Nella ricorrenza del 66° anniversario della morte di mons. Antonio Maria Capettini, vescovo missionario del Pime per 25 anni in Cina, sabato 6 luglio nel paese natale di Valle Lomellina è stata scoperta una lapide commemorativa, apposta sulla facciata della chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in cui l’illustre prelato fu battezzato nel 1877. Insieme a molti pronipoti e al vice prefetto emerito di Pavia, Laura Bianchi, erano presenti autorità civili e religiose.
I SALUTI E LE AUTORITA’ Dopo il saluto introduttivo del parroco, don Piero Rossi Borghesano, che ha riferito i saluti di mons. Vittorio Lanzani da Roma, di mons. Andrea Migliavacca da Arezzo e del console generale della Repubblica popolare cinese con sede a Milano, il sindaco Roberto Bertassi, ha ricordato il contributo sociale, culturale e religioso dato al popolo cinese per tanti anni e in tempi più che difficili da un “figlio” illustre di Valle e della Lomellina. Il consigliere provinciale, Maria Pia Taraso, ha portato il compiacimento del presidente Giovanni Palli, elogiando l’iniziativa volta a valorizzare il territorio e a fungere da stimolante esempio per le nuove generazioni. I saluti dell’assemblea regionale lombarda sono stati riportati dal consigliere Andrea Sala, che ha apprezzato vivamente l’opera dei missionari della Diocesi di Vigevano di tutti i tempi e l’iniziativa vallese di richiamarne l’eroico altruismo. A nome del Pime di Milano, Padre Massimo Casaro, ha ringraziato per la premurosa sollecitudine dimostrata, significativa del genuino attaccamento di Valle Lomellina alla figura di mons. Capettini, tanto importante per la storia del Pontificio istituto Missioni estere e della Chiesa. Infine, il pronipote, Francesco Meriggi, dopo aver ringraziato per il supporto il comitato organizzatore e il volontariato San Rocco di Valle, ha raccontato il ricordo dei familiari con interessanti aneddoti privati appresi dai nonni e dai genitori.
CHIESA AFFOLLATISSIMA Nella chiesa gremita è seguita la funzione religiosa, concelebrata da mons. Ottorino Assolari, missionario e vescovo emerito di Serrinha (Brasile), con il parroco e altri padri missionari. Dopo aver portato il saluto del nostro vescovo, mons. Maurizio Gervasoni, impegnato a Trieste con Papa Francesco per la Settimana sociale dei cattolici, il celebrante ha commentato l’importanza evangelica della missionarietà cui tutti sono chiamati e che non è solo una questione di territori geografici, ma soprattutto di popoli, di culture e di singole persone.
STORIA AVVENTUROSA Padre Capettini, partito in bastimento da Marsiglia alla volta della Cina nel 1901, giunse dopo tre mesi a Culupa, sede del Vicariato apostolico dello Shen-si meridionale, diventando collaboratore di un altro lomellino, mons. Pio Giuseppe Passerini, originario di Dorno, cui succederà nel 1919. Inviato nel 1903 a sostituire padre Crescitelli (futuro santo martire) trucidato dai rivoltosi Boxer, in un contesto storico molto travagliato svolse coraggiosamente un’instancabile opera di promozione sociale, provvedendo alla formazione di catecumeni con l’ausilio di suore canossiane di Pavia nonché alla costruzione di chiese, ospedali, lebbrosari, orfanotrofi e scuole magistrali pareggiate, maschili e femminili. Rientrato definitivamente in Italia per motivi di salute alla fine del 1925, fu nominato canonico della basilica di Santa Maria Maggiore in Roma. Morto il 6 luglio 1958, venne sepolto con il prediletto Padre Francesco Pianzola di Sartirana (futuro beato) a Mortara nella chiesa della Casa madre delle Suore missionarie dell’Immacolata Regina Pacis.
don Piero Rossi Borghesano