Tutto è pronto per il progetto sperimentale biennale che partirà nel 2025 e coinvolgerà la Caritas dei quattro territori della provincia: Pavia, Pavese, Oltrepò e Lomellina.
NO ASSISTENZIALISMO «Sarà un progetto non più assistenzialistico – spiega il direttore della Caritas diocesana vigevanese, don Moreno Locatelli – che vedrà gli anziani protagonisti a favore di altri anziani. Diventerà importante tessere una rete sul territorio coinvolgendo tutte le realtà che si occupano di invecchiamento attivo: case di riposo, assistenza domiciliare, le università della terza età, associazioni per servizi di trasporto. Quello lomellino è un territorio abbastanza anziano, e lo diventerà sempre più. Pensiamo solo che la vecchiaia comprende una fascia d’età dai 65 ai 100 anni, cioè ben due generazioni. È un mondo da scoprire, a braccetto con altri progetti assistenziali e socio-educativi». Per ognuna delle quattro zone zona Regione Lombardia, attraverso Ats, contribuirà con 85mila euro, per un totale di 340mila euro. Una somma che si aggiunge ai fondi stanziati dallo “8 per mille” a favore della Caritas, che a Vigevano ha attivato anche il progetto “Age–Friendly Comunitiy”.
INVECCHIAMENTO «L’obiettivo – spiega don Locatelli – è promuovere la dignità e l’autonomia, l’inclusione sociale e l’invecchiamento attivo, nonché il contrasto all’isolamento sociale e la deprivazione relazionale e affettiva della popolazione anziana, da attuare tramite la sperimentazione di modelli di servizi innovativi capaci di costruire una visione di sviluppo delle politiche dell’invecchiamento attivo nel quadro di un patto di scambio tra giovani e anziani». Tra le attività della Caritas diocesana, la gestione del Centro per anziani di via Sacchetti.
Abbiamo scoperto il mondo dell’invecchiamento attivo – spiega l’operatrice della Caritas Elena Galuppo – che a Vigevano è davvero molto presente.
«Il lunedì è dedicato alla stimolazione cognitiva. Martedì e venerdì facciamo attività motoria, e mercoledì c’è lo sportello ascolto a cui da settembre collabora anche un assistente sociale dell’Associazione consulenza familiare. Il martedì pomeriggio ci sono 14 persone dell’Associazione famiglie Alzheimer, che gestisce un apposito sportello con incontri di stimolazione, attività di ricerca e motorie. Giovedì un 65enne conduce il ballo di gruppo: sono gli stessi utenti a gestire certe iniziative. Pensavamo che al mattino non ci fosse molta partecipazione: invece è il momento in cui vengono in tanti, perché al pomeriggio i nonni sono impegnati con i nipotini. Abbiamo visto che l’invecchiamento attivo è richiesto, c’è voglia ed esigenza».
Davide Zardo