocatori e professionalmente. Però anche Gattuso è una persona straordinaria, è un allenatore con carattere e da campione del mondo, riteniamo che possa riuscire a trasmettere ai giocatori l’importanza di indossare la maglia della loro Nazionale».
Parlando di futuro, in conclusione, avete progetti particolari? Continuerete a fare parodie o avete anche altro in mente?
«Abbiamo iniziato a aprire le nostre porte a altri mondi oltre al calcio. Una volta al mese creiamo un contenuto che non è calcistico per un pubblico più generalista. Gli ultimi che sono andati fortissimo sono l’imitazione di Mammucari e Sanremo. Quindi sì, la voglia di andare oltre al calcio c’è, ma lo vediamo come un processo graduale perché a noi piace il calcio e ci piace parlarne in maniera ironica e differente. Quando si vogliono fare cambiamenti, non bisogna mai avere fretta. Comunque sarà sempre importante avere un riscontro positivo con il nostro pubblico, ovvero con i nostri primi datori di lavoro che non smetteremo mai di rigraziare per sostenerci guardando, commentando e condividendo tutti i nostri contenuti».
Edoardo Varese



