Caos prescrizioni mediche

La rivoluzione delle prescrizioni mediche inaugura il 2025. Entrato in vigore lo scorso 30 dicembre, il decreto del 26 novembre 2024 aggiorna dopo ventotto anni il nomenclatore delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e, rispettivamente, dopo venticinque anni, quello dell’assistenza protesica. Tradotto dal linguaggio burocratico, sono cambiati i nomi di tute le prescrizioni e gli esami per le ricette: se da un lato il passaggio è volto a ridurre le spese statali, aggiornare e semplificare la vita di medici e pazienti, dall’altro la partenza è stata in salita, tanto che il Tar del Lazio ha inizialmente sospeso, sospensione poi revocata, il provvedimento licenziato a fine anno.

CAMBIAMENTO Nonostante i buoni propositi di uniformare quello che è il panorama sanitario italiano, l’ingranaggio nel nuovo sistema non sembra trovare tutti d’accordo, medici in prima linea. «Per tutti noi i primi giorni di applicazione del nuovo nomenclatore sono stati molto complessi – spiega Alessandro Rubino, medico di famiglia e vicesegretario Fimmg Pavia – perché i gestionali hanno dovuto “correre” per aggiornare i codici contestualmente a quelli del nuovo nomenclatore. Non a caso, non tutti i codici sono stati aggiornati perfettamente e, di conseguenza, alcune ricette non riescono a essere dematerializzate». Disguidi che non tralasciano anche chi ha un’esenzione. «Non tutte le esenzioni funzionano – continua Rubino – quindi ci troviamo di fronte a un nuovo sistema velocemente applicato, ma in realtà ancora in fase di applicazione».

È bene che ci sia stata una revisione di prestazioni ferme da anni, così come dei costi, ma è necessario uniformare le prescrizioni non solo a livello provinciale e regionale, ma a livello nazionale.

PROBLEMI Un vortice di novità che ha, suo malgrado, coinvolto professionisti sanitari e pazienti in una vera e propria “ondata di caos”, soprattutto per quanto riguarda il nome di alcuni esami. «Si spera che col passare del tempo si vada a regime – conclude Luca Bellazzi, medico di famiglia – Per noi è cambiato relativamente poco, ma abbiamo dovuto dare la caccia a un po’ di esami che erano nascosti sotto altre dizioni. Tra queste la vecchia “Rx piede”, ora “Rx (calcagno) (comprese dita)”, l’ex “Rx anca” ora “Rx dell’anca” e la vecchia risonanza magnetica nucleare abbreviata in precedenza in “Rmn” e ora “Rm”».

IL DECRETO Rispetto al “Decreto Tariffe” del giugno 2023, da gennaio sono state aggiornate ben 1.113 tariffe associate alle prestazioni di specialistica ambulatoriale e protesica sulle 3.171 che compongono il nomenclatore ovvero il 35% del totale. Secondo il Ministero della salute «l’adozione del nuovo nomenclatore avrà un impatto di 147.3 milioni di euro per la finanza pubblica che si tradurrà in rimborsi più congrui riconosciuti a tutti gli operatori, pubblici e privati». Una delibera che ha visto l’adeguamento delle tariffe sulla base di una metodologia che ha considerato sia i valori tariffari attualmente vigenti nelle ventuno regioni, sia il costo pieno delle prestazioni nelle strutture pubbliche e private su tutto il territorio nazionale.

Rossana Zorzato

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