Cimitero di Vigevano, a passeggio nell’incuria

Ogni volta che Susanna va a trovare la madre, deve fare i conti con un pezzo rotto di grondaia che le penzola sulla testa. Quando lei e la figlia vanno lì, e ci vanno spesso, il pensiero non può non andare a quel pluviale, staccato e piegato dalla tempesta nell’estate del 2023: non tanto per una questione di sicurezza personale, che pur esiste, quanto per la sensazione amara di vedere la propria madre, la propria nonna, in un posto sciatto, abbandonato. La signora in questione d’altra parte non ha la possibilità di lamentarsi: il luogo dove riposa è infatti un loculo del cimitero centrale di Vigevano.

MALTEMPO DEVASTANTE L’ondata di maltempo della scorsa estate, e in particolare le due tempeste del luglio e dell’agosto 2023, hanno provocato ingenti danni alle tombe e agli edifici all’interno del camposanto: giusto per avere un’idea, il ciclone Poppea, abbattutosi sulla città ducale il 26 agosto dello scorso anno, solo al cimitero ha divelto 33 alberi e causato l’abbattimento di altri 15, spezzati dalla furia degli elementi. Nel giro di qualche giorno, l’area è tornata agibile con la rimozione delle piante e delle strutture più pericolanti: il resto, quello che poteva aspettare, è rimasto lì, intonso e danneggiato, da più di un anno. Alcuni segni sono più visibili di altri: un muro crollato, mucchi di calcinacci, grondaie spezzate. Altri si notano di meno, ma non per questo sono meno insidiosi: «Il soffitto è coperto di muffa e umidità – segnala Susanna, indicando delle grosse macchie scure nella struttura che ospita i loculi – posso capire i danni provocati dalla tempesta, ma questa dovrebbe essere ordinaria amministrazione». In questi 14 mesi non sono mancate le segnalazioni: tra queste, quelle del gruppo locale di Rifondazione Comunista, che sul posto ha effettuato tre sopralluoghi per monitorare la situazione. «Alcune famiglie – rivelano – hanno dovuto attingere ai risparmi di una vita per riparare le tombe, senza sapere se arriveranno i rimborsi».

ATTESA DEI RIMBORSI Dopo mesi d’attesa, i rimborsi dovrebbero arrivare, seppur in quantità minore di quello che era stato stimato: l’assicurazione, che dovrebbe corrispondere al Comune 5 milioni di euro, entro novembre dovrebbe dare un anticipo di circa 900mila euro (la metà, comunque, dei 2 milioni che sarebbero dovuti arrivare entro giugno). A confermarlo è il sindaco Andrea Ceffa, che rivela come quella cifra sarà in parte utilizzata per sistemare le parti comuni direttamente danneggiate dal maltempo: «A metà novembre riceveremo l’anticipo assicurativo di 900mila euro e cercheremo di usare una buona parte dell’importo anche per effettuare interventi di manutenzione al cimitero. Risaneremo le parti di struttura compromesse e che hanno subito maggiori danni, tra cui il tetto. Sappiamo che ci sono anche lapidi che necessitano di manutenzione, ma se sono private non possiamo fare più di tanto».

Possiamo intervenire solo dove ci è consentito farlo e dove abbiamo competenza di muoverci.

NELLE FRAZIONI Entrando al camposanto dei Piccolini, Mariarosa guarda un cumulo di foglie marce: «Lì sotto un tempo c’era un’aiuola con le viole» ricorda, prima di addentrarsi nel vialetto. Qui sono sepolti i suoi genitori, i suoi parenti: ci viene in bici, anche perché i pochi posti auto del piccolo parcheggio sono spesso occupati, soprattutto se ci sono eventi nel vicino palazzetto dello sport. «Non viene mai nessuno a pulire e fare manutenzione» è l’accusa della donna, che ricorda come anche nei piccoli cimiteri delle frazioni (oltre che ai Piccolini ce ne sono uno alla Morsella e uno alla Sforzesca) non manchino le lamentele per lo stato delle tombe. Dal municipio non si intende certo trascurare le sue aree periferiche: in agosto il Comune ha infatti vinto un bando da 20mila euro per l’installazione di telecamere di fronte agli ingressi dei camposanti delle frazioni. Un provvedimento nelle intenzioni dell’amministrazione servirà a migliorare la sicurezza di quelle aree: al di là della sicurezza, a qualcuno, forse, sarebbe bastato tornare a vedere le viole.

Alessio Facciolo

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