Ivan Cattaneo canta e dipinge fin da quando era piccolo. A 12 fa un provino per lo Zecchino d’Oro e canta “Lui” di Rita Pavone con una voce bianca identica a quella della cantante. Da allora ne è passato di tempo, e il mondo dello spettacolo si è modificato tantissimo. «Sono cambiati i cantanti e le canzoni – racconta Ivan – È tutto più veloce, quelli che sono famosi adesso lo saranno anche domani? Eppure la musica degli anni ’80 resta nella memoria degli ascoltatori, fa ancora successo, mentre quella degli anni ’90, sebbene sia più recente, fa meno breccia».
TV E MUSICA In televisione il cantante, di origine bergamasca ma che da anni bazzica la Lomellina, ha partecipato a diversi reality show. «A Music Farm stavo per vincere, poi arrivò primo Riccardo Fogli, per merito delle canzoni dei Pooh. All’Isola dei Famosi ho stabilito il record di minor permanenza con 15 ore, mentre al Grande Fratello ho resistito due mesi e mezzo. Che dire? Sono esperienze che non aggiungono molto alla tua carriera. È più uno spaccato di umanità, non è che hai modo di cantare, di fare il tuo lavoro». Un lavoro che per Ivan Cattaneo è contraddistinto da una vena dissacrante. Come mai? «E’ nella mia natura, non potrei essere diversamente. Negli anni ’80 riproponevo i pezzi degli anni ’60: si vede che sono un po’ schizofrenico. Mi piace ricercare, sperimentare, sono stato tra i primi a fare musica elettronica. È il mio modo di essere, di sentire la vita e l’arte». L’artista è diventato testimonial dei City Angels e ha raccolto fondi per Amnesty International. «Collaboro spesso con i City Angels, che assistono i senzatetto, aiutando la gente meno fortunata di noi. Anche il mio collega e amico Alberto Fortis presta il suo contributo alla causa dei clochard. È giusto che anche noi artisti diamo una mano per far capire a queste persone che non sono sole». Proprio con Fortis, Cattaneo è stato protagonista di un doppio concerto sabato 6 luglio alla Notte bianca di Mede.
AMICIZIE Tra le amicizie di lavoro ha lasciato un segno quella con Giuni Russo, bravissima cantante prematuramente scomparsa: «Sono stato il regista di alcuni suoi video, eravamo vicini di casa. Ricordo che mi fece ascoltare due canzoni mentre ci trovavamo al cimitero monumentale di Milano. Una era “Un’estate al mare” composta da Franco Battiato, l’altra l’aveva scritta lei. Mi chiese quale mi piacesse di più e io scelsi la prima, che era più commerciale. Ma in realtà preferivo la sua». Cattaneo ha anche contribuito a lanciare Anna Oxa. «Debuttò nel 1978 a Sanremo con “Un’emozione da poco” e io curai il suo look proponendola in versione punk. Il resto della storia è merito della sua bravura».
DIPINGERE Tra le passioni del cantante, la pittura:
Dipingo da quando avevo 5 anni. E lavoro tantissimo, anche con l’arte digitale. Faccio tante mostre e devo dire che ho un certo successo sia di pubblico che di critica.
Il cantante ha una casa anche in Lomellina, dove si trova benissimo: «E’ la mia seconda patria, dato che vivo a Milano e ogni tanto vengo qui a rilassarmi. C’è chi si lamenta delle zanzare, ma qui c’è poca gente, anche se è piena di umanità; e a me va bene così perché mi piace la tranquillità, e poi certe persone sono peggio delle zanzare. Sono molto ancorato alla natura, per questo sono diventato vegetariano, non mangio carne da 43 anni». Ivan Cattaneo è felice? «Non sono felice, ma non cambierei nulla. Io credo che la felicità non esista, tutto il resto sono doni, nel bene e nel male. Se uno si aspetta troppo, poi prende delle stangate».
Davide Zardo