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«La casa è un diritto di tutti, ma per molti sta diventando un privilegio». Un tema che sta a cuore alla Caritas diocesana, in prima linea per essere di supporto a chi una casa non ce l’ha. Sebbene nel territorio i numeri dei senza fissa dimora siano stabili rispetto agli scorsi anni, sono invece in crescita le difficoltà dei cosiddetti “working poor”.
BISOGNI «Il tema dell’abitare si suddivide almeno in due sottopunti – spiega don Moreno Locatelli, direttore della Caritas di Vigevano – ovvero chi la casa non ce l’ha e chi invece ce l’ha e non riesce a pagare mutui, bollette e spese varie e, di conseguenza, rischia di perderla». Situazioni delicate a cui Caritas non volta le spalle, ma fornisce un aiuto e assistenza concreti.
Noi di Caritas stiamo facendo la nostra parte soprattutto per quanto riguarda la fascia della grave marginalità – continua don Locatelli – ovvero tutti coloro che sono considerati senza fissa dimora o tutte quelle situazioni che non sono più nelle condizioni di poter andare avanti a vivere in una casa perché non sanno come mantenere le spese.
TERRITORIO Il tema dell’abitare è stato messo al centro dell’azione pastorale dal vescovo di Vigevano, monsignor Maurizio Gervasoni, tanto che, spiega don Locatelli, «ha chiesto a Caritas, così come alla pastorale sociale del lavoro, di provare a fare un progetto importante sul nostro territorio. Si tratta quindi di investire su un percorso di informazione, formazione e sensibilizzazione per tutti i sindaci, che non significa spiegare ai primi cittadini cosa devono fare, ma quantomeno risvegliare la consapevolezza di un territorio che ha una discreta richiesta di case e soprattutto ha tante abitazioni vuote e sfitte da poter investire in un aiuto concreto».
ACCOGLIENZA In attesa degli sviluppi di questa iniziativa, sono tante le soluzioni di housing proposte da Caritas per le situazioni di più grande disagio: «Oggi ci sono anche tutta una serie di forme di housing che rispondono ai tanti bisogni presenti sul territorio – racconta il direttore della Caritas diocesana – ovvero tutto quelle forme di accoglienza dedicate alle diverse sfaccettature del tema “abitare”». Tra queste anche un’iniziativa per favorire la cosiddetta “semi autonomia” dove «è stata aperta una struttura con quattro appartamenti in housing, la cui idea è quella di pensare a un affitto con prezzo calmierato», aggiunge don Locatelli. «Da ricordare, anche tre appartamenti in “housing first” ovvero il sollievo dalla strada, casa di Booz dedicata a mamme con bambini, così come strutture e iniziative dedicate alla salute mentale e al “dopo di noi”».
Rossana Zorzato