Gli stranieri tra i banchi, tra prima e seconda generazione, a Vigevano oscillano tra il 25 e il 50%. I paesi di provenienza, facendo riferimento agli ultimi dati del gennaio 2024, sono Egitto 23%), Romania (12.8%), Albania (8.1%). Si tratta di dati che non includono le seconde generazioni che hanno acquisito la cittadinanza italiana. A questi si aggiungono altre minoranze provenienti dal Marocco (6.3%), Perù (5.3%), Cina e Filippine (entrambi intorno al 4.7%), Ecuador e Tunisia (sul 3.9%), e Ucraina (3.4%). È chiaro che, alla luce di questi fatti, l’integrazione scolastica degli studenti stranieri è una delle sfide attuali per le scuole di Vigevano. I dati raccolti nei diversi istituti fotografano una realtà composita e in evoluzione.
LE CIFRE NELLE SCUOLE All’Ic di Via Botto, la percentuale di alunni stranieri nati all’estero varia dal 4.07% al 14.18% a seconda dei plessi (il 4.07% alla Boschetti, il 9.09% alla Ramella, il 14.18% alla Besozzi); quelli nati in Italia da genitori stranieri oscillano tra il 16.97% e il 21.14% (il 21.14% alla Boschetti, il 16.97% alla Ramella, il 17.68% alla Besozzi). All’Ic di via Valletta Fogliano, dove gli alunni sono complessivamente 529, si contano alla secondaria di primo grado “Bramante” 69 alunni con cittadinanza non italiana nati all’estero e 70, sempre con cittadinanza non italiana, nati in Italia; gli alunni con cittadinanza italiana nati all’estero sono invece 12, mentre quelli con cittadinanza italiana nati in Italia da genitori nati all’estero o con un genitore non italiano sono 105. Alla primaria, su 781 bambini, 127 sono nati all’estero e 191 in Italia da famiglie straniere, tutti senza cittadinanza italiana; con cittadinanza italiana sono 22 nati all’estero e 177 invece nati all’estero o con un genitore non italiano. Anche l’Ic di Viale Libertà presenta dati significativi. Nelle scuole primarie e secondarie di questo istituto, le percentuali di alunni stranieri nati all’estero e di seconda generazione sono leggermente meno della metà di quelli italiani: il 49.8% per cento, il 18.5% quelli di prima e il 31.3% quelli di seconda generazione. All’Ic di Piazza Vittorio Veneto, nella primaria, circa 120 alunni sono nati all’estero e altri 200 sono nati in Italia da famiglie straniere ormai perfettamente integrate. In totale circa 320 alunni su oltre 800 hanno una origine straniera a vario titolo. Alle medie, invece, oltre 60 alunni sono nati all’estero e almeno 70 sono nati in Italia da famiglie straniere, ma perfettamente integrati.
PARLANO I DIRIGENTI I dirigenti scolastici delle scuole vigevanesi hanno evidenziato sia criticità sia soluzioni già adottate. Pietro Chierichetti (Ic di Via Botto) sottolinea l’importanza di investire risorse in percorsi dedicati sia ai minori stranieri, per facilitare l’acquisizione della lingua e della cultura italiana, sia ai genitori, affinché possano comprendere e condividere le regole del sistema scolastico. «Presso l’istituto comprensivo facciamo queste azioni con fondi Pnrr e anche grazie alla collaborazione con associazioni del territorio», afferma, ma auspica misure di sistema che garantiscano una soluzione strutturale. Massimo Camola (Ic di via Valletta Fogliano) evidenzia il problema della distribuzione degli studenti sul territorio: «Lo stradario, adottato dai consigli di Istituto per regolamentare la distribuzione degli alunni, è stato redatto oltre dieci anni fa e non tiene conto dei cambiamenti demografici». Camola sottolinea inoltre «come il calo delle nascite renda difficile applicare limiti percentuali agli alunni di origine straniera». La soluzione per migliorare la loro condizione di inserimento e integrazione all’interno delle classi, secondo Giovanna Montagna, dirigente dell’Ic di viale Libertà, «sicuramente è quella di implementare i corsi di alfabetizzazione con mediatori culturali e coinvolgerli in attività progettuali che valorizzino la nostra cultura e nello stesso tempo vedano una condivisione della loro». Anna Miracca, dirigente dell’ic di Piazza Vittorio Veneto, sposta l’attenzione su un altro aspetto:
Il problema non è della scuola, ma sociale – dice – La scuola è lo specchio di una società ormai multietnica, ma la maggior parte delle famiglie è perfettamente integrata. I ragazzi vivono l’integrazione come una normalità».
LA SCUOLA SI ATTREZZA Il quadro che emerge è quello di una scuola che si sta attrezzando per rispondere alle sfide dell’integrazione, con strumenti come corsi di alfabetizzazione e progetti interculturali. Il futuro dell’integrazione scolastica, dunque, passa attraverso risorse, programmazione e una consapevolezza sempre più diffusa dell’importanza di costruire una comunità inclusiva fin dai banchi di scuola.
Ig, Ms.