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Sono 4 su 10 i ragazzi tra 15 e 19 anni che in Italia hanno usato una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita, 1 su 2 quelli che hanno fumato, 8 su 10 quelli che hanno fatto uso di una bevanda alcolica. La “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia” (basata sui dati dello studio Espad 2023, nonché su rilevazioni ministeriali, Iss e Istat) fotografa «un contesto contrassegnato da trend in aumento, sia in rapporto ai consumi sia ai reti penali sia in rapporto alla domanda di trattamento, tornati a crescere dopo la flessione durante il periodo della pandemia». Una risalita che non è solo dei giovani, ma della popolazione in generale.
TENDENZE Il Documento segnala alcuni «fenomeni emergenti significativi» tra cui una maggiore concentrazione di Thc nei derivati della cannabis, la comparsa di nuove sostanze che possono essere usate nelle sigarette elettroniche, un’espansione del mercato della cocaina, che impatta anche sui sistemi di cura, 25 allerte nel corso del 2023 da parte del Sistema nazionale di allerta precoce, tra cui una relativa al fentanil (droga che ha «una potenza oltre 80 volte superiore a quella della morfina) e che negli Stati Uniti ha causato una vera e propria emergenza ed è collegata a circa 75mila morti nel 2022, meno diffusa in Ue). A questi si aggiunge «il trend in crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani, a eccezione della cannabis che ha visto una flessione nella prevalenza dei consumi».
IL MERCATO A spingere la domanda è un’offerta che continua a essere abbondante. Considerando la cocaina, «i quantitativi di cocaina sequestrati sono più che quintuplicati», con un aumento dei ricoveri correlati che oggi pesano per il 25% del totale, mentre i decessi sono il 23.3% di quelli droga-correlati (il 27.8% del totale non è specificato). La cannabis resta comunque la principale sostanza per la detenzione a uso personale (76% delle segnalazioni) e per sequestri (67 tonnellate). L’eroina e gli oppiacei coprono una fetta minore – lo 0.3% dei sequestri – e sono poco diffusi tra i ragazzi, ma hanno un forte impatto sul sistema sanitario in quanto sono all’origine del 60% dei percorsi nei SerD e del 45.8% delle morti droga-correlate, con un ruolo crescente del metadone.
La sostanza più conveniente per la criminalità organizzata resta la cocaina, che si acquista a 37500 euro al chilo e si vende a 83.55 al grammo, segue l’eroina (tra i 20mila e i 29mila a seconda della qualità, in vendita da 41 a 53 euro al grammo), la meno remunerativa è la marijuana (2400 euro al chilo per 10 al grammo).
GIOVANI Si spiega anche con la facile reperibilità delle sostanze (un quinto le acquista via internet) il 39% della popolazione studentesca che ha consumato almeno una volta nella vita una sostanza, a fronte di un 28% (680mila) che lo ha fatto nel corso dell’ultimo anno. Vuol dire che, in un istituto superiore di medie dimensioni, sono tra 224 e 280 gli studenti che ne hanno fatto uso nell’anno scolastico appena concluso, circa 6 per ogni classe composta da venti alunni. Quali droghe? Circa 700mila nel corso della vita hanno fatto uso di cannabis, 550mila negli ultimi dodici mesi (il 22%) e circa 70mila venti o più volte al mese (il 2.8%). Al secondo posto le “Nuove sostanze psicoattive” (cannabinoidi sintetici, ketamina, oppioidi sintetici), con 260mila giovani che le hanno provate (11%), 160mila nell’ultimo anno (6.4%), quindi gli stimolanti (amfetamine, ecstasy, MDMA, ecc) con 150mila (6%) e 72mila (2.9%), mentre per 23mila il consumo è frequente (0.9%, da 10 a più volte nei trenta giorni precedenti la rilevazione). La cocaina interessa 94mila under20 (3.8%), di cui 54mila nell’ultimo anno (2.2%) e 18mila utilizzatori frequenti (0.7%), gli oppiacei 62mila (2.5%), di cui 30mila nell’anno (1.2%) e 10mila abituali (0.4%). La maggior parte inizia a fare uso di sostanze tra i 15 e i 17 anni, ma quasi sempre un terzo indica l’inizio a un’età ancora più precoce. Per quanto riguarda il poliabuso, il 7.4% dei ragazzi nel 2023 ha sperimentato più di una sostanza, esponendosi a maggiori comportamenti “a rischio” (reati, alcolismo, fumo).
ALTRE SOSTANZE Se si passa dal versante illegale e a quello legale, sono 1.2 milioni i giovani che hanno fumato almeno una sigaretta, metà del totale, il 39% nell’ultimo anno, il 19% (480mila) almeno una al giorno, il 57% prima di aver compiuto 14 anni. Crescono anche le sigarette senza combustione (in 480mila le hanno provate, il 19%) e delle sigarette elettroniche (il 48%, con una prevalenza superiore tra le ragazze), cosicché nel 2023 «il 59% degli studenti ha utilizzato almeno un prodotto a base di nicotina». Gli alcolici hanno una “fortuna” anche maggiore: l’81% degli under20, pari a 2 milioni di persone, ha bevuto alcol almeno una volta nella vita, il 75% (1.8 milioni) negli ultimi dodici mesi, e 140mila hanno bevuto almeno venti volte nel mese precedente l’indagine, senza contare che il 41% (1 milione) ha sperimentato almeno un’ubriacatura, il 30% nel corso dell’anno e l’1.7% almeno dieci volte nell’ultimo mese. «Se nel 2023 si osserva una leggera diminuzione rispetto alle ubriacature nell’anno e nel mese, le ubriacature frequenti registrano i valori più alti mai registrati. Quasi 710mila studenti (29%), inoltre, hanno riferito di aver consumato negli ultimi trenta giorni 5 o più bevande alcoliche in un intervallo ristretto di tempo (binge drinking)». In aggiunta si segnala l’emergere degli psicofarmaci senza prescrizione medica, soprattutto tra le ragazze (il doppio dei ragazzi). Sono 440mila quelli che vi hanno fatto ricorso nell’arco della vita (18%), 280mila nell’anno (11%), 58mila di frequente (2.3%).
Da ultimo il gaming (che interessa 400mila studenti con profilo di gioco “a rischio”) e il gioco d’azzardo, sperimentato dal 59% degli studenti, di cui 1.3 milioni (53%) nell’anno dell’indagine: “Gratta&Vinci” (74%), scommesse (35%), poker e affini (28%) i più gettonati, cosicché il 6.1% dei giovani ha un profilo di gioco “a rischio” e il 4.8% “problematico”.
ADULTI Che consapevolezza hanno di questo universo gli adulti? La ricerca “Famiglie e prevenzione”, un progetto pilota su Roma, segnala che «la maggior parte dei genitori ritiene che i propri figli non abbiano utilizzato nessuna delle sostanze indagate», una percezione in contrasto con i dati, e si denota un atteggiamento più permissivo verso alcol e cannabinoidi (la metà ritiene che «il consumo vada contestualizzato prima di essere giudicato») e verso il tabacco e le sigarette elettroniche (ammissibili per il 40%), mentre il 90% reputa «intollerabile» il consumo di altre sostanze illegali. Posti di fronte a un figlio che ne fa uso, «la maggior parte dei genitori ricorrerebbe prevalentemente ad attività di informazione e coinvolgimento familiare» con un misto di vicinanza e fermezza, controllando le amicizie, aumentando il coinvolgimento in attività familiari, riducendo la disponibilità di denaro. I genitori si dichiarano informati – tramite tv e radio – ma solo la metà è a conoscenza delle strutture sanitarie e sociosanitarie di riferimento, i SerD sono noti al 40%.
Giuseppe Del Signore