Una bonifica all’impianto Eni Est di Ferrera Erbognone. È l’intervento che la raffineria di Sannazzaro sta eseguendo in questi giorni in seguito a un’ordinanza del settore Tutela ambientale della Provincia di Pavia, dopo la scoperta nelle acque sotterranee della struttura di quantità di triclorometano (cloroformio) superiori ai parametri consentiti dalla legge.
PARAMETRI SFORATI Era stato lo stesso gruppo Eni, nel 2023, a comunicare il superamento dei livelli per questa sostanza, che – fissati in 0.15 milligrammi per litro – risultavano concentrai in 0,199 grammi per litro. Da qui un aggiornamento del piano di caratterizzazione approvato dal Comune di Ferrera poco più di un anno fa, e una serie di monitoraggi effettuati da maggio a giugno 2024 che avevano evidenziato la situazione attuale. Il sindaco Riccardo Freddi, che nei giorni scorsi ha partecipato a un’apposita conferenza dei servizi, tuttavia, sembra tranquillo:
E’ uno sforamento minimo della soglia, e per la popolazione di Ferrera non c’è pericolo, dato che l’impianto Eni è distante 4 chilometri dall’acquedotto cittadino. La bonifica è in corso e l’ufficio tecnico comunale monitorerà il tutto.
GLI AMBIENTALISTI Ma gli ambientalisti non nascondono un mix di scetticismo e rassegnazione: «Abbiamo sempre denunciato queste situazioni di rischio – commenta Alda La Rosa, presidente dell’associazione “Futuro sostenibile in Lomellina” – ma non abbiamo ancora ricevuto il rapporto Arpa, più volte richiesto, sull’incendio del 1° dicembre 2016 all’Eni Est, in seguito a cui, secondo diversi esperti da noi interpellati, è possibile che si siano depositate sostanze nocive nell’atmosfera, nell’acqua e nei terreni. I sindaci della Lomellina devono insistere per richiedere uno studio epidemiologico sul territorio, perché hanno la responsabilità della salute per i loro cittadini: bisogna fare pr evenzione e avere una visione etica della produttività e dell’economia. Vorrei sapere qual è la sostenibilità di cui parlano certe aziende, di fronte all’incremento dei tumori nella provincia di Pavia. Siamo di fronte al pericolo di un annientamento della specie umana a causa degli interessi di pochi. La gente è sfiduciata e ha tutte le ragioni per esserlo».
Davide Zardo