Lo sport come strumento per superare ogni barriera. Dallo sci, al calcio, al nuoto fino a arrivare al tennis che gli ha consentito di salire sul gradino più alto del podio nel doppio ai mondiali per atleti con sindrome di down tenutisi lo scorso fine settimana ad Annecy, in Francia. Il vigevanese Gabriele Vietti, tesserato per l’Ahs Novara è medaglia d’oro insieme a Emanuele Bezzi nel doppio di classe II2: in finale hanno avuto la meglio sugli australiani Timothy Gould e Aman Ramadani per 41-40. Quella per il tennis è una passione che “Lele” Vietti è una passione che coltiva da anni, da quando
avevo 10 anni – racconta – ho praticato anche altre discipline ma è il tennis quella che mi ha colpito maggiormente.
MEDAGLIA D’ORO Quella francese non è stata la prima esperienza d’alto livello con in mano una racchetta. Nel 2016 Vietti riuscì a conquistare la medaglia d’oro nel singolare ai Trisome Games di Firenze. A 8 anni di distanza da allora un’altra grande emozione per lui: «E’ stata una bellissima esperienza, nonostante il clima non sia stato dei migliori. Volevo smettere ma la nazionale mi ha convinto a prendere parte al mondiale per fare la squadra di doppio. Giocavamo due partite al giorno. Ora mi concederò un po’ di riposo ma posso ritenermi soddisfatto dei risultati che ho conseguito finora. Grazie allo sport ho avuto modo di girare il mondo e di entrare in contatto con tante realtà».
TANTE PASSIONI Il tennis non è certo l’unica passione di Vietti, che a Vigevano si è fatto conoscere e apprezzare grazie al suo impegno in altre attività: «Sono andato anche in canoa e ho giocato a ping pong, altro sport che apprezzo moltissimo. Lo sport mi ha aiutato molto e spero che tanti ragazzi abbiano modo come me di fare esperienza nel tennis o nelle discipline che preferiscono». Sport ma non solo, visto che alla lista degli interessi del neo campione del mondo di doppio si possono aggiungere dolci e musica: Vietti si è fatto conoscere anche all’interno della cooperativa “Il cerchio”. «Facciamo laboratori, stiamo portando avanti un progetto di canto. Lavoro nella gelateria “Dolcepositivo” e mi trovo molto bene. Posso affermare e ribadire che durante l’arco delle giornate ho spesso e volentieri tempo e modo di tenermi impegnato». Un atleta che non ha mai perso la voglia di sorridere e di guardare sempre avanti, anche grazie «al sostegno dei miei parenti, dei miei amici e in generale delle persone che hanno sempre creduto in me.I miei risultati li dedico a loro».
Edoardo Varese