Conclave / La diretta del secondo giorno in attesa della fumata

notizia in aggiornamento

Ore 16.53

Dopo il pranzo a Casa Santa Marta, le votazioni sono riprese nel pomeriggio per il quarto scrutinio, che insieme al quinto era stato cruciale negli ultimi due conclavi. Joseph Ratzinger infatti era stato eletto alla quarta votazione, Jorge Mario Bergoglio al quinto. E dopo la mancata fumata delle 11.00 e quella nera alle 11.51, cresce la convinzione che il Papa possa essere scelto entro questa sera. Se il quorum di 89 preferenze dovesse essere raggiunto, tra le 17.40 e le 18 ci sarà una fumata bianca. Altrimenti il comignolo resterà spento, per tornare attivo verso le 19. A quel punto il fumo sarà bianco o nero? Unica cosa certa, per il momento, il fatto che questo sarà il conclave più social di sempre. E che il gabbiano sul tetto della cappella Sistina sia già diventato una vera e propria star.

Ore 11.51

Poco prima di mezzogiorno e contrariamente alle aspettative, arriva la seconda fumata nera. Fedeli con il naso all’insù per constatare l’esito negativo della seconda votazione del Conclave. Non resta che attendere il pomeriggio per le prossime due elezioni. Nessuno dei due scrutini ha raggiunto i due terzi dei voti.

Ore 11.40

La curiosità e la voglia di conoscere il nuovo pontefice si fa sempre più forte, anche tra i più giovani. Un desiderio che è arrivato a Roma direttamente da Vigevano. A scrivere in diretta a Vatican News, gli studenti di una scuola ducale che dicono «stiamo guardando la diretta durante la lezione in attesa dell’elezione del nuovo papa». Una partecipazione sentita ed entusiasta che si fa sentire anche dalla nostra diocesi.

Ore 11.09

Questa volta i gabbiani accanto al comignolo sul tetto della cappella Sistina sono due. Sono loro le vere star di questo conclave, che le vede ormai adottate ufficialmente da tutto il mondo come mascotte. Vanno, vengono, volano via e ritornano magari in compagnia, la gente li considera dei portafortuna, mentre l’attesa cresce. Dalle 10.30 si aspetta la fumata bianca, se non ci sarà vuol dire che bisognerà aspettare fino a mezzogiorno. E in caso di fumata nera, fino alle 17 (solo se bianca) e alle 19. In piazza San Pietro intanto la folla attende. Turisti e fedeli si stringono, occhi puntati al comignolo. Qualcuno prega, altri sperano, altri ancora piangono. Ogni conclave è anche un’attesa collettiva, un respiro trattenuto dell’umanità intera. La prossima fumata potrebbe cambiare la storia.

Come funziona il voto?

I cardinali votanti sono 133, il quorum è a 89 (i due terzi degli elettori). La lista dei porporati, che provengono da 71 Paesi, comprende 52 europei, 37 americani (16 dagli Usa, 4 dal Centro America, 17 dall’America del Sud), 23 asiatici, 17 africani e 4 australiani. Proprio dall’Australia (anche se è ucraino) viene il porporato più giovane, il 45enne Mykola Bychok. Fra i più anziani invece c’è lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, 79 anni. Per la prima volta nel conclave sono presenti cardinali provenienti da 15 nazioni mai rappresentate prima, da Haiti a Capo Verde, dalla Svezia al Sudan del Sud.

foto Sir

La scheda deve avere la forma rettangolare, e recare scritte nella metà superiore, possibilmente a stampa, le parole: Eligo in Summum Pontificem, mentre nella metà inferiore si dovrà lasciare il posto per scrivere il nome dell’eletto; pertanto la scheda è fatta in modo da poter essere piegata in due; la compilazione delle schede deve essere fatta segretamente da ciascun cardinale elettore, il quale scriverà chiaramente, con grafia quanto più possibile non riconoscibile,

il nome di chi elegge, evitando di scrivere più nomi, giacché in tal caso il voto sarebbe nullo e piegando e ripiegando poi la scheda.

Lo scrutinio comporta la deposizione delle schede nell’apposita urna, il mescolamento ed il conteggio, lo spoglio dei voti. Ciascun cardinale elettore, in ordine di precedenza, dopo aver scritto e piegato la scheda, tenendola sollevata in modo che sia visibile, la porta all’altare, presso il quale stanno gli scrutatori e sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede. L’elettore deve pronunciare ad alta voce la formula di giuramento: «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto». Depone, quindi, la scheda nel piatto e con questo la introduce nel recipiente. Poi fa un’inchino all’altare e torna al suo posto.

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