Un abbraccio lungo 50 anni, che parte da Osio Sopra, alle porte di Bergamo, e stringe forte anche l’altra famiglia, quella della città ducale. Approfittando delle celebrazioni per la ricorrenza di San Francesco, la comunità del GiFra di Vigevano lo scorso fine settimana ha celebrato i 50 anni di vita sacerdotale di padre Ringo e padre John. Una vita, la loro (fratelli di sangue e di fede) spesa in gran parte tra le mura del convento di corso Genova e, soprattutto, in mezzo alla gente costruendo, da quel nucleo di giovani di 40 anni fa, l’associazione GiFra e tutto quel mondo che gli ruota attorno. La sfilza di iniziative (tenutosi in tono minore, con posti contigentati e senza il “tradizionale” rinfresco in associazione a causa del Covid) è stata inaugurata sabato sera con la proiezione, in chiesa e in diretta Facebook, del video “In poche parole… sono passati 50 anni”, con immagini e ricordi di mezzo secolo di vita sacerdotale.
Sempre in chiesa domenica 4 ottobre si sono celebrate le due Sante Messe, la prima (alle 10.30) con John e Ringo assieme al ministro provinciale padre Michele Mottura e la seconda, alle 11.30, presieduta dal Vescovo Maurizio Gervasoni. Il pensiero dei due frati cappuccini, in queste occasioni, è andato sempre alla propria comunità:
«Il mio pensiero va a tutti i bambini che non potendo essere presenti a questa Messa la stanno seguendo in streaming»
ha annunciato padre John dopo la celebrazione delle 10.30, tradizionalmente riservata ai piccoli alunni del catechismo: «Li saluto caramente, sento la loro mancanza, speriamo che questo periodo passi presto».
«Gli anniversari sono giorni della memoria – ha detto invece Ringo – il primo grazie che voglio dire è al buon Dio. Il secondo grazie è per i nostri genitori: papà Angelo, che lavorava agli altiforni della Dalmine e poi muratore volontario per il parroco, e mamma Caterina, madre di 11 figli. Il terzo grazie a mio fratello John: di lui non si può dire niente e si può dire tutto. Il quarto grazie è ancora al buon Dio per i frati, che mi vogliono tanto bene. Il quinto grazie è al GiFra, terra del mio apostolato: quanto lavoro, quanto entusiasmo, quanto amore.
Tutto questo mondo fatto da persone, lutti, problemi, tristezze, gioie, malattie: tutto questo ha disegnato nel mio cuore una mappa. E io sono fatto per questa storia e tutta questa gente.
Questo è un grazie che adesso diventa preghiera. Grazie perché sappiamo che ci volete bene, ma anche noi ve ne vogliamo». Ultimo atto della giornata dedicata ai due francescani, l’inaugurazione con benedizione alle ore 14.30 della nuova statua della Madonna nel chiostro del convento: cerimonia alla quale ha preso parte nuovamente anche il Vescovo Maurizio Gervasoni.
Alessio Facciolo