Dopo una lunga attesa è finalmente arrivata l’estate, e con essa anche il bisogno di alcuni momenti di pausa. L’Araldo questa e la prossima settimana vi proporrà alcune mete a “chilometro zero” o quasi per scoprire destinazioni insolite dietro l’angolo. In questo numero vi porterà sull’altra sponda del Ticino, a Morimondo, e poi un po’ più a nord lungo il corso del “fiume azzurro”, in provincia di Varese, e un po’ più a sud, dove la sua corsa termina e inizia l’Oltrepò.
MORIMONDO Esiste un Borgo nel sud-ovest milanese in cui il tempo si è fermato, Morimondo. Meta di cicloturisti che percorrono i tanti sentieri disponibili, un’oasi verde nel cuore di una delle aree più industrializzate d’Italia. Questo piccolo paese, che conta solo 999 abitanti, deve il suo nome all’abbazia francese di Morimond a cui è affiliata. Fu fondato in epoca medievale, nel 1135, per mano di dodici monaci cistercensi provenienti proprio da Morimond, in Borgogna. Proprio per questi motivi non si può non visitare l’abbazia di Morimondo, un antico monastero cistercense.
L’ABBAZIA In cui entrare per trascorrere alcune ore immersi nella bellezza architettonica e in un paesaggio che richiama il medioevo lombardo. Per approfondire la storia del monastero e del territorio circostante è possibile visitare il Museo dell’Abbazia, ospitato all’interno del complesso. Tra i numerosi reperti archeologici, sculture, affreschi e paramenti sacri, si ripercorrono le vicende che hanno segnato Morimondo nel corso dei secoli. Passeggiando per i chiostri e poi per le vie del paese, dove è possibile assaporare i piatti tipici della cucina lombarda, si può ammirare il paesaggio del Ticino, col terreno che dolcemente scende verso il fiume tra cascine, orti, coltivazioni, riso, allevamenti.
Dimenticandosi per un attimo di essere in mezzo alla pianura padana, perché intorno non si vedono condomini, mostri architettonici o cemento.
PAESAGGIO Proprio il paesaggio non è scindibile dall’abbazia, che vi è inserita con naturalezza. Ci sono ancora fontanili, marcite, risaie, ovunque campi e boschetti, dai pioppi agli ontani. Per raggiungere Morimondo e il suo incanto non occorre fare troppa strada: dalla ex 494 si svolta a destra all’altezza della Sora Vecchia, quindi si costeggia Ozzero e all’incrocio con la 526 si prende a destra in direzione di Morimondo. Bastano una ventina di minuti per entrare in un’altra dimensione, un’oretta se ci si vuole spostare in bici seguendo uno degli itinerari cicloturistici disponibili, allungando magari all’interno del parco del Ticino. Sicuramente Morimondo è adatto a quelle persone che sentono un po’ la nostalgia della tranquillità di campagna. Un luogo in cui ci si immerge tra storia, tradizioni e natura, selezionato per far parte della lista dei borghi più belli d’Italia.
Monate e il fascino del suo lago segreto

Scoprire un lago diverso a meno di un’ora di macchina da Vigevano e la Lomellina. Bisogna andare in direzione nord, ma la meta non è il Maggiore, bensì il lago di Monate, unico per la qualità dell’acqua, tanto da essere ritenuto tra i più puliti in Italia.
SOSTA Una purezza che deriva dal fatto che l’acqua è di origine sorgiva, di non essere stato esposto a inquinanti industriali – come il vicino lago di Varese – e di non essere aperto a imbarcazioni a motore, ma solo a remi, anche perché la maggior parte della costa ricade all’interno di abitazioni private e sono poche le spiagge accessibili aperte al pubblico, tutte attrezzate al meglio. Questo lago glaciale sorge tra Cadrezzate, Comabbio e Travedona-Monate, ha una lunghezza di 3 chilometri per 1 di larghezza, acqua poco profonda (la media è 18 metri) abitata da coregoni, lucci, pesce persico, ed è caratterizzato dalla presenza di canneti, nei quali trovano rifugio germani reali, folaghe, gallinelle d’acqua, cigni, così come di prati e boschi.
TURISMO Dopo essersi tuffati nelle acque di Monate, la provincia di Varese offre innumerevoli perle a chi volesse esplorarla. Verso il Maggiore si trovano l’eremo di Santa Caterina del Sasso, a picco sul lago, il borgo di Angera, la città di Luino per chi vuole avvicinarsi al confine svizzero. Nei pressi del capoluogo ecco il Sacro Monte e il Parco regionale di Campo dei fiori, con diversi sentieri adatti a tutti gli escursionisti, mentre la “Città giardino” – così chiamata per le aree verdi, a partire dai Giardini Estensi – ha un piccolo, ma grazioso centro storico e tante ville che ospitano esposizioni permanenti, su tutte Villa Panza. Le sorprese non sono finite qui, spostandosi di qualche chilometro è possibile scoprire un borgo “toscano”, Castiglione Olona con la sua collegiata, e l’incanto di Castelseprio e del monastero di Torba, il primo un castrum subalpino che raggiunse il suo massimo splendore nell’Alto Medioevo, distrutto per volere di Ottone Visconti nell’ambito della lotta con i Della Torre per il controllo di Milano (la fortezza era considerata imprendibile e fu conquistata con uno stratagemma a metà tra il cavallo di Troia e le “nozze rosse” de “Il trono di spade”), il secondo un complesso risalente al V secolo come avamposto militare e poi divenuto centro religioso benedettino. Un parco archeologico unico parte dell’itinerario “I longobardi in Italia: i luoghi del potere” riconosciuto come patrimonio Unesco.
In Oltrepò vino castelli, fantasmi

Lavanda, vino e fantasmi. Appena al di là del “grande fiume” che taglia in due la provincia di Pavia, l’Oltrepò è da sempre meta di turismo a chilometro zero per chi, magari oppresso dalla calura lomellina, vuole trovare ristoro sui vicini declivi degli Appennini. L’Oltrepò pavese, d’altra parte, offre itinerari per tutti i gusti: culturali, gastronomici, sportivi e, che non guasta, anche di totale relax.
SPETTRI Quello di Zavattarello è considerato tra i borghi più belli d’Italia. A troneggiare sul pittoresco paesino c’è il castello Dal Verme, cuore culturale della cittadina (ospita infatti eventi, tour e un museo di arte contemporanea) e dalla storia ricca di mistero. Vuole la leggenda infatti che il maniero, risalente al X secolo, sia infestato da un fantasma: quello di Pietro Dal Verme, suo antico proprietario, avvelenato nel 1485 da mano ignota. Su assassino e movente le teorie si sprecano: c’è chi incolpa la seconda moglie Chiara Sforza, che non avrebbe mai perdonato l’esser stata inizialmente rifiutata dal padrone del castello per una popolana; c’è chi dice che sì, sia stata lei, ma su imbeccata dello zio Ludovico il Moro, che così poté infeudarsi il territorio di Zavattarello rimasto senza signore. E a proposito di storie antiche, è peculiare quella delle cosiddette Quattro Provincie, il territorio dove Lombardia, Piemonte, Emilia e Liguria si toccano caratterizzato da borghi isolati, valli, torrenti. A unire i paesi di quest’area, un tempo terra di passaggio per le carovane della via del sale, un originale patrimonio musicale, con pifferi, fisarmoniche e danze folk ancora oggi eseguite nelle feste.
VINO E LAVANDA Ma l’Oltrepò è anche sapori e profumi. La tradizione vinicola dell’area, cominciata pare già nel 1500, è rinomata in tutta Italia: non ci sarà ristorante o agriturismo che non saprà consigliare il vino giusto da accompagnarsi a prodotti tipici come il salame di Varzi, il peperone di Voghera o ancora risotti, agnolotti e bolliti della tradizione lombarda. Per digerire, niente di meglio che una passeggiata: per i più preparati, l’antica via del sale offre itinerari perfetti per il trekking, mentre per i camminatori meno “hardcore” vale la pena fare una capatina fra Varzi, Borgoratto e Fortunago, dove la lavanda cresce rigogliosa e profumata sulle colline con atmosfere “instagrammabili” degne della miglior Provenza. Per riposarsi poi un tuffo alle terme, quelle di Rivanazzano, Salice e Miradolo, dove le benefiche acque curative sapranno dare ristoro anche alle membra più stanche.
Gd, Gds, Af.