I cinghiali un flagello per il mondo agricolo: i danni economici e i raccolti a rischio per la presenza della fauna selvatica allarmano allevatori e associazioni di categoria, ancora alle prese con la Peste suina africana.
PAURA Una delegazione di Coldiretti Pavia ha preso parte il 18 maggio a una manifestazione a Milano per «chiedere risposte certe e immediate», sottolinea il presidente di Coldiretti Pavia Silvia Garavaglia, secondo cui
occorre un cambio di marcia sulle politiche relative ai piani di contenimento degli ungulati. In Lombardia e in provincia di Pavia il problema dei cinghiali, che si somma ai danni provocati da altre specie selvatiche o invasive con cui gli agricoltori sono costretti loro malgrado a fare i conti, non ha fatto altro che aggravarsi.
RICHIESTE Una politica di contenimento della fauna selvatica per impedire l’ulteriore proliferare della stessa è la direzione verso la quale intende muoversi anche Cia Pavia: «E’ da anni che la nostra associazione predica un cambio della legge che regola la caccia – precisa il direttore Paola Fugagnoli – i cinghiali rappresentano i principali vettori di trasmissione della Psa. Alla luce di quanto sta succedendo, non si può più parlare di specie protette. Nel corso degli anni, anche a causa della siccità che ha prosciugato diversi corsi idrici, i cinghiali sono arrivati nelle zone a nord del Po. Occorre agire con un approccio diverso, perché sono gli agricoltori i primi a subire i danni causati dalla fauna selvatica. Non si può fare a meno delle misure di contenimento».
PERPLESSITA’ L’invasione di cinghiali allarma le istituzioni pavesi, anche se non tutti sembrano favorevoli a perseguire la strada dell’abbattimento. «E’ un problema che va risolto sia per impedire che i campi dei contadini vengano ulteriormente rovinati sia perché sono stati i cinghiali a diffondere la pesta suina – evidenzia Massimo Nascimbene, sindaco di Zinasco, comune nel quale si erano verificati i primi casi di Psa in Lomellina lo scorso agosto – per quanto riguarda la mia amministrazione ribadisco la massima disponibilità a collaborare con Ats Pavia e con tutte le autorità competenti per trovare una soluzione. Tuttavia se fosse possibile vorrei evitare di assistere a abbattimenti di massa di cinghiali, anche se riconosco che siano aumentati in modo considerevole sul territorio, o di altre specie di fauna selvatica. Dal punto di vista umano mi dispiacerebbe se venissero introdotte soluzioni così estreme».
AIUTI Più certezze e una maggiore tutela sono invece le richieste degli agricoltori: «I cinghiali sono pericolosi sia perché possono attaccare l’uomo sia perché se entrano nei campi arrecano danni non indifferenti – sottolinea Pietro Mascherpa, agricoltore vigevanese – hanno imparato a mangiare il germoglio del mais. Nei seminativi presenti nel territorio lomellino il problema principale è questo, anche se oltre ai cinghiali spesso ci ritroviamo a dover fare i conti con le nutrie. C’è poi il tema dei sinistri stradali causati da animali selvatici che non deve passare in secondo piano».
Edoardo Varese