Cinque medici di medicina generale pronti ad appendere il camice al chiodo. Questa una delle prime novità targate 2025 per più di 7mila vigevanesi, che dovranno dire addio al loro medico di famiglia in attesa di nuovi ingressi, sui quali però Asst Pavia e Amf (l’associazione dei medici del territorio) rassicurano.
PENSIONAMENTI «Per adesso di emergenza a Vigevano non sembra essercene – commenta Giorgio Rubino, uno dei cinque medici interessati dal pensionamento e presidente di Amf – Già a partire da questo mese ci saranno i primi tre pensionamenti imminenti, il quarto, che sarei io, verso la fine dell’anno». Una situazione attesa e per cui i medici in carico per ora non dovranno temere un aumento del tetto massimo di mutuati a 2000 pazienti, come successo in altre realtà del territorio.
Tengo a precisare che con i futuri pensionamenti non credo sarà necessario di aumentare il massimale a 2000 – spiega Rubino – nel senso che ci sono ancora colleghi con posti disponibili per accogliere ulteriori pazienti. Molti assistiti, già a conoscenza del futuro pensionamento del loro medico, hanno provveduto a spostarsi, non trovando difficoltà a inserirsi presso altri colleghi.
SOSTITUTI Non solo addii, ma anche nuove sostituzioni. «Per quanto riguarda il pensionamento di un medico so già di per certo che subentrerà subito un collega, sopperendo abbastanza bene alla sua uscita – racconta – La speranza è che possano subentrare un paio di medici nell’ambito, una volta passato il test di ammissione per la scuola di specialità può aprire da subito lo studio, arrivando ad avere fino a 1000 mutuati». A rassicurare sulla situazione anche l’Asst di Pavia che «intende gestire la situazione secondo quanto previsto». Rientrando quindi Vigevano negli ambiti carenti, la soluzione risiede «nell’assegnazione di incarichi attraverso l’attuale avviso provvisorio per il passaggio al ruolo unico di assistenza primaria». In alternativa, nel caso non si raggiungesse il risultato, «si potrebbe sopperire alla carenza attraverso la proposta di aumento del massimale ai medici che resteranno in servizio nell’ambito, il conferimento di incarichi a tempo determinato o l’ipotesi dell’Ambulatorio Medico Temporaneo». Idea, quest’ultima, comunque esclusa dall’Asst di Pavia.
APPETIBILITÀ Ma se il problema nella città ducale a ora non sussiste, diversa è la situazione per comuni come Cassolnovo, da tempo alle prese con sostituti e ambulatori istituiti dall’Asst di Pavia, ma senza di fatto aver trovato un nuovo medico di ruolo. «Nonostante vengano fatti dei bandi di concorso da parte di Asst, i medici nemmeno si presentano – continua il presidente di Amf – Il problema principale? Sicuramente perché i medici sono pochi, ma soprattutto perché la professione non è ambita». Tra le cause principali della poca appetibilità «tutta la parte della burocrazia, l’incertezza e, di conseguenza, la remunerazione non all’altezza di tutte le mansioni svolte». Non solo una professione la cui missione è la cura dei paziente, ma ormai dei moderni burocrati. «Per quanto a livello politico parlino di fare 38 ore, solo di ambulatorio noi medici di medicina le superiamo abbondantemente – racconta – senza tener conto delle attività di ricettazione, e-mail, ricettazioni online, piani terapeutici e voucher da compilare. Finché non ci saranno degli stipendi normali, adeguati al resto d’Europa, non si troveranno mai colleghi che lavoreranno in Italia. Soprattutto per i giovani laureati, la scelta sarà quella di andare all’estero».
Rossana Zorzato