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Duecento in più. Tanti sono i residenti che Vigevano ha guadagnato nel corso del 2024 secondo le rilevazioni Istat, che arrivano fino a novembre e tralasciano dunque gli ultimi trentuno giorni dell’anno. Una lieve crescita (+0.3%) dopo quattro anni su cinque di calo, una tendenza in linea con quanto emerge nei comuni principali della Lomellina: Mortara segna +1.2%, Gambolò e Garlasco +0.4%, Mede +0.6%. A livello nazionale – ma qui le cifre risalgono all’inizio del 2024 – la popolazione è rimasta sostanzialmente stabile (-7mila), ma se l’istantanea sembra indicare un equilibrio, le previsioni di Istat dicono che «la popolazione residente è in decrescita: da circa 59 milioni al 1 gennaio 2023 e 58.6 nel 2030, a 54.8 nel 2050 fino a 46.1 nel 2080».
LO SCENARIO Può sembrare una data remota, ma è grosso modo l’epoca in cui andranno verso la pensione gli adolescenti di oggi e saranno nel pieno dell’attività i bambini odierni; saranno loro a dover fronteggiare le conseguenze delle politiche e delle decisioni che saranno adottate o non saranno adottate negli anni ’20, cioè da quando è diventato evidente a tutti e non più solo agli studiosi il declino demografico a cui l’Italia sta andando incontro. Il peso delle scelte lo sottolinea sempre Istat, che ha delineato tre scenari, uno sfavorevole, uno “favorevole” e uno mediano: «Nell’ipotesi più favorevole, quindi, la popolazione potrebbe subire una perdita di “soli” 5.9 milioni tra il 2023 e il 2080, di cui 2.0 milioni già entro il 2050. Nel caso meno propizio, invece, il calo di popolazione toccherebbe i 19.7 milioni di individui entro il 2080, 6.3 milioni dei quali già in vista del 2050». A fare la differenza saranno fattori imponderabili (di contesto storico, economico, climatico-ambientale) e azione politica, atteso che un calo è inevitabile anche nello scenario più ottimistico e che in quello più pessimistico ci sarebbero meno di 40 milioni di persone in Italia. Una distopia: giusto per citare qualche proiezione, già nel 2050 gli over65 «potrebbero rappresentare il 34.5% del totale», l’età media potrebbe salire a 51.1 anni (l’Italia già oggi è il secondo Paese più “anziano” del mondo, preceduta dal Giappone),
il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65+) passerà da circa tre a due a circa uno a uno
con tutte le conseguenze del caso in termini di sostenibilità della spesa sociale e dei servizi, ma anche di riduzione del Pil (uno studio della Banca d’Italia stima in -16.2% la riduzione di quello pro capite e in -24.4% quello nazionale in caso di discesa a 54 milioni di residenti). Per le giovani generazioni presenti (ammesso che restino, 141mila i cancellati per l’estero nel 2023, soprattutto under35) una strada in salita… da affrontare da soli, perché «entro il 2043 meno di una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli» e «tra 20 anni quattro famiglia su 10 saranno costituite da persone sole», con un forte aumento della solitudine soprattutto tra i più anziani: «Nel 2043, grazie a una crescita di ben il 40%, gli ultrasessantacinquenni soli raggiungeranno i 6.2 milioni, arrivando a costituire il 57.7% dei 10.7 milioni di persone che si prevede vivranno sole».
QUI E ORA In Lomellina per ora tutto questo si traduce in un progressivo restringimento del centro della piramide demografica – la fascia della popolazione attiva, cioè chi è in età lavorativa – in una più lenta riduzione del gruppo degli under18 e in un ampliamento degli over65. A Vigevano la ripartizione vede un 15.8% di minori, un 59.4% tra i 18 e i 64 anni, un 24.8% di ultrasessantacinquenni (tra cui un 1.5% di over90). Il che vuol dire che già oggi una persona su quattro ha più di 65 anni, una cifra che aumenta se si considera solo chi è cittadino italiano, raggiungendo il 28.7% mentre gli under18 scendono al 13.7% e la fascia 18-64 si attesta al 57.6%. Sono gli stranieri insomma a “ringiovanire” la città ducale, del resto il 26.3% di questi ha meno di 18 anni, il 69.4% è tra 19 e 64 e solo il 4.2% supera i 65. Spostandosi a Mortara il 14.5% del totale dei residenti è under18, il 61.5% nella fascia 18-64, il 24% è over65, a Gambolò le percentuali sono rispettivamente 14.9%, 62.7%, 22.5%, a Garlasco 13.3%, 60.5%, 26.1%, a Cava Manara 13.8%, 61.9%, 24.3%, a Mede 13.2%, 59.2%, 27.6%. La transizione demografica è già in atto ed è tamponata dalle iscrizioni provenienti dall’estero o da altri comuni italiani; tutti questi centri infatti hanno un saldo negativo nati/morti e solo Gambolò a novembre aveva già superato le nascite dell’anno precedente, mentre tutti gli altri erano di poco sotto o di poco sopra il dato peggiore della loro serie storica (ad esempio Vigevano a 361 contro 383 del 2023, il più basso di sempre) e sarà importante capire se c’è stato un nuovo picco negativo oppure no. In particolare a pesare è soprattutto la migrazione da altri paesi, nella città ducale gli stranieri sono il 15.8% del totale dei residenti (a cui si possono aggiungere quanti nel frattempo hanno conseguito la cittadinanza), con una diminuzione dell’1.6% rispetto al 2023 (è la terza volta in cinque anni che si riscontra una decrescita). A Mortara arrivano al 17.8%, più basse le quote di Mede (9.4%), Garlasco (7.5%) e Gambolò (5.1%).
Giuseppe Del Signore