Si è celebrato a Roma dal 21 al 23 febbraio scorsi il Giubileo dei diaconi. Sono arrivati a Roma oltre 6mila diaconi; quasi 4mila dall’Italia, 1.300 dagli Stati Uniti, 656 dalla Francia, 350 dalla Spagna, 230 dal Brasile, 160 dalla Germania, 150 dal Messico. Gruppi numerosi, poi, sono arrivati anche dalla Polonia, dalla Colombia, dal Regno Unito, Canada ed erano presenti anche rappresentanze da Camerun, Nigeria, India, Indonesia e Australia. In percentuale, se si calcolano circa 47.000 i diaconi nel mondo, circa il 15% è stato presente all’evento.
GRANDE PARTECIPAZIONE Vista l’importanza del numero, l’accoglienza, dopo la conferma della registrazione negli affollatissimi uffici amministrativi, ci ha visti ripartiti, venerdì 21, in ben dodici chiese di Roma dove, si è svolto un primo momento di preghiera con la recita comune dell’Ora media. A seguire le catechesi, tenute da dodici vescovi sul tema “Segni concreti di speranza nel ministero diaconale”, tenute per lingua di appartenenza (italiano, spagnolo, portoghese, polacco, francese, inglese), seguite poi dalla condivisione di esperienze. Sabato 22 è stato possibile per i partecipanti compiere il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro. In contemporanea, all’Auditorium Conciliazione, si è svolto l’incontro internazionale “Diaconi in una Chiesa sinodale e missionaria: per essere testimoni di Speranza”, curato dal Dicastero per il Clero che ha visto la partecipazione di oltre 1400 persone. Infine si è svolta una veglia di preghiera nell’Aula Paolo VI, con il rinnovo comunitario delle promesse diaconali.
NUOVE LEVE Domenica mattina, a chiusura di queste tre intensissime giornate del nostro Giubileo di diaconi, mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, ha presieduto la messa nella Basilica Vaticana, rendendoci partecipi dell’omelia preparata dal Santo Padre per questa celebrazione e ordinando 23 nuovi diaconi provenienti da diverse parti del mondo: due dal Brasile, sei dalla Colombia, uno dalla Francia, tre dall’Italia, tre dal Messico, due dalla Polonia, tre dalla Spagna, tre dagli Stati Uniti.
SPRONE Inutile sottolineare a questo punto la grande rilevanza dell’evento per la Chiesa, soprattutto dopo l’invito che il Dicastero per il clero ha ricevuto dal Papa nell’ultima plenaria, cioè di «rilanciare, rivitalizzare, spronare le Chiese particolari alla valorizzazione del ministero del diacono», un ministero antico nella Chiesa, ma ancora giovane, essendo stato reintrodotto con il Concilio Vaticano II. La riflessione parte proprio dal fatto che il ministero del diaconato è un ministero essenziale, fondamentale per la vita della Chiesa e della sua missione, soprattutto oggi, in questo cambiamento d’epoca che coinvolge un po’ tutti, quello del diaconato è un ministero che va curato «camminando insieme, proponendo percorsi e processi di discernimento sia per la formazione iniziale sia per quella permanente», è un ministero «che merita di essere approfondito», «incoraggiato», «sostenuto». Ed è con questa consapevolezza che, io penso, siano tornati alle loro realtà ecclesiali tutti coloro che vi hanno partecipato.
Vincenzo Sonzogno