Coronavirus, celebrazioni limitate e reazioni

Messe sospese, niente funzioni per il mercoledì delle Ceneri, catechismo fermo, funerali aperti solo ai parenti stretti. Come hanno reagito i fedeli della diocesi di Vigevano alla disposizione del vescovo Maurizio Gervasoni, che ha fatto momentaneamente sospendere le celebrazioni liturgiche, chiudendo anche gli oratori, a seguito dell’ordinanza emanata domenica sera dalla Regione Lombardia? Lo abbiamo chiesto ai cinque vicari di zona della diocesi.

«La gente si adegua – spiega da Mede don Renato Passoni – ma io mi domando come mai alla fine la Regione abbia consentito di tenere aperto il mercato settimanale del mercoledì: in chiesa ci si infetta e al mercato no?

Ad ogni modo ho invitato i fedeli a due momenti di preghiera in sintonia: al mattino quando suoneranno le campane dopo la messa celebrata in forma privata, e il tardo pomeriggio al rosario

Don Angelo Croera, da Garlasco: «Non ci sono state particolari reazioni, i fedeli sono obbedienti anche se mercoledì non hanno potuto ricevere le Ceneri. Andando in mezzo alla gente si capisce che la preoccupazione c’è, eccome, insieme a una certa perplessità per informazioni non corrette da parte dei media». Don Mauro Bertoglio per il Duomo di Vigevano: «Come per ogni cosa, c’è chi è favorevole, e chi contrario. Ognuno reagisce a seconda delle proprie vedute. Certo, non possiamo sapere esattamente come la pensa la gente, visto che in chiesa non si fa vedere».

Don Giampaolo Villaraggia, per il vicariato di Mortara: «Qui nessuno si è lamentato, pur accogliendo la notizia con dispiacere. Solamente, un sacerdote mi ha detto che secondo lui i vescovi lombardi non avrebbero dovuto subire totalmente quanto disposto dalle autorità, ma venire a un compromesso per non annullare tutto».

Don Gianluca Zagarese, vicario di Mortara: «Abbiamo sospeso in massa le iniziative, anche in oratorio, ma la chiesa resta aperta. Ciononostante, non viene nessuno. In occasione del mercoledì delle Ceneri ho invitato i genitori dei ragazzi che frequentano il catechismo a un momento di preghiera personale, e comunque a non isolarsi». L’ordinanza regionale per le cerimonie religiose, i matrimoni civili, le unioni civili non rinviabili prevede lo svolgimento in forma privata e con un numero di partecipanti limitato. Per quanto riguarda le cerimonie funebri devono svolgersi in forma privata e con un numero di partecipanti limitato. A questo proposito, le disposizioni della Curia vigevanese limitano ai soli familiari dei defunti la partecipazione ai funerali. Alla Siof il rosario nella camera ardente è a discrezione dei familiari, e anche in questo caso solo per parenti stretti. «A Ottobiano – racconta un giovane residente a Vigevano – non abbiamo potuto prendere parte alle esequie di una nostra lontana congiunta, solo perché eravamo parenti alla lontana».

L’EMERGENZA NON FERMA GLI AIUTI Il terzo settore lombardo viene messo alla prova dal Coronavirus. La rete di solidarietà sta ridefinendo il suo modo di operare. Sono soprattutto gli assembramenti il problema da gestire. Ma le onlus si riorganizzano per non interrompere gli aiuti ai poveri ed evitare che siano proprio gli ultimi a venire maggiormente colpiti da questa situazione. «Mentre invitiamo volontari e operatori – ha detto il direttore di Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti – ad attenersi scrupolosamente a queste indicazioni, estendiamo a loro e a tutta la popolazione l’invito del nostro arcivescovo ad evitare allarmismo e rassegnazione, coltivando invece prudenza e senso del limite.

Occorre evitare che gli effetti di questa situazione di emergenza ricadano fatalmente sui più deboli, a cui non deve venir meno la prossimità degli operatori, dei volontari e delle comunità tutte

Anche la Caritas diocesana di Vigevano si adegua alle scelte delle Caritas lombarde. I centri di ascolto e gli sportelli resteranno aperti, ma riceveranno solo su appuntamento. Le mense continueranno a funzionare distribuendo il cibo attraverso sacchetti in modo che possa essere consumato individualmente al di fuori delle strutture. Le accoglienze residenziali e notturne resteranno aperte. «I centri d’ascolto incontreranno una persona alla volta e su appuntamento – spiega il direttore della Caritas diocesana, don Moreno Locatelli – mentre le comunità terapeutiche continueranno a funzionare con qualche limitazione. Il drop-in Arca, una struttura di bassa soglia ideata per accogliere adulti in difficoltà, rimarrà aperto per servizi come le docce, ma chiuderà nello spazio di ritrovo conviviale. Sono tutte indicazioni condivise dalle Caritas locali a livello regionale».

Davide Zardo

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