Carissimi presbiteri, carissimi fedeli tutti della Chiesa Vigevanese,
vi raggiungo con questa lettera per raccontarvi come vivremo la Pasqua in questo tempo di coronavirus. Tramite l’Ufficio Liturgico sto preparando i testi che poi avremo tra le mani, che ci serviranno per vivere le celebrazioni soprattutto in famiglia. Prima di allora, però, dobbiamo prepararci spiritualmente a vivere una Settimana santa decisamente alternativa. Dobbiamo preparare quanto occorre, proprio come fece Gesù, che – prima della Cena – mandò i suoi discepoli ad addobbare la sala alta presso cui visse il dono della sua vita (Lc 22,12). Vi chiedo di leggere le seguenti indicazioni e di utilizzarle fin da subito per “addobbare” gli animi, le comunità parrocchiali e le famiglie, così da avere diversi giorni per entrare nello spirito di questa Pasqua straordinaria. Sono certo che il suo frutto ci raggiungerà comunque.
LA SETTIMANA SANTA
Data l’eccezionalità dei riti della Settimana Santa, invito a diffondere il più possibile tramite i mass media le celebrazioni, che i presbiteri sono tenuti a vivere comunque, pur senza l’assemblea radunata in chiesa. Questo consente alle nostre comunità di “raccogliersi” con i loro pastori locali, di cui vedono il volto e di cui sentono la voce:
c’è bisogno di ricuperare la famigliarità, la relazione semplice e calorosa cui prima eravamo abituati e che ora ci manca tanto.
Io celebrerò in cattedrale le stesse celebrazioni, trasmettendole allo stesso modo, ma chiedo che i fedeli delle parrocchie si colleghino con i loro parroci: la visione delle celebrazioni in cattedrale rimane un’opportunità per quelle parrocchie e per quelle persone e famiglie che non hanno possibilità di attivare i canali telematici per la trasmissione in loco. Se anche la possibilità della connessione locale fosse del tutto impossibile, allora sarà sempre possibile collegarsi con le emittenti nazionali per seguire le celebrazioni presiedute dal Papa.
Pertanto occorre che ciascuna parrocchia individui una o due persone che provvedano alla trasmissione, il cui nome deve essere reso noto al Sindaco (per non incorrere nelle sanzioni previste). Non servono grandi manovre per la tecnologia necessaria. Inoltre è importante che le celebrazioni avvengano in presenza alcune persone che svolgano le funzioni di supporto del canto, di proclamazione della Parola e di servizio all’altare, perché sia garantito quel minimo di ministerialità che consente di vivere celebrazioni buone e belle, nonostante tutto. Non conta infatti solamente il concetto trasmesso dai contenuti delle parole, ma anche le forme con le quali viene espresso: entrambi nutrono la fede. Un accordo tra la CEI e il Consiglio dei Ministri garantisce che l’operazione di accreditamento di queste persone sia fattibile e legale. Le persone individuate dovranno essere rese note al Sindaco come sopra e devono comunque garantire la distanza di sicurezza, avere i dispositivi di protezione individuale e conservare le norme liturgiche di prudenza (nessuno scambio della pace; la comunione meglio sia fatta sulle mani; chi distribuisce la comunione si lavi bene le mani prima della distribuzione. Laddove essa è fatta sotto le due specie – cosa che suggerisco avvenga almeno nella veglia pasquale – va fatta per intinzione, anche da parte di chi presiede: consuma il vino al calice solo chi purifica; ricordo altresì che le acquasantiere devono rimanere vuote fino alla fine dell’emergenza.
DOMENICA DELLE PALME
La celebrazione avverrà in tutte le chiese dove risiedono i presbiteri. Secondo le indicazioni della CEI, si tratterà di una semplice celebrazione eucaristica, da celebrarsi direttamente in presbiterio, mentre io vivrò anche il rito dell’ingresso in Gerusalemme in fondo alla cattedrale. Gli ulivi pertanto non verranno benedetti, soprattutto per evitare che, lasciati presso le chiese, si generi una “corsa” indebita verso le stesse: occorre che tutti stiano in casa sempre. Troveremo altre modalità future perché ogni famiglia riceva un segno pasquale (come di solito è l’ulivo benedetto). I fedeli che non potranno collegarsi alla trasmissione della celebrazione, saranno invitati a un rito domestico secondo le indicazioni che vi consegno tramite l’Ufficio Liturgico.
PARTICOLARITÀ DELLA PASQUA
Messa crismale e Iniziazione cristiana degli adulti vengono rinviate. Probabilmente le celebreremo attorno alla Pentecoste, ma attendiamo le prossime mosse delle autorità governative e le indicazioni della CEI.
GIOVEDÍ SANTO
La messa in coena Domini di suo è prevista solo con la presenza del popolo: quest’anno ovviamente abbiamo a che fare con una deroga, del tutto eccezionale.
Sarà una celebrazione eucaristica intensa e bella, ma senza la lavanda dei piedi.
Al termine della celebrazione il santissimo Sacramento verrà portato via processionalmente, non in un luogo particolare della chiesa, ma in sacristia – ovviamente ben custodito – o comunque laddove ogni anno viene conservato nel sabato santo (ricordo che dal termine dell’azione liturgica del venerdì santo alla veglia pasquale, compresa, normalmente il tabernacolo deve rimanere vuoto: al cuore di quelle ore ci sta solo la croce). Questo consente di evitare che il giorno dopo vi siano troppi fedeli invitati in chiesa dal desiderio di adorare il Sacramento al cosiddetto “altare della reposizione”. Occorre restare in casa. La chiesa verrà quindi spogliata subito dopo la messa e si entrerà nel mistero della morte del Signore.
I fedeli che non potranno collegarsi alla trasmissione della celebrazione, saranno invitati a un rito domestico secondo le indicazioni che vi consegno tramite l’Ufficio Liturgico.
VENERDÍ SANTO
Celebreremo la Passione del Signore con il normale rito presente nel Messale Romano, aggiungendo una intenzione particolare alla preghiera universale per implorare la pace dal contagio. Saranno semplificati i riti dell’adorazione della croce e della comunione eucaristica.
Al cuore di tutto, mai come quest’anno, ci sarà la croce di Gesù, la sua vita offerta per amore degli uomini, perché tutti possano “volgere lo sguardo a colui che è stato trafitto”, perché dia salvezza e conforto.
Al termine della celebrazione infatti la croce del Signore sarà lasciata esposta fino alla sera del sabato santo, sul presbiterio, impedendone l’accesso fisico, per evitare quelle espressioni di adorazione (ad esempio il bacio) che quest’anno sono precluse per prevenire il contagio. Per lo stesso motivo non si esporranno immagini e statue del Cristo morto, per via dell’alto richiamo popolare che normalmente hanno, per evitare di indurre i fedeli fuori delle case. Tutti devono rimanere responsabilmente dentro le loro mura. Chi, uscendo per la spesa o per la farmacia, verrà a fare una visita in chiesa, potrà inginocchiarsi o genuflettere dinanzi alla croce – come richiesto dalla liturgia – presso la quale il Cristo morto abbraccia tutti i suoi figli.
Sarà da valorizzare in modo particolare anche il crocifisso presso le abitazioni, facendolo diventare il cuore pure della casa, come indicato dall’Ufficio Liturgico.
I fedeli che non potranno collegarsi alla trasmissione della celebrazione, saranno invitati a un rito domestico secondo le indicazioni che vi consegno tramite l’Ufficio Liturgico.
Alla sera, alle 21 esatte (nello stesso orario in cui eravamo abituati alla tradizionale processione col Cristo morto) vivremo un momento di perdono del tutto straordinario. Ve ne parlo sotto in “Assoluzione generale”.
VEGLIA PASQUALE
Dopo il silenzio del sabato santo – in cui valorizzeremo la liturgia delle ore – entreremo nella domenica grazie alla veglia pasquale. È la “madre di tutte le veglie”, punto culminante della quaresima, del triduo e di tutto l’anno liturgico. La celebrazione, secondo le indicazioni della CEI (che riprendono la prassi comunemente osservata), potrà avvenire solo in cattedrale e nelle chiese parrocchiali. Anche se un poco modificata, resterà comunque forte e sentita. Non ci sarà il fuoco all’esterno, ma inizierà con un rito della luce nella chiesa buia. Quindi l’annuncio pasquale e la liturgia della Parola come al solito. Lascio a ogni comunità parrocchiale di decidere il numero delle letture, ma per la particolarità della situazione – considerando le semplificazioni ed essendoci tempo più disteso che possiamo dedicare al Signore – suggerisco di leggere tutte e 7 le letture dell’Antico Testamento, per entrare dentro alla Pasqua di Gesù in modo graduale ma pieno. La celebrazione poi proseguirà normalmente, rinnovando le promesse battesimali, ma omettendo tutti i riti battesimali. Pertanto non si farà neppure la benedizione dell’acqua lustrale, per evitare che dal giorno dopo qualcuno decida di uscire di casa per andare nelle chiese ad attingerne: passata l’emergenza sarà premura dei presbiteri recare l’acqua benedetta nelle case dei fedeli. I fedeli che non potranno collegarsi alla trasmissione della celebrazione, saranno invitati a un rito domestico secondo le indicazioni che vi consegno tramite l’Ufficio Liturgico.
DOMENICA DI RISURREZIONE
Ricordo che il Sabato santo è giorno senza eucaristia e che, pertanto, la veglia pasquale è già la celebrazione della domenica: chi ha partecipato alla Veglia non è più tenuto alla celebrazione anche alla domenica, presbiteri compresi.
Chi invece non avesse potuto partecipare alla Veglia, allora avrà la possibilità di vivere la messa domenicale che io presiederò in cattedrale alle ore 18. Sarà possibile seguirla tramite i canali de L’Araldo Lomellino.
Nel giorno speciale di Pasqua tutti i fedeli – sia quelli che potranno sia quelli che non potranno collegarsi alla trasmissione della celebrazione – saranno invitati a un rito domestico, secondo le indicazioni che vi consegno tramite l’Ufficio Liturgico.
ASSOLUZIONE GENERALE
La morte del Signore per la remissione dei peccati.
Essendo il venerdì santo il giorno memoriale della morte del Signore, sarà occasione per soffermarci a meditarla con più “passione”, unendo la nostra sofferenza a quella di Gesù.
Il suo gesto di amore estremo ci ha procurato la certezza del perdono eterno di Dio, perché ci ha dato l’assoluta sicurezza che Dio darebbe tutto per le sue creature. Abbiamo bisogno, quest’anno più che mai, di saperci perdonati e amati.
Pertanto vi annuncio con gioia che la sera del venerdì santo offrirò la possibilità di ricevere l’assoluzione (generale).
Grave necessità.
Il Vescovo infatti ha il compito di capire se si configura una situazione di grave necessità, per la quale è bene offrire l’assoluzione generale a più persone, senza ascoltare le confessioni dei singoli penitenti.
Nell’emergenza coronavirus, nella nostra terra di Lomellina, abbiamo proprio una situazione di grave necessità, perché come sapete, nessuno può confessarsi da un prete fino alla fine dell’emergenza. Inoltre, poiché non avremo la possibilità di nutrirci dell’eucaristia a Pasqua, abbiamo altre vie che ci nutrono di Cristo: il perdono e la Parola. Vivremo entrambi.
Lasciate che vi dica come dobbiamo intendere questo gesto importante della riconciliazione pasquale.
Culmine della quaresima e frutto del pentimento.
Tutta la quaresima è finalizzata alla nostra conversione e alla remissione dei peccati. Per questo ognuno deve prepararsi in modo più fitto – in questi ultimi giorni di quaresima – a cercare e volere il perdono, come rinascita del cuore e dello spirito, soprattutto se è cosciente di colpe gravi. Poiché nessuno può recarsi a confidare le proprie colpe presso un confessore, è il Vescovo che viene incontro a tutti. Dunque, tutti i fedeli, che si sono preparati lungo la quaresima e hanno desiderio della Riconciliazione, possono ottenere il perdono, unendo la propria intenzione (= “voglio chiedere perdono”) all’intenzione dell’intera Comunità cristiana (= che vuole dare il perdono grazie al Vescovo e per mezzo di un rito). È fondamentale che ciascuno si renda conto del proprio pentimento attraverso un esame di coscienza, serio e ampiamente meditato.
Un rito condiviso.
Poiché l’intenzione di ricevere e ottenere il perdono non è legata ai capricci di ciascuno, nessuno può presumere che Dio lo perdoni in qualsiasi momento “alla spicciolata”. Come detto, occorrono la testa e il cuore (l’intenzione), occorre il pentimento (seguito all’esame di coscienza), ma occorre anche che ci sia un segno tangibile di Dio che perdona davvero: occorrono cioè un rito liturgico, fatto all’interno di una comunità, e colui che lo presiede – l’Apostolo, quale inviato di Cristo. Pertanto stabilisco che l’assoluzione generale avverrà secondo le seguenti coordinate:
– la sera del venerdì santo alle ore 21.00
– la comunità domestica, la famiglia, si radunerà in un luogo della casa davanti al Crocifisso
– vivrà una semplice liturgia della Parola (che vi darò tramite l’Ufficio Liturgico)
– chi si sarà preparato (intenzione e pentimento), avrà spazio per confessare interiormente e silenziosamente i propri peccati, per poi ottenere il perdono espresso tramite una preghiera (che vi renderò nota tramite l’Ufficio Liturgico)
Efficacia del segno.
A queste condizioni – che presuppongono la fatica della preparazione previa di ciascuno e il “sacrificio” della celebrazione domestica – i penitenti abbiano fede della certezza del perdono divino, perché il Vescovo (distante ma presente) lo chiederà per tutti in quella stessa ora dalla cattedrale.
Impegno successivo.
Passata l’emergenza, sarà poi necessario completare il percorso penitenziale con un ultimo gesto importante: la confessione individuale presso un sacerdote, che ciascuno dovrà vivere nelle modalità consuete. Il sacerdote ascolterà solamente la confessione, che il fedele già perdonato farà volentieri, come segno del cambiamento interiore ricevuto insieme al perdono divino.
SUSSIDI
I sussidi per le celebrazioni – sia nelle chiese sia nelle famiglie – preparati dall’Ufficio Liturgico vengono consegnati in formato pdf a tutti i presbiteri, perché li diffondano a tutti i parrocchiani o tramite i mezzi telematici (social o mail) oppure in formato cartaceo, provvedendo a stampare e recapitare a più persone possibile. È bene che chi è più avvezzo ai nuovi mezzi di comunicazione (come i giovani o le famiglie), faccia da cassa di risonanza per raggiungere anche i più anziani.
Capisco bene che le informazioni da digerire sono tante. Anche queste comportano la “fatica” del nostro impegno. Questo aspetto laborioso, straordinario, della Pasqua 2020 sarà proprio quello che ci farà vivere pienamente la grande festa pasquale. La gusteremo fino in fondo e ci sentiremo rinascere davvero.
Il vostro Vescovo Maurizio
Domenica 5 aprile, per la Domenica delle Palme, alle ore 18 in Cattedrale a Vigevano si svolgerà la Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Maurizio Gervasoni. La cerimonia sarà trasmessa sulla pagina Facebook de L’Araldo Lomellino.
Il 9 aprile, per il Giovedì Santo, alle ore 21 sempre in Duomo si svolgerà la Celebrazione Eucaristica della Cena del Signore celebrata dal Vescovo; la diretta sarà sulla pagina Facebook de L’Araldo Lomellino.
10 aprile, Venerdì Santo, alle 16 in Cattedrale Azione Liturgica nella morte del Signore presieduta dal Vescovo. Alle 21 assoluzione generale a tutti i fedeli della Diocesi trasmessa sulla pagina Facebook de L’Araldo Lomellino.
Al Sabato Santo, 11 aprile, la Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo Maurizio sarà celebrata alle ore 21 in Duomo. 12 aprile, Domenica di Pasqua, alle 18 sarà celebrata dal Vescovo Maurizio la Santa Messa sempre in Cattedrale, trasmessa in diretta sulla pagina Facebook de L’Araldo.