Coronavirus Pavia, a ottobre contagi +70.7%

A ottobre i contagiati in provincia di Pavia sono cresciuti del 70.7%, quasi dieci volte di più rispetto a settembre (+8.4%). E mentre l’area pavese per ora sembra meno colpita di buona parte della Lombardia, dove i contagiati sono aumentati dell’83.4%, con un incremento settimanale che segna +24.7% a fronte del +32.7% regionale e del +73% di Varese o del +58% di Monza, tanto da accogliere pazienti che non trovano collocazione negli ospedali di Milano e dell’Hinterland, c’è un dato che suona come un campanello d’allarme:

i morti continuano ad aumentare e sono 20 in una sola settimana, più di quelli registrati nel resto del mese e più di quelli rilevati durante tutto settembre. L’incremento è dell’1.5% su base settimanale, del 2.6% su base mensile.

Cifre che sembrano indicare scostamenti minimi rispetto agli altri indicatori presi in considerazione, ma i decessi sono l’ultimo dei fattori dell’equazione a mettersi in moto e anche quello caratterizzato dalla maggiore inerzia perché il Covid-19 è una malattia che ha dimostrato di protrarsi a lungo nel tempo, tanto che in Provincia come nel resto d’Italia è in costante ascesa, da 11 settimane a livello nazionale, quasi tre mesi. Ad oggi i deceduti pavesi ufficiali sono 1374, ma il computo non comprende né chi è morto senza una diagnosi né le morti causate indirettamente dalla crisi degli ospedali, che non offrivano più assistenza per altre patologie; l’eccesso di mortalità del 2020 consente di stimare la morte di circa 3000 persone. Nella prima ondata a spingere in alto il numero delle vittime è stata anche la saturazione delle strutture sanitarie, come cambierà questo dato quando sarà raggiunto il picco dei ricoveri ospedalieri della seconda?

SUL TERRITORIO Guardando ai contagi, ottobre è stato più negativo a Pavia, Vigevano e Mortara rispetto alla media provinciale,

con un incremento rispettivamente del 114.2%, 78.6% e 80.9% (in questo caso con una forte spinta impressa dal focolaio delle suore pianzoline presso il centro sociale “Padre Pianzola”) che porta la prevalenza a 20.4, 18.0 e 23.3 casi ogni mille abitanti, per un totale di 1493, 1143 e 360 soggetti colpiti dall’inizio dell’epidemia.

Anche a Garlasco i numeri sono stati sostenuti, +31.5% e incidenza a 19.4 per 188 contagi. Nell’ultima settimana in particolare il Sars-CoV-2 ha morso nel capoluogo (+30.1%), nella città ducale (+30.0%), a Voghera (+18.6%), a Certosa (+23.6%), a Stradella (+21.8%), a Broni (+20.6%), in Lomellina preoccupa anche il ritorno a Zeme, dove si rilevano 2 positivi (+5.3% e prevalenza a 40.2), e Cava Manara, dove sono stati 37 (+21.9% e 30.5).

LOMBARDIA Una situazione critica, ma che ancora non ha raggiunto i livelli di guardia che si ritrovano su scala regionale, con una crescita dei positivi che è stata dell’805.2% in ottobre, a settembre era +30.3%, dei morti del 3.4%, era +0.53%, e che ha visto un andamento esponenziale anche per i ricoveri:

in terapia intensiva si è passati da 34 a 435 pazienti, +1052.9%, negli altri reparti da 306 a 4406, +1218.0%, un’ascesa che non ha paragoni né in chiave diacronica, a settembre in Lombardia +54.6% e +56.9%, ad agosto +214.3% e +31.8%, né in chiave sincronica, perché in Italia si rilevano +558.2% e +489.6%.

Gli unici valori in controtendenza sono quelli settimanali, che segnano una frenata dei nuovi positivi (+87.6% contro +104.3% dei sette giorni precedenti) e delle nuove degenze, in rianimazione (+79.8% rispetto a +114.2%) e ordinarie (+79.2% a fronte di +116.5%), in linea con quanto accade nel resto del Paese da due settimane. Questo potrebbe essere il segno che la combinazione da una parte dei primi provvedimenti di Governo e Regione e dall’altra del timore di ammalarsi dei cittadini, che ha suggerito a molti comportamenti più prudenti, sta iniziando a produrre dei risultati nel rallentare la corsa del coronavirus, anche se occorrerà un’altra settimana per valutare l’impatto dello stop a sport, eventi culturali e ricreativi nonché della chiusura alle 18 per i ristoratori.

Vigevano coronavirus coprifuoco via Roma

ITALIA Nella penisola i positivi a ottobre sono cresciuti del 585.5% (+96.6% a settembre), i morti del 7.6% (+1.2%), nel primo caso un valore simile non ha riscontro dopo la fine del lockdown, nel secondo occorre tornare a maggio per trovare numeri peggiori (+18.6%). Non è confortante neppure l’analisi dei tamponi, il rapporto tra i casi trovati e i test effettuati è passato dallo 0.6% di luglio, all’1.8% di settembre, per arrivare all’8% attuale (14.2% nella scorsa settimana), situazione analoga a quella che si trova in Lombardia, transitata dallo 0.9% in piena estate, all’1.3% settembrino, al 10.7% odierno (19.1% su sette giorni), questo nonostante il numero di esami sia cresciuto rispettivamente del 40.4% e del 39.6%.

Giuseppe Del Signore

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