La lotta dei due lupi

Una notte, un vecchio indiano raccontò a suo nipote una storia: «Figlio mio, la battaglia nel nostro cuore è combattuta da due lupi. Un lupo è maligno: è collera, gelosia, tristezza, rammarico, avidità, arroganza, autocommiserazione, colpa, risentimento, inferiorità, falso orgoglio, superiorità; è l’ego. L’altro è buono: è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, immedesimazione, generosità, verità, compassione e fede». Il nipote, dopo averci pensato per qualche minuto, chiese al nonno: «Quale dei due lupi vince?». Il vecchio rispose semplicemente: «Quello che tu nutri».

POSSIDEO ERGO SUM La nostra attenzione, in questa puntata si focalizza sul “lupo” dell’avarizia. Etimologicamente avarizia deriva dal latino “aviditas aeris”, “avidità del bronzo”, cioè del denaro. Si consuma nel piacere dell’anima più che in quello della carne. È una forma di idolatria: il denaro, i beni, le cose al posto di Dio. È l’amore smodato per le ricchezze e i beni terreni che può portare ad agire contro la carità e la giustizia.  L’avaro è uno che non sa godersi la vita giacché la sua mente lavora senza sosta per “risparmiare”. Il pensiero dell’avaro è questo: «Io sono quello che possiedo». La radice dell’essere è posta nell’avere.

IDOLATRIA Possedere è una cosa legittima, ma i problemi insorgono quando sono le cose a possedere noi. L’avarizia è un godimento senza godimento, cioè senza concedersi l’uso della propria ricchezza, perché in fondo in fondo l’avaro è affascinato dal potere che la sua ricchezza gli dà. È disposto a non utilizzarla e men che meno a condividerla pur di godere della ricchezza che possiede. San Paolo scrive al discepolo Timoteo: «L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti» (1Tm 6,10). L’avarizia può anche far deviare dalla fede perché altera il rapporto con Dio: anziché adorare Dio e credere nella sua Provvidenza l’avaro idolatra ciò che sembra comunicargli sicurezza fino a vivere una sorta di ateismo pratico, anche se va a Messa tutte le domeniche. Se non c’è un Padre provvidente in cui confidare, non ci restano che le sole nostre forze.

PAURA DI MORIRE A scanso d’equivoci, va pure detto che l’avarizia non riguarda solo i ricchi, perché bene o male ci attraversa un po’ tutti: «È un vizio trasversale – ha detto Papa Francesco – che spesso non ha nulla a che vedere con il saldo del conto corrente, è una malattia del cuore, non del portafoglio». A pensarci bene, la radice dell’avarizia è la paura della morte, perché, se è vero che l’avaro vede ogni perdita come una tragedia, a maggior ragione la morte perché con essa apparentemente noi perdiamo tutto. Tanto è forte la paura, tanto più forte e disordinato è il possesso e quindi tanto più forte è l’avarizia, solo che tutte le cose finite sommate insieme non danno l’infinito. L’avarizia si vince col distacco e l’amore, non tanto diventando così generosi da dare i propri beni, ma così saggi da prendersi quelli veri. Si tratta di imparare ad arricchire davanti a Dio. Leggiamo nella Lettera agli Ebrei:

La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò

(Eb 13,5). Il contrario dell’avarizia è lasciarsi spossessare da Dio e accettare il suo amore per noi. La generosità ne è la conseguenza.

don Paolo Ciccotti

Le ultime

Osservatorio 14-03 / Il digiuno e la parola

L’immagine del deserto è una delle più evocative del...

16 marzo, seconda Domenica di Quaresima

Siamo nel cuore del vangelo di Luca, una sosta...

Il Racconto / Cercando mostri di pietra

Il cercatore di Gargoyle, col pesante cappotto nero che...

Bestiario / Nutria, un infranto sogno borghese

Quando risalgono dai fossi, con la pelliccia ancora umida,...

Login

spot_img
araldo
araldo
L'Araldo Lomellino da 120 anni racconta la Diocesi di Vigevano e la Lomellina, attraversando la storia di questo territorio al fianco delle persone che lo vivono.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui