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Se non eliminare, quanto meno limitare. La condizione di silenzio assoluto non esiste in natura, ma il contenimento del rumore è possibile e ci sono strategie che si possono mettere in atto per rendere più vivibili anche Vigevano e la Lomellina dal punto di vista “sonoro”.
TERRA RUMOROSA Anche perché, se si osserva il “Geoportale” di Regione Lombardia, dei pochi comuni del territorio che hanno una mappatura acustica, quasi tutti hanno una “Classe di destinazione d’uso” di tipo III ovvero “aree di tipo misto” in cui i valori limite di emissione sono pari a 55dB di giorno (6-22) e a 45db di notte: è così a Vigevano – dove pure ci sono “isole” in classe II cioè “aree prevalentemente residenziali”, ma tutta la viabilità principale rientra nella IV “aree di intensa attività umana” – Mortara, Gambolò, Borgo San Siro, Tromello, Olevano, Zeme, Castelnovetto, Rosasco, Sartirana, Torre Beretti, Lomello, Suardi, Torre Beretti e Castellaro, mentre tutti gli altri centri non sono pervenuti. Come fare allora a contenere l’inquinamento acustico?
CASO VIGEVANO La città ducale si è posta la domanda e in agosto ha adottato un “Piano d’azione rete stradale” che da un lato delinea lo stato dell’arte, dall’altro riflette su come mitigarlo. Attualmente sono 2387 gli edifici e 19725 i residenti esposti a un rumore “medio” superiore a 55db (il dato è ricavato derivandolo dai livelli in facciata di giorno, di sera, di notte), mentre 869 e 8878 si confrontano con più di 65dB ogni giorno; vuol dire che il 14.2% dei vigevanesi è esposto a un valore ben al di sopra della soglia prevista dall’Ue. A fronte di questo l’intervento proposto dagli estensori del Piano – Phoneco srl – e fatto proprio dall’amministrazione non pare sufficiente: realizzare piste ciclabili in viale Industria, corso Milano, corso Pavia, viale Leopardi, corso Brodolini – Di Vittorio – Argentina, via La Marmora per ottenere «una riduzione del traffico sugli assi stradali oggetto del Piano di azione pari al 5%». Con un investimento stimato di 500mila euro per i soli corso Milano, corso Brodolini – Di Vittorio – Argentina, viale Leopardi.
I vigevanesi esposti ad “alto disturbo del sonno”, oggi 1451, scenderebbero a 1415, quelli esposti a “elevato fastidio”, da 4112 a 3994.
SOLUZIONI Il problema non sono le ciclabili in sé, che sono uno dei principali tipi di intervento proposti anche a livello comunitario, ma l’assenza di una strategia complessiva. Nulla dice il Piano ad esempio sulla definizione di “zone silenziose”, che «all’interno del territorio comunale non esistono» o su altri assi d’intervento che si sarebbero potuti prendere in esame e che costituiscono possibili azioni di mitigazione, valide sia per una città come Vigevano sia per centri più piccoli come il resto della Lomellina. Le misure adottate per ridurre i livelli di rumore nelle includono la sostituzione di strade con asfalto più liscio o addirittura fonoassorbente, una migliore gestione del traffico e l’abbassamento dei limiti di velocità. Le “zone 30” sono in questo senso giocano un ruolo importante. Altre iniziative riguardano la piantumazione di alberi lungo le strade, ma ci sono anche progetti volti a mascherare il rumore del traffico ad esempio sovrapponendogli suoni più piacevoli (quali cascate artificiali). Quindi la mobilità alternativa, come l’uso della, dei veicoli elettrici (più silenziosi) e gli spostamenti a piedi, investendo sulla pedonalizzazione delle strade. Molti di questi provvedimenti si ritrovano anche nel “Piano generale del traffico urbano” adottato dal comune di Vigevano lo scorso 15 luglio, che prevede un’azione a 360° sulla viabilità.
Giuseppe Del Signore