«Cara Unione europea, sei una eppure abbracci 27 Paesi, con 450 milioni di abitanti, che hanno scelto di mettersi insieme per formare l’Unione che sei diventata. Che meraviglia». Comincia pressappoco così la “lettera aperta” all’Unione europea firmata dal card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, e da mons. Mariano Crociata, presidente della Comece (Commissione degli episcopati dell’Ue), in occasione della Giornata dell’Europa 2024, che si è celebrata il 9 maggio a ricordo della Dichiarazione Schuman che in quella data del 1950 diede avvio al processo di integrazione europea.
PREOCCUPAZIONE «Ti scriviamo – prosegue la lettera – con un sentimento di affetto e preoccupazione, ma anche con la speranza di un futuro migliore. Ci rivolgiamo a te con familiarità, poiché sei stata la nostra casa comune, l’emblema di un’Europa unita nella diversità. Siamo cresciuti con te, con i tuoi valori di pace, collaborazione e solidarietà. Negli ultimi anni – prosegue – abbiamo assistito a sfide senza precedenti, come la pandemia da Covid-19, che ha dimostrato quanto sia fondamentale l’unità per affrontare le crisi globali».
SERVE RINNOVARE E dopo la premessa, un invito: «È tempo di rinnovare il nostro impegno verso di te, di rafforzare ciò che rappresenti e ciò che sei – aggiungono i due prelati – Riflettiamo sui tuoi inizi, nati dalle macerie della Seconda guerra mondiale, quando visionari come Schuman, Adenauer e De Gasperi sognarono un’Europa di pace e prosperità. Grazie a loro e ad altri, sei diventata una realtà, un’Unione di popoli liberi e sovrani. I Trattati di Roma, la moneta unica, l’allargamento: sono stati passi importanti verso un futuro comune.»
Ma non possiamo accontentarci del passato – si legge in seguito – È tempo di guardare avanti, di affrontare le sfide del presente con coraggio e determinazione. Le riforme istituzionali sono necessarie, ma non sufficienti. Serve un’anima, un senso di comunità condivisa che ci guidi attraverso le tempeste che ci attendono.
Un’occhiata poi all’attualità. «La recente escalation dei conflitti, come in Ucraina e in Medio Oriente – viene sottolineato in una lettera – ci ricorda l’importanza di preservare la pace e la stabilità. Dobbiamo riprendere in mano il progetto dei padri fondatori e costruire nuovi patti di pace, affinché la guerra diventi un ricordo lontano. Ma la tua responsabilità – aggiunge la missiva rivolgendosi all’Ue come se fosse una persona – non si limita ai confini europei. Devi svolgere un ruolo attivo nel mondo, promuovendo la pace, la giustizia e i diritti umani. Il tema dei migranti è un esempio lampante: non possiamo chiudere gli occhi di fronte alle loro sofferenze, ma dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni umane e sostenibili».
UN’OPPORTUNITA’ Secondo il card. Zuppi e mons. Crociata «le prossime elezioni europee sono un’opportunità per rilanciare il nostro impegno verso di te. Non possiamo permettere che le paure e le divisioni ci dividano, ma dobbiamo mostrare unità e solidarietà nel costruire un futuro migliore per tutti. Infine, non possiamo dimenticare i valori che ci definiscono, la nostra eredità comune di dignità umana e solidarietà. L’Europa non è solo un progetto politico ed economico, ma un’idea che ci unisce nella diversità, faro di speranza per un mondo migliore».
Massimo Sala