Caritas: «L’azzardo non è un gioco»

Imparare a non giocare d’azzardo, giocando: perché l’unico modo per cercare di rimanere distanti da un fenomeno in costante aumento negli ultimi anni, è sperimentare l’effetto che suscita nella psiche dei giocatori. Paolo Canova, matematico dei Taxi 1729, durante i talk show tenutisi prima all’auditorium di Mortara e quindi al Mussini a Vigevano lo scorso 25 ottobre ha spiegato con esempi pratici in che modo il gioco d’azzardo alla lunga porti a perdere grandi somme di denaro.

SI PERDE Una schedina simulatrice di “Win for Life” consegnata a ognuno dei presenti, gioco in cui si vincono 3mila euro per 20 anni se su un elenco di 20 numeri estratti se ne indovinano 10 oppure nessuno. Nessuno degli ottanta presenti ha vinto il premio massimo, mentre solo in 13 avrebbero vinto 2 euro, vale a dire il prezzo esatto del biglietto. Un esempio pratico che ha confermato che la probabilità di arricchirsi con il gioco d’azzardo è inferiore a quella che vedrebbe la collisione di un asteroide dalle dimensioni sufficienti a estinguere ogni forma di vita. Insomma, il messaggio è stato chiaro: giocando non si vince, si perde facile.

LE CIFRE Quella legata alla ludopatia è una piaga per le famiglie italiane. Durante il corso del convegno organizzato dalla Caritas con i comuni di Mortara e Vigevano e con l’Ambito distrettuale della Lomellina, il direttore diocesano don Moreno Locatelli ha reso noto che «nel 2024 in Italia sono stati spesi 160 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, contro i 25 miliardi del 2004. Nel 2023 sono stati usati 11.3 miliardi di euro nei soli “Gratta e Vinci”, con 4mila biglietti grattati al minuto. Sono tutte informazioni reperibili sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze». Che siano le slot machine, le scommesse sportive o giochi più tradizionali come il Superenalotto il denominatore comune è lo stesso, invogliare le persone a giocare, facendo credere loro di avere in mano il proprio destino.

Ma la realtà è un’altra: le grandi vincite sono garantite, ma altamente improbabili e a dirlo è proprio la matematica.

CONSAPEVOLEZZA «Se prendiamo in considerazione i gratta e vinci – spiega Canova – si perde perché nei rari casi in cui vince, si vince solo l’importo o al massimo il doppio dell’importo giocato: 2 o 5 euro. Il giocatore ovviamente è indotto ad acquistare nuovi biglietti, perdendo tutto. Questo non è che l’inizio del meccanismo, analogo per tutti i giochi d’azzardo. Le grandi case, come Sisal, danno notizia delle rare, rarissime vittorie. La gente comune così si convince a tentare la fortuna, senza sapere che la dea bendata non c’entra nulla». Informarsi e documentarsi, usando anche e soprattutto la logica dei numeri, sembra scontato detto così, ma nessun giocatore o quasi nessuno lo fa, inseguendo di fatto una “magia”: «Vincere è possibile teoricamente parlando, ma a livello pratico è altamente improbabile. Le prove sono in nostro possesso, basta solo sapere come e dove cercarle».

Edoardo Varese

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