Contenuto riservato ai sostenitori de L'Araldo
Investire nell’attività sportiva per promuoverla tra i giovani prima che l’inverno demografico si faccia sentire anche in questo ambito. Gli sport di squadra sia a livello locale sia a livello nazionale continuano a essere quelli più gettonati, ma tra i 14 e i 19 anni sta sempre più diminuendo la pratica sportiva.
IL TEMA «E’ un problema presente ancor prima del periodo pandemico e stabilirne le cause non è così semplice – riconosce Paolo Fasani, presidente del Csi Lombardia – forse perché durante il periodo adolescenziale i ragazzi e le ragazze iniziano a sentirsi più liberi di prendere determinate scelte e ciò può portarli a pensare di non doversi più impegnare in vari ambiti della loro vita, incluso lo sport. Qualunque disciplina richiede un minimo di preparazione, allenamento e di costanza. Tanti ragazzi considerano tutto questo come un ostacolo alla propria libertà e voglia di divertirsi». D’altra parte si assiste a un ritorno al desiderio di praticare sport tra i ragazzi over 25 «perché si vuole impiegare in modo costruttivo il tempo libero. Un problema che riguarderà da vicino anche lo sport nel corso dei prossimi anni è il calo demografico, il blocco delle nascite».
IN LOMELLINA Un tema che riguarda da vicino l’Oltrepò: «A Vigevano e in altri comuni lomellini si continua a fare sport anche in modo continuativo, ma se si considera l’Oltrepò pavese nel prossimo futuro si rischia di non avere più nessuno o quasi che pratichi attività sportive. Certo chiunque intenda fare sport deve anche tutelarsi, rivolgendosi a medici o specialisti. Anche andare in palestra per allenarsi significa comunque fare sport, così come correre per qualche chilometro la mattina o durante il proprio tempo libero». Calcio, basket e pallavolo, sia a livello dilettantistico sia professionistico, continuano a essere le discipline più praticate, ma «servono impianti e strutture adeguate – analizza Fasani – tenendo anche conto delle esigenze economico-sociali di ogni singolo territorio. Negli ultimi anni è cresciuta anche l’atletica e parlando di Csi si è ingrandita anche la ginnastica artistica».
IMPORTANZA Investire nello sport riconoscendone l’importanza sociale e formativa è un obiettivo da perseguire anche secondo Oscar Campari, presidente del Pool Vigevano Sport e consigliere nazionale della Federazione Italiana di Atletica Leggera: «Bisogna convincere i ragazzi che praticano sport fino ai 14 o 15 anni a continuare a farlo, perché è una componente educativa importante nel corso del loro percorso di crescita».
A Vigevano tutte le società a livello di iscritti e di adesioni hanno buoni numeri, sebbene si possa sempre fare meglio. Guardando il territorio lomellino le prospettive mi sembrano buone.
A VIGEVANO Nella città ducale in particolare calcio, basket e atletica si confermano le discipline più in crescita e diffuse tra i ragazzi: «Penso sia normale visti anche i risultati che stanno portando a livello nazionale. Il movimento dell’atletica è in crescita grazie al lavoro che è stato svolto e portato avanti prima e dopo i Giochi Olimpici di Tokyo. I risultati conseguiti nelle ultime Olimpiadi hanno contribuito ad aumentare l’interesse dei giovani per l’atletica». Cosa va migliorato? «Sono da potenziare le ore di attività fisica nelle scuole. A Vigevano nelle scuole primarie con il Pool Vigevano si pratica attività motoria, però non basta mai. Bisognare fare in modo di non fare solo due ore settimanali. Ai ragazzi ne servono di più. Soprattutto gli allenatori devono far capire loro che praticare sport richiede anche impegno e sacrifici».
«L’oratorio dice ancora la sua»
L’oratorio continua a essere un punto di riferimento importante per lo sport e i ragazzi: l’importante è trovare chi aiuti a tenerlo aperto. Tra spazi fisici per l’attività fisica che non si trovano, se non a pagamento, e spazi virtuali (forse di conseguenza) sempre più frequentati da giovani e giovanissimi, «io penso che l’oratorio possa ancora dire la sua».
MELTING POT Ne è convinto don Antonio Mercuri, direttore del Servizio per la pastorale giovanile e gli oratori, lo sport e il tempo libero: «L’oratorio offre ancora spazi dove giocare liberamente e i giovani, quando sanno che questi posti ci sono, arrivano. Il problema nella nostra Diocesi semmai è trovare qualche volontario in più che aiuti a tenere aperte le strutture e vi dedichi il loro tempo». Sport e parrocchia sono un binomio che amplifica i rapporti umani e sociali tipici dell’attività fisica di gruppo:
L’oratorio mantiene uno stretto rapporto con gli sport di qualsiasi tipo; il calcio, ma anche la pallacanestro, il volley… anche perché sono soprattutto gli sport di squadra che permettono di rapportarsi con gli altri, una dinamica importante soprattutto per gli adolescenti.
In tutto questo, un ambiente all’ombra di un campanile consente ai giovani atleti, ma anche alle società e ai genitori, di instaurare un proficuo scambio di esperienze e valori differenti: un “melting pot valoriale” che aiuta tutti a crescere. «Dal punto di vista educativo, i valori cristiani incontrano quelli derivanti dallo sport, generando qualcosa di positivo – prosegue Mercuri – l’oratorio rimane un ambiente dal grande potenziale. Certo, poi bisogna trovare il modo di andare tutti d’accordo, ognuno con le proprie esigenze, ma il dialogo che s’instaura è spesso positivo».
Ev, Af.