Una donna di scienza e di impresa, non solo una “moglie di”, ma a sua volta una figura di primissimo piano nel campo della chimica italiana dei primi del Novecento. È la storia di una “scienziata da riscoprire” quella della lomellina Maria Sacchi Casale: ricercatrice, imprenditrice, partner nella vita e sul lavoro del chimico vigevanese Luigi Casale al fianco del quale contribuì a importanti scoperte e all’impegnativa conduzione dell’azienda di famiglia.
IN FAMIGLIA Nata a Pieve del Cairo nel 1889, già assistente presso il laboratorio di chimica generale dell’Università di Torino nel 1915, Sacchi Casale fu sicuramente una pioniera nel suo campo, all’epoca non particolarmente aperto al genere femminile. «In occasione della Giornata internazionale della donna, è importante ricordare figure femminili che hanno lasciato un segno nella storia, spesso senza ottenere il giusto riconoscimento – racconta Emanuele Gallotti, professore in pensione che con la donna può vantare anche un legame di parentela – sposando Luigi Casale, Maria infatti si imparentò indirettamente con Rosa, detta Gina, Casale, nonna paterna di mia moglie Anna Legnani e cugina di Luigi». La “genealogia” però per Gallotti è un plus, un dettaglio secondario rispetto alla grande storia di Sacchi Casale:
Lei fu tra le prime donne a laurearsi in chimica all’Università di Torino nei primi del Novecento. La sua vita e il suo lavoro sono spesso associati a quelli del marito, Luigi Casale, ma il suo ruolo nella ricerca e nell’industria chimica fu tutt’altro che secondario. Maria non fu solo la compagna di vita di Casale, ma una sua attiva collaboratrice, contribuendo agli studi scientifici e, alla morte del marito nel 1927, assumendo la guida dell’azienda da lui fondata.
MANAGER In un’epoca in cui le donne raramente ricoprivano ruoli di vertice nel mondo industriale, Maria Sacchi Casale dimostrò straordinarie capacità manageriali. Sotto la sua direzione, l’azienda mantenne una posizione di rilievo nel settore chimico e ottenne brevetti internazionali, consolidando l’eredità scientifica di Luigi Casale. «Nonostante questi successi, il suo nome è rimasto nell’ombra, spesso oscurato da quello del marito – è purtroppo la constatazione di Gallotti – il figlio Renato Casale, in occasione di una commemorazione del padre, volle sottolineare l’importanza della madre, affermando: “Mio padre è stato un grand’uomo, ma mia madre non gli è stata da meno”». Anche perché, oltre all’impegno scientifico e imprenditoriale, Maria Sacchi Casale fu attiva anche nell’ambito educativo. Nel 1930, per onorare la memoria del marito, istituì una donazione annuale all’allora Scuola Commerciale di Vigevano, oggi Istituto Luigi Casale. Questo contributo, mantenuto fino alla sua morte, si trasformò successivamente in una borsa di studio per gli studenti più meritevoli: e ancora oggi, il legame tra Sacchi Casale e l’istituto è vivo grazie al “Premio Casale”, istituito nel 2001 per premiare ex alunni distintisi in ambito professionale.
MEMORIA Ancora oggi, la scienza sembra un settore dove le donne faticano ad avanzare: secondo dati Istat nel 2023 in Italia la percentuale di donne tra i 25 e i 34 anni con una laurea Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) è stata meno della metà di quella riscontrata tra gli uomini (16,8% tra le ragazze e 37% tra i ragazzi). Proprio per questo, una figura come quella di Sacchi Casale può divenire di esempio e ispirazione: «Nel contesto della Giornata internazionale della donna, ricordare Maria Sacchi Casale significa rendere omaggio a una scienziata e imprenditrice che ha saputo imporsi in un mondo dominato dagli uomini – è la conclusione di Gallotti – la sua figura rappresenta un esempio di competenza, determinazione e generosità, valori che ancora oggi possono ispirare le nuove generazioni di donne che scelgono la strada della scienza e dell’imprenditoria».
Alessio Facciolo