Viaggio in Parrocchia / Carbonara, la storia della chiesa di san Giovanni evangelista 

Nel cuore di Carbonara al Ticino sorge la chiesa parrocchiale di San Giovanni evangelista, un gioiello architettonico che racconta secoli di storia e devozione.

ORIGINI ANTICHE L’edificio attuale risale al 1753, ma le sue origini affondano nel tempo, con alcune fonti che suggeriscono una fondazione nel XV secolo. All’interno della chiesa una cappella è dedicata a sant’Aldo eremita, copatrono della parrocchia. La facciata della chiesa è adornata da una statua di san Giovanni apostolo evangelista, sormontata dall’immagine di Dio padre eterno, mentre l’interno è arricchito da affreschi e decorazioni che testimoniano la ricca tradizione artistica locale. La chiesa non è solo luogo di culto, ma anche custode della memoria storica di Carbonara al Ticino, e riflette la profonda spiritualità e l’arte che caratterizzano questa comunità, profondamene legata a sant’Aldo.

SANT’ALDO Qui una statua, che raffigura il santo in atteggiamento dormiente, è custodita insieme ad alcune sue reliquie in un’urna venerata dai fedeli. Di origini longobarde, come suggerisce il suo nome che significa “vecchio” o “saggio”, Aldo visse tra l’VIII e il IX secolo e scelse un’esistenza lontana dal clamore del mondo, dedicandosi all’umile mestiere di carbonaio. Ma la sua anima cercava qualcosa di più profondo: il contatto intimo con il Creatore. Abbracciando la regola dei monaci irlandesi portata in Italia da san Colombano, Aldo si ritirò come eremita, forse inizialmente nei pressi di Bobbio, dove sorgeva l’abbazia fondata dal santo nel 614, e successivamente a Carbonara, che prendeva nome dal carbone ricavato dalla grande presenza di alberi.

UN’OFFERTA A DIO I monaci combinavano la vita solitaria della preghiera con il lavoro manuale, vivendo in piccole celle isolate ma condividendo momenti di comunità e laboriosità. Aldo incarnò perfettamente questo stile di vita, trasformando il suo lavoro di carbonaio in un’offerta quotidiana a Dio. Dopo la sua morte, la venerazione per sant’Aldo crebbe, e le sue spoglie furono custodite con devozione. Inizialmente sepolto nella chiesa di San Colombano Maggiore a Pavia, il suo corpo fu successivamente traslato nella maestosa Basilica di San Michele Maggiore. Tuttavia nel 1937 il parroco di Carbonara, don Matteo Autassi, riuscì a far traslare in paese alcune reliquie del santo, che vennero posizionate su petto, mani e piedi della statua lignea realizzata appositamente da uno scultore della Val Gardena, Giacomo Obletter.

LA DEVOZIONE Sebbene il suo nome non compaia nel Martirologio Romano, la memoria di sant’Aldo è viva nell’agiografia redatta dai Bollandisti nel XVII secolo e nel Martirologio dell’Ordine Benedettino. La sua festa si celebra il 10 gennaio, giorno in cui i cuori dei devoti si uniscono in preghiera, ispirati dalla vita semplice e devota di questo umile carbonaio divenuto santo. La storia di sant’Aldo ricorda che la santità può fiorire in ogni angolo della vita quotidiana, trasformando le azioni più umili in atti di amore divino.

Davide Zardo

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