Sacerdoti, la chiave è la collaborazione

Giovedì 9 gennaio, presso Casamadre a Mortara, si è svolto l’incontro dei sacerdoti della Diocesi di Vigevano. Al centro della giornata c’è stata la riflessione proposta da don Ivano Valagussa, sacerdote dell’Arcidiocesi di Milano, sul tema della collaborazione nel ministero. Questo è un argomento fondamentale, che richiama la sinodalità come un cammino condiviso verso il Regno di Dio e come una dimensione essenziale della Chiesa.

OLTRE LA DIFFIDENZA Rappresenta un rinnovamento sia spirituale sia strutturale, con l’obiettivo di rendere la Chiesa più partecipativa e missionaria. Tuttavia, la collaborazione presenta delle sfide. Don Valagussa ha sottolineato che essa non dovrebbe essere guidata solo da esigenze organizzative, ma deve basarsi su fede e fiducia reciproca. Per lavorare insieme è fondamentale costruire relazioni autentiche e superare l’isolamento e la diffidenza che spesso si manifestano nel presbiterio. Tra i principali ostacoli ci sono la solitudine, che alimenta un ministero individualistico e privo di relazioni fraterne, e la competizione, che ostacola la corresponsabilità e genera divisioni.

A questo si aggiungono le differenze generazionali e le diverse sensibilità che, se non accolte, rischiano di intensificarsi.

APERTURA La stanchezza personale, insieme alla mancanza di un progetto comune, compromette ulteriormente lo spirito sinodale. Inoltre, la difficoltà a delegare, ascoltare e dialogare apertamente, così come l’incapacità di valorizzare le diversità, ostacolano la possibilità di una vera collaborazione. Nonostante queste sfide, ci sono segni di speranza che indicano la strada verso una autentica fraternità sacerdotale. Incontri frequenti e una condivisione sincera rafforzano il legame tra i sacerdoti e con il vescovo, mentre un impegno comune per la missione apostolica li unisce nel servizio. La capacità di accogliere le diversità, valorizzare i talenti di ciascuno e coinvolgere i laici nella vita pastorale arricchisce ulteriormente la comunità. Prendersi cura gli uni degli altri nei momenti difficili e accettare correzioni fraterne sono segni di una Chiesa viva e autentica. Per rafforzare queste relazioni e promuovere la collaborazione, è necessario intraprendere un percorso spirituale. La purificazione richiede l’umiltà di riconoscere i propri limiti, lasciando da parte atteggiamenti autoreferenziali e competitivi. L’ascolto della Parola di Dio, fonte di luce e guida, aiuta a interpretare la realtà con fede e a orientare le decisioni pastorali.

COMUNIONE E SERVIZIO Infine il discernimento comunitario consente di cogliere la volontà di Dio e tradurla in scelte condivise e responsabili, capaci di rispondere alle sfide contemporanee. Servire insieme non è solo una metodologia, ma uno stile di vita. Don Valagussa ha concluso invitando i sacerdoti a vivere il ministero come esperienza di comunione e servizio, affidandosi allo Spirito per costruire relazioni autentiche e solidali. Solo superando diffidenze e fragilità la Chiesa potrà camminare con Cristo e con tutta l’umanità verso il Regno di Dio.

don Carlo Cattaneo

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