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    Scuola / Un milione di euro contro l’abbandono per gli istituti di Vigevano e Lomellina

    Oltre un milione di euro per le scuole di Vigevano e della Lomellina.

    Queste le risorse che sono state stanziate nell’ambito del Pnrr per il contrasto alla dispersione scolastica e dei “Neet”,

    i giovani tra i 18 e i 24 anni che non studiano, non si formano e non lavorano. Le risorse sono state assegnate con il decreto ministeriale 170 dello scorso 24 giugno, ne sono previste per tutte le province italiane e non sono destinate a tutti gli istituti del territorio, bensì sono attribuite in funzione di parametri che classificano il “rischio di dispersione” su base regionale e di singola istituzione, in pratica la graduatoria non premia i “migliori”, ma mira a intervenire sulle situazioni caratterizzate da maggiore criticità. La Lombardia ha ricevuto in tutto 57.66 milioni di euro, terza dopo Campania e Sicilia.

    LA LISTA In provincia di Pavia sono 21 le scuole destinatarie di una sovvenzione, tra cui diverse vigevanesi e lomelline: l’Istituto comprensivo di Cassolnovo (107660.16 euro), l’Ic di Gambolò (103038.23€), l’istituto Pollini di Mortara (262211.60€, il contributo maggiore), il Caramuel (188854.14€), il Casale (176756.20€), l’Ic Viale Libertà (121147.93€), l’Ic Via Botto (112377.62€), l’Ic Vittorio Veneto (110254.70€) a Vigevano. Comprensibile che manchino i licei – hanno tendenzialmente punteggi migliori nei parametri considerati – meno che non ci sia l’Ic Via Valletta Fogliano, di cui fanno parte anche Bramante e Vidari, unico tra quelli ducali a non aver ricevuto risorse.

    Scuola superiori - banchi

    IL PROGETTO L’investimento 1.4 prende il nome di “Intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nel I e II ciclo della scuola secondaria e alla lotta alla dispersione scolastica”, ha fondi previsti per 1.5 miliardi di euro di cui 500 milioni stanziati in questa prima fase e fa parte della missione 4 del Pnrr, quella dedicata a “Istruzione e ricerca”. All’interno del dossier presentato alla Commissione europea il governo italiano precisa che il piano parte dalle competenze di base ovvero la conoscenza della lingua d’insegnamento (italiano), della matematica e dell’inglese e dalla constatazione che da un lato queste

    sono un predittore molto forte del successo educativo dei giovani

    e dall’altro lato l’Italia ha punteggi più bassi della media Ocse in lettura, matematica e scienze nelle rilevazioni Pisa, che coinvolgono gli studenti di 15 anni, e i risultati sono simili anche in quelle Piaac riservate agli adulti. L’obiettivo è migliorare questa performance – occorre precisare che il nord Italia si colloca già al di sopra della media Ocse – per contrastare la dispersione scolastica e ridurre i “Neet”, che sono il 14.5% della popolazione tra 18 e 24 anni a fronte di un target da raggiungere del 10%. L’ultimo dato considerato per il primo parametro era pari al 3.8% nella secondaria (1.17% nella primaria) e secondo le rilevazioni del ministero dell’Istruzione si correla direttamente con la presenza di disuguaglianze a livello di reddito, povertà, deprivazione materiale; allo stesso tempo l’occupazione si correla inversamente con l’abbandono precoce della scuola.

    Giuseppe Del Signore

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