I focolai registrati in un allevamento di suini di Mortara e uno di Gambolò intensificano la preoccupazione per la diffusione della peste suina in Provincia di Pavia.
CONTROLLI Il dipartimento veterinario di Ats ha già provveduto a far partire l’indagine epidemiologica: «I tecnici di Ats Pavia stanno lavorando in sinergia con Regione Lombardia e gli allevatori delle due strutture che hanno segnalato i casi di mortalità anomale al dipartimento veterinario – fanno sapere dall’agenzia di tutela della salute di Pavia – è stata quindi avviata l’indagine epidemiologica per risalire alla fonte di infezione e sono stati effettuati i sopralluoghi per decidere il posizionamento dei cantieri di spopolamento. Il tutto verrà fatto concordando con gli allevatori le migliori modalità operative nel rispetto del benessere animale e della sicurezza degli operatori». L’indagine verrà condotta proprio per risalire alle cause che hanno provocato il contagio: se attraverso contatto diretto con animali già infetti, se con alimenti di origine suina o se attraverso l’uomo:
La Psa non è trasmissibile all’uomo né attraverso il contatto diretto con animali malati, né tramite alimenti di origine suina. Ad ogni modo l’uomo può essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, attrezzature, indumenti, cibo di origine o contenente carne suina, anche stagionata.
Le operazioni di spopolamento sono in corso in entrambi gli allevamenti e dureranno almeno fino alla prossima settimana. L’allevamento di Mortara conta 10.000 suini, quello di Gambolò 12.000. direttamente ai macelli stabiliti. Il numero di maiali coinvolti sale a 11.780 e per questi è già iniziato il piano di eradicazione della malattia, con l’abbattimento dei capi. Ad ogni modo il rafforzamento delle misure di sicurezza e lo stop della movimentazione dei suini rappresentano motivo di preoccupazione per allevatori e associazioni di categoria.
PREOCCUPAZIONI Il timore principale è dettato dai danni economici che la Psa continua a provocare alle aziende suinicole e a chiunque lavori nel settore agroalimentare: «Il nostro settore è già fortemente in crisi – evidenzia Paola Fugagnoli, direttrice di Cia Pavia – siamo sorpresi dai focolai che sono stati registrati nel corso di questa settimana, visto che era da un anno che non avevamo notizie di casi di contagi verificatisi all’interno di allevamenti domestici. Chiaro che il quadro per il futuro si fa sempre più allarmante e preoccupante. Le misure di biosicurezza vanno aumentate senza ombra di dubbio e occorre quanto prima rivedere la distribuzione di ristori e indennizzi. Bisogna fare in modo che vengano coperti dal punto di vista economico i danni causati alle aziendae dalla mancanza di vendita di carne suinicola e dal nuovo blocco della movimentazione, altrimenti sarà sempre più difficile riuscire a sopravvivere e andare avanti. Servono risposte al più presto ed è necessario fare chiarezza quanto prima su quello che è successo in questi giorni».
Edoardo Varese