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Sanità, lavoro, sicurezza. Secondo la rilevazione de L’Araldo sono questi i tre argomenti che stanno più a cuore ai giovani lomellini. La seconda edizione del sondaggio “Giovani fuori” conferma l’importanza dell’occupazione per gli under35, ma pone accanto nuove priorità e vede una buona fetta di ragazze e ragazzi “attivi”.
IL CAMPIONE L’indagine ha coinvolto 73 persone tra i 15 e i 34 anni, il 46.6% tra i 18 e i 22, il 28.8% tra i 23 e i 28, perlopiù donne (54.8%) e italiani (94.5%). La maggior parte sono studenti (alle superiori il 38.4%, universitari il 23.3%), quindi dipendenti (31.5%), con un solo Neet. Si tratta di un gruppo che non ha valore statistico perché la dimensione esigua non consente di cogliere tendenze, ma che offre una chiave di lettura di come i giovani in Lomellina percepiscono il mondo. E’ la seconda volta che il settimanale propone questo report, nel 2023 alla survey parteciparono 151 under35, e questo consente di cogliere alcuni elementi di continuità e discontinuità.
I TEMI In questa edizione a essere ritenuta più importante è la sanità, fondamentale per il 61.6% degli intervistati, un dato tanto interessante in una fascia di popolazione in cui sono minori le preoccupazioni legate alla salute. Al secondo posto il lavoro (54.8%), come dimostra anche la rilevanza assegnata a giustizia sociale (45.2%), indipendenza economica (45.2%) e salario minimo (37%) rispetto al reddito di cittadinanza (9.6%). Quindi i diritti civili (49.3%), mentre la pace (34.2%) e la lotta alle discriminazioni (31.5%) sono già argomenti meno sentiti. Ancora di meno autonomia regionale e premierato (9.6%), la cittadinanza ai cittadini stranieri nati in Italia (23.3%) e la legalizzazione degli stupefacenti (15.1%). Spicca la frenata del cambiamento climatico, che dal terzo posto al mezzo.
PRIORITA’ Se poi si tratta di indicare una gerarchia, lavoro e sicurezza economica sono al primo posto per il 31.5% dei rispondenti e non c’è altro ambito che regga il confronto (primato anche nella rilevazione 2023), mentre quello considerato meno rilevante è la rivoluzione tecnologica, all’ultimo posto per il 39.7%. Anche per le preoccupazioni non ci si sposta dall’ambito dell’incertezza lavorativa ed economica: dichiara di essere preoccupato “moltissimo” dal rischio di non avere un reddito adeguato il 52.1% e da quello di essere povero il 50.7% degli intervistati, così come di non trovare lavoro il 41.1%. Segue la sicurezza, col 46.6% che teme di girare da solo di sera e il 42.5% che ha una grande preoccupazione rispetto alla violenza di genere. Suscitano meno paura la guerra (più quella tra Israele e Hamas che quella in Ucraina), l’immigrazione clandestina, l’essere a contatto con la diversità (per nulla nell’83.6% dei casi), non avere una famiglia presto. Nel 2023 l’ambito lavorativo aveva la medesima supremazia, ma subito dopo venivano inquinamento e siccità.
PARTECIPAZIONE Analizzando l’attivismo invece emerge che il 28.8% è iscritto ad almeno a un’associazione o gruppo che frequenta abitualmente (era il 48.4%) e che il 24.6% fa volontariato ogni settimana o almeno una volta al mese; al contempo il 32.9% non ha mai partecipato a manifestazioni o proteste né è interessato a farlo e solo il 6.8% lo ha fatto negli ultimi dodici mesi, soprattutto relative al cambiamento climatico (4.1%). Prevale dunque un disimpegno rispetto alla partecipazione attiva alla vita pubblica, che si evidenzia anche nella percezione della condizione dei giovani in Italia: inascoltati per il 64.4% del totale (era il 70.9%) e incapaci di trovare uno spazio per esprimersi per il 61.6% (era il 58.3%). Eppure la maggior parte ritiene che il voto incida sul futuro in misura fondamentale o molto importante (56.2% abbastanza stabile) e per questo il 41.1% ha sempre votato da quando è maggiorenne (ma un quinto, il 21.9%, non lo ha mai fatto), con un picco del 65.1% alle europee di due settimane fa. Per chi? Il 17.8% si sente vicino a Avs, il 15.1% a FdI, il 13.7% al Pd e alla Lega, uno spaccato in parte diverso da quello del 2023 (25.8% Pd, 12.6% FdI, 11.3% Avs, 9.9% Azione – Iv).
Giuseppe Del Signore