Caritas, Bilancio sociale 2021: soffrono Vigevano e vicariato di Cava Manara

Sono state 4323 le persone in difficoltà accolte dalla Caritas diocesana nell’arco del 2021. Se si considera che in molti casi dietro ognuna c’era una famiglia, è facile immaginare la mole di soggetti che hanno potuto contare sul sostegno di questo organismo pastorale,

che si articola in 15 Centri d’ascolto e 9 strutture di accoglienza animate da 149 volontari e 9 giovani impegnati nel servizio civile.

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un momento della presentazione del bilancio sociale 2021

ARCIPELAGO CARITA’ Come si comprende dalla lettura del bilancio sociale 2021, si tratta di una realtà complessa, di cui non è facile avere piena contezza. L’attività è articolata in tre settori “Promozione” ovvero Caritas, Umana e “Mondialità ed Emergenza”. Il primo comprende l’ossatura (il centro diocesano, quelli delle Unità pastorali, dei vicariati e delle parrocchie, l’Osservatorio delle povertà, l’Equipe territoriale per l’accompagnamento dei Cda, i laboratori), il secondo intercetta soprattutto il disagio sociale (aree Carcere, Famiglia e giovani, Dipendenze, e servizi accoglienza, dalla Grave marginalità a donne e famiglie fragili, da persone con disagio psichico a persone con dipendenza) e a questo afferiscono le diverse “Case” diocesane, il terzo riguarda tutto ciò che ha carattere di eccezionalità (emergenza profughi, alimentare, sanitaria).

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il vescovo Gervasoni durante la presentazione del bilancio sociale 2021

MURA AMICHE Come spiega il bilancio «Caritas gestisce diverse strutture per accogliere giornalmente le persone fragili» a cui dedicare «un servizio di ascolto accompagnamento dedicato». «Gli interventi – si legge – vanno dalla risposta ai bisogni concreti (casa, cibo, vestiario, cure mediche), all’attività di orientamento e accompagnamento ai servizi del territorio, passando dal sostegno attivo all’inserimento sociale (attività educative, formative ed informative, corsi di lingua, borse lavoro, consulenze legali e lavorative) fino a interventi sanitari e riabilitativi (cure mediche, infermieristiche e psicologiche)». Nel 2021 hanno interessato 615 persone, il 15% delle quali con minori a carico, un dato che si ritiene «sottostimato se consideriamo tutto il mondo dell’accoglienza diffusa sul territorio». “Casa Josef” si occupa di prima e seconda accoglienza di uomini maggiorenni e ha seguito rispettivamente 17 e 7 persone che necessitavano di un percorso di reinserimento sociale, mentre altre 2 sono state ospiti di “Casa Abramo” (terzo livello) e 7 di “Casa Carità”, che guarda ai nuclei familiari. Sono stati invece 201 gli utenti del “Drop-in Arca”, che «nasce con lo scopo di accompagnare e sostenere le persone in situazioni di marginalità, a rischio grave di cronicità» e si propone di offrire «momenti di respiro dalla strada» ad adulti italiani e stranieri, con o senza fissa dimora. “Casa di Booz” diversamente è pensata per «donne sole o con minori che vivono una situazione di bisogno sociale, economico e/o abitativo» (21 assistite), così come l’housing presso i Casoni di Sant’Albino è rivolto ai detenuti e alle loro famiglie (14) e “Casa Jona” è una struttura residenziale psichiatrica per trattamenti terapeutico riabilitativi a carattere estensivo, accredita con l’Ats di Pavia e che ha accolto 27 persone, di cui 2 “a residenzialità leggera”. Della tossicodipendenza si occupa infine “Casa Miriam”, 27 soggetti per un totale di 14 famiglie con minori.

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un momento della presentazione del bilancio sociale 2021

INTERCETTARE Ci sono poi le diverse “Aree”, che hanno il compito di incontrare il disagio prima che questo si manifesti bussando alle porte dei Cda. Quella “Carcere” nel 2021 ha promosso 4 progetti dedicati alla dimensione rieducativa e riabilitativa della detenzione (285 destinatari diretti più 243 indiretti), quella “Famiglia e dintorni” ne ha sviluppati altrettanti volti all’integrazione scolastico-educativa per minori e ragazzi stranieri (31 soggetti, 22 famiglie, 10 scuole), a limitare l’impatto dei lockdown per il coronavirus (1540), a conciliare tempi di vita e di lavoro per nuclei familiari in difficoltà (101 persone, 48 famiglie), ad alleviare la sofferenza mentale (6), quella “Dipendenze” si è divisa tra l’attività dell’unità mobile “On the road”, che ha intercettato 492 soggetti (contatti spot, cui si aggiungono 47 protetti e 94 mediati), e di prevenzione. Infine le “Emergenze”, dai profughi (2 famiglie accolte da altrettante comunità per sei mesi, 2 persone arrivate con corridoio umanitario) all’alimentazione, con 6392 pacchi alimentari e 81 assistiti tra la mensa dei Frati e “Insieme a mensa”, cui si aggiungono 207 interventi caritativi (bollette, affitti, medicinali, ecc) e 261 buoni spesa, per un totale di quasi 29mila euro, per concludere con la sanità e i 270 destinatari del “Fondo Vigevano solidale” (cui si sommano 6 imprese) voluto da mons. Gervasoni, vescovo di Vigevano, per rispondere alla crisi Covid-19.

Giuseppe Del Signore

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