Caramuel, uomo del suo tempo: «ingegno dei maggiori, forse troppo»

Il 7 settembre 1682 muore Juan Caramuel Lobkowitz, vescovo di Vigevano dal 1673. Vi arriva il 19 novembre, come scrive in una lettera a Dionigi Mantilla, definendola «pulchra civitas», nonostante le ingiurie militari subite in tempo di pace e di guerra. Uomo del suo tempo, immerso in tutte le vicende religiose, politiche, militari e scientifiche, dotato di enciclopedica cultura e viva curiosità, e come lo definì Fabio Chigi (Alessandro VII):

Ingegno veramente dei maggiori che io conosca, forse troppo, perché è incompatibile con la porzione di giustizia e di prudenza che io desidero.

La sua origine tedesca, la nascita e l’educazione spagnola, i trent’anni vissuti in Italia, l’attività di scrittore e divulgatore delle sue opere, le corrispondenze, fanno del Caramuel il rappresentante non solo della filosofia e della scienza del Seicento, ma persino di un’idea di comunità intellettuale europea.

IL VESCOVO GENIALE Ebbe intuizioni geniali nella matematica con l’impostazione della musica binaria e nella musica con l’applicazione dei logaritmi. A Vigevano restaura il vescovado, amplia l’ingresso, il cortile e le porte, ma è soprattutto nella nuova sistemazione della piazza che esprime le sue teorie architettoniche, con la nuova geniale facciata che racchiude il “cortile d’onore”. Recentemente la Diocesi di Vigevano ha compiuto un restauro nel palazzo vescovile, coinvolgendo anche l’archivio storico che ora si trova in via Rocca Vecchia, nella bellissima cappella del Seminario, dedicata al Sacro Cuore.

FONDO CARAMUEL Nel locale della direzione è posto il “Fondo Caramuel”, uno dei più cospicui esistenti al mondo, composto da opere a stampa, volumi manoscritti e carte. Sessanta sono i tomi a stampa, molti realizzati nella tipografia da lui fondata a Vigevano; 20 i volumi manoscritti, di recente catalogati dalla paleografa Elisa Bianchi, con un finanziamento del Ministero dei Beni culturali; le carte sono riunite in circa mille fascicoli, per un totale di 27.000. Risulta chiaramente la natura eclettica del vescovo architetto, artista, filosofo, matematico e linguista, che compose anche grammatiche in lingua ebraica, elamitica e greca, e dizionari, uno per tutti quello in lingua cinese. Le sue carte costituiscono un viaggio entusiasmante, seppur complesso, le sue opere sono un labirinto. Imposta il lavoro con tempi amplissimi costruendo schemi che venivano colmati solo in decine di anni; il suo ideale era la promozione di tutto lo scibile umano, la divulgazione pedagogica delle discipline, formando una rete circolare per giungere infine a metodi semplici di esposizione, rendendo l’apprendimento il più razionale ed efficiente possibile, nella perenne ricerca di un linguaggio universale.

I CONVEGNI I convegni tenuti a Vigevano nel 1982 e nel 2006, e quello più recente dal titolo “Caramuel astronomo”, hanno portato numerosi studiosi provenienti da tutto il mondo a studiare le sue carte; sono aumentati gli scritti sul suo sapere enciclopedico, sui rapporti con alcune personalità tra le più interessanti del suo tempo e sulle sue dottrine che molto pesarono sulla sua carriera ecclesiastica. Come persone che vivono pienamente il proprio tempo, vogliamo servire al meglio e con amore la nostra città, la nostra gente, mettendo a frutto e restituendo, possibilmente rivalutata, l’eredità che abbiamo ricevuto.

Emilia Mangiarotti, consulente e curatrice dell’Archivio storico diocesano

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