Tra le antiche arcate e le colonne di pietra della cattedrale di Vigevano sembra di sentire ancora la presenza del vescovo Caramuel, che nel secolo XVII volle idearne la facciata per “raddrizzare” la piazza Ducale.
IL CARAMUEL Qui si può facilmente trovare il parroco, don Cesare Silva, che sulla storia del territorio, soprattutto della Chiesa locale, ha scritto numerosi libri. Anche su Caramuel. «Quando qualcuno viene a trovarmi – spiega – gli racconto la vita di questo genio. Il ruolo di parroco del Duomo esprime la volontà di raddrizzare quello che è storto, come ha fatto Caramuel con la piazza Ducale, facendone un punto di unione con la città. Il punto focale della piazza è diventato il Duomo: sarebbe bello fare lo stesso per la vita cittadina». Che rapporto c’è, a proposito, col Comune e le associazioni locali? «E’ improntato al reciproco rispetto, anche grazie alla mia amicizia con gli assessori e i funzionari dell’amministrazione. È bello richiamare la cattedrale come punto di riferimento per la città». Don Cesare Silva è parroco del Duomo di Vigevano da ormai un anno, ed essendo nato qui si è sentito subito accolto e a proprio agio.
DIMENSIONE CITTADINA Cosa contraddistingue questa comunità? «Più che un’identità di paese o di periferia direi che predomina una dimensione cittadina, punto di riferimento per il passaggio di un bel gruppo di parrocchiani. C’è una buona presenza di stranieri soprattutto del Sud America, con un catechismo vivace e numeroso».
La base parrocchiale è costituita dagli anziani, quando vado a benedire le case vedo soprattutto loro, e molti stranieri.
LA PASTORALE Che eredità spirituale hanno lasciato i parroci che sono stati qui prima? «In persone più attempate c’è ancora il ricordo di una pastorale forte da parte di monsignor Bellazzi e monsignor Forti, che rimane nonostante i successori abbiano affrontato cambiamenti radicali per la città, adattandosi a condizioni del tutto nuove». Di cosa ha più bisogno questa comunità? «Di una presenza stabile del parroco, un punto di riferimento… c’è una dimensione turistica molto forte, tanto passaggio di visitatori che cercano il contatto umano. Tanti vengono in momenti fissi in cui sanno quando trovarmi per le confessioni, per una parola buona, per il bisogno di trovare un prete che li ascolti, preghi per loro e li consigli per un aiuto riguardo problemi anche materiali. Se dovessi fare un augurio ai miei fedeli sarebbe di trovare un punto di riferimento in parrocchia e scoprire una dimensione della fede nella quotidianità, in una città che sembra un po’ smarrita. Io cerco di essere presente, di far sapere che ci sono, nel limite del possibile».
Dalla cultura un aiuto per la povertà
Libri in offerta, per aiutare i bisognosi. É l’iniziativa che si svolge l’ultimo weekend di ogni mese sul sagrato del Duomo, grazie a un’idea di don Cesare Silva.
«Sono libri donati alla parrocchia – spiega Lorenzo Fusani, che fa parte del consiglio economico e di quello pastorale – e messi a disposizione di chi vorrà fare un’offerta in aiuto a chi soffre. La distribuzione avviene in coincidenza con la celebrazione delle messe: sabato dalle 16.30 alle 19, domenica dalle 9.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19. Grazie a questo evento c’è un gran susseguirsi di volontari, di persone in più che si sono avvicinate alla parrocchia». Lorenzo Fusani è da 10 anni che dà una mano in Duomo. «Ho iniziato con don Mauro Bertoglio, poi c’è stato il vicario diocesano come amministratore, e finalmente abbiamo di nuovo un parroco. Don Cesare è un vulcano di idee, non si sottrae ai suoi impegni, e ha rivitalizzato tradizioni come la festa di santa Maria bambina in settembre e l’adorazione eucaristica serale ogni venerdì. Presto il mio contributo volentieri, mi fa stare bene confrontarmi e condividere in maniera serena con gli altri questa esperienza di volontariato. A San Pietro martire abbiamo anche lo sportello d’ascolto per le povertà, punto di riferimento pure per la parrocchia di san Francesco, nell’ottica dell’unità pastorale, in collaborazione con la San Vincenzo».
Davide Zardo