Riso Tea: gli ecologisti spiegano la loro contrarietà

Poca partecipazione alla manifestazione promossa a Mezzana Bigli lo scorso 8 luglio dalla sezione di Bergamo del gruppo ecologista “Resistenze al nanomondo” per protestare contro la sperimentazione delle Tea, le Tecniche di evoluzione assistita.

MANIFESTAZIONE Un presidio organizzato per ribadire la contrarietà al primo campo sperimentale di riso Tea della Cascina Erbatici. «Dall’esperimento e dalla ricerca effettuati nel campo di Mezzana Bigli non esce nulla di significativo, visto che è stato portato avanti in modo errato – ha evidenziato Mario Apicella, agronomo che le considera a tutti gli effetti Ogm – per dimostrare la validità di questo progetto e che le Tea consentono di produrre più riso bisogna avere altri terreni per la sperimentazione, coltivati con tecniche tradizionali, in modo da avere termini di paragone sulla produttività. In caso contrario quello che è stato fatto risulta inutile».

NO ALLE TEA “Resistenze al nanomondo” considera dannoso l’uso delle Tecniche di evoluzione assistita in agricoltura e le modifiche del genoma delle piante attraverso la tecnologia di ingegneria genetica CRISPR/CAS9: «Creare riso ingegnerizzato servendosi dei laboratori rappresenta una sconfitta per tutti, per i consumatori e per chi lavora nel mondo agricolo – ha ribadito Apicella – la biodiversità presente in natura ci dà già modo di fare qualunque cosa, senza dover ricorrere a delle tecniche completamente inutili. Ricordo che esistono diversi scienziati che hanno o stanno esprimendo la propria contrarietà nei confronti di queste pratiche. La bibliografia è piena di effetti indesiderati dettati dall’editing genomico». Al di là della genericità delle accuse, occorre precisare che effettivamente le Tea o “Nuove tecniche genomiche” si basano sull’editing genetico (tecnica CRISPR) e sulla cisgenesi (trasferimento di un gene da una pianta sessualmente compatibile, spesso della stessa specie), ma non sono associabili agli Ogm (Organismi geneticamente modificati), che invece prevedono l’inserimento nel Dna di geni “esogeni”, di altre specie. Nel mirino anche l’agricoltura 4.0, vale a dire l’evoluzione dell’agricoltura di precisione che consente di massimizzare la produzione, la qualità e la sostenibilità nell’ambito agricolo tramite l’innovazione tecnologica, ma non gradita a chi sostiene un’agricoltura «tradizionale e che ha comunque funzionato nel corso degli anni. Sulle Tea e gli Ogm ancora non c’è nulla di certo. Da qui la perplessità di molti agricoltori e associazioni».

Edoardo Varese

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