Viaggio in Parrocchia / Borgo San Siro, piccolo mondo

Arrivando a Borgo San Siro la prima cosa che si vede da lontano è il campanile della chiesa dedicata al patrono che dà il nome al paese.

MONDO PICCOLO Venendo da Garlasco si lascia la campagna per attraversare la zona industriale con i suoi capannoni, e addentrandosi lungo la strada principale si passa davanti all’asilo parrocchiale e al municipio, per poi arrivare nella piazza della chiesa. Lì dietro c’è l’oratorio, e nei pressi la scuola elementare. È domenica e dalle 10 alle 11 c’è il catechismo: cinque insegnanti, ognuno con una classe di cinque o sei alunni (tranne quella della cresima, che quest’anno ne conta undici). Comunità piccola (985 anime) dove tutti si aiutano, e dove tutto ruota intorno alla parrocchia e all’oratorio.

LA MESSA Qui i ragazzi imparano il dialetto dalla cuoca, la signora Giovanna, e dagli anziani che sostano nel bar. Qui quando la Pro loco ha bisogno di gente arrivano i ragazzi dell’oratorio, e quando viceversa la parrocchia cerca aiuto le associazioni accorrono.

A Borgo – racconta una ragazza – se suoni le campane tutti si precipitano.

È vero, proprio in quel momento si odono i rintocchi delle undici e la gente si affretta; persino un cagnolino che si trascinava lentamente lungo la strada si mette a correre verso la chiesa, dove alle 11.15 si celebra la messa con un coro di 20 elementi diretti da Veronica Bertassello e Matteo Cerri all’organo. Il parroco è don Mauro Bertoglio, che si trova a guidare questa comunità dall’8 novembre 2020.

don mauro bertoglio
don mauro bertoglio

IL PARROCO «Con la gente di Borgo San Siro – racconta il  sacerdote – mi trovo molto bene. Come in ogni paese si fa presto a conoscere tutti, anche se qui il parroco è in “condivisione” con Garlasco. Questa è una comunità nella quale si è sviluppata la corresponsabilità anche per via del fatto che io non risiedo in paese. C’è un bel gruppo di parrocchiani che vivono in modo spiccato la ministerialità su vari fronti e in collaborazione anche con altre associazioni non direttamente legate alla parrocchia».

L’AUGURIO Che eredità spirituale hanno lasciato i parroci che ti hanno preceduto? «Credo che il lascito maggiore sia l’impostazione pastorale che ho richiamato prima, poi penso alla struttura dell’oratorio che pur inserito in una comunità numericamente piccola è diventato una risposta per ragazzi e giovani anche di parrocchie vicine. Nell’avviarsi ormai dell’unità pastorale con le parrocchie di Garlasco, Bozzola, San Biagio, Parasacco e Zerbolò sarà necessaria una condivisione maggiore sugli ambiti indicati dal Vescovo: famiglia, giovani e poveri». Cosa auguri ai tuoi fedeli?

Che possiamo intraprendere cammini autentici di discepolato in una società di fine cristianità.

veronica bertassello
veronica bertassello

«Imparare a essere, non fare»

Aiutante del parroco, catechista, animatrice in oratorio, direttrice del coro che anima la messa domenicale: per la chiesa di Borgo San Siro, Veronica Bertassello fa un po’ di tutto, dedicando alla piccola comunità il tempo libero che le rimane dopo il suo lavoro di insegnante di religione. «La musica è parte integrante della liturgia, – racconta – e ci credo fermamente. Del resto sant’Agostino diceva che “chi canta prega due volte”: ed è proprio vero. Nel coro siamo una ventina ma ci mancano le voci dei bassi, come spesso accade». In compenso l’assemblea dei fedeli si unisce volentieri al canto durante la celebrazione. E in oratorio è sempre una festa, con una trentina di bambini e 25 animatori: «Ci sono studenti che vanno dalla fascia d’età della prima superiore a quella di giovani laureati che già lavorano e dedicano il loro tempo ad aiutare la parrocchia con l’educazione, l’animazione, la catechesi e molto altro. Io personalmente amo stare in oratorio e partecipare anche alle attività ludiche insieme ai ragazzi. Poi c’è la grande passione per l’aspetto educativo, che viene anche dalla mia professione d’insegnante di religione. Da ormai dieci anni, oltre a  occuparmi del coro parrocchiale,  sono tra i catechisti. La continua ricerca della fede passa dalla dimensione comunitaria, per portare a casa la fede personale. Dai ragazzi imparo molto, non semplicemente a fare, ma ad essere: questo è molto importante».

Davide Zardo

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