Calma piatta. La vice sindaco Marzia Segù va avanti con la sua attività di “capo giunta”, il sindaco Andrea Ceffa tiene duro e non si dimette, le opposizioni si preparano a scatenarsi, chiedendo le dimissioni del sindaco e, nel frattempo, l’attività amministrative procede. La domanda è sempre la stessa: fino a quando durerà? Difficile dirlo.
Si sa, la spada di Damocle è sempre in agguato. Sicuramente, chi amministra non lo fa con serenità e tranquillità. Per il momento, si guarda con trepidazione al prossimo consiglio comunale. C’è chi indica una possibile convocazione oltre la prima metà di febbraio ma, per il momento, non c’è nulla di certo. Il momento è caratterizzato dalla classica situazione di stallo. Il fatto di stare tra “color che stan sospesi” è diventata una condizione ormai pienamente accettata da tutti gli esponenti della maggioranza. Una maggioranza allargata? La prova del nove ci sarà proprio in occasione del prossimo consiglio. Il primo atto è già avvenuto sulla votazione bilancio, che ha creato una svolta, soprattutto all’interno delle “due Forza Italia” , che hanno iniziato a parlarsi e confrontarsi, superando un blocco che sembrava invalicabile, sollecitati in modo particolare dalle segreterie regionali.
Le indiscrezioni sono tante, legate alle alchimie stile “manuale Cencelli”, dove si indicano nomi per due nuovi assessori entranti e due uscenti. Nessuno lo conferma, ovviamente, ma per molti è il frutto degli accordi predefiniti nell’ultimo vertice. C’è addirittura chi indica una super sorpresa. L’indiscrezione riguarda un nome della società civile che, nonostante la situazione di estrema precarietà tra i protagonisti della politica vigevanese, pare disposto a mettersi in gioco. Ovviamente si tratta di un rischio per certi versi calcolato, in vista anche di investimenti politici futuri. Nessuno, ovviamente è disposto a fare il nome. Tutti, compreso il vice sindaco, parlano e confermano la situazione di stallo, anche se alcuni ostacoli, che fino a poco fa parevano insormontabili, pare siano diventati quantomeno abbordabili.
Secondo Giuseppe Squillaci, capogruppo di Forza Italia Ppe, «la situazione è complicata, non bisogna arrivare alle elezioni in un clima di dispersione. Occorre cercare di capire se dare una sterzata a un certo modo di gestire le cose. Marzia Segù sta facendo il massimo, ma la situazione di Ceffa è pendente, ci sono dei passaggi da chiarire. Cerchiamo di contribuire per gestire al meglio certi temi, un esempio per tutti è l’ospedale: i soldi erano sul tavolo, ma sono andati da un’altra parte. Dobbiamo tentare un cambio d’indirizzo fino alla fine della legislatura». Un rimpasto in giunta quindi è inevitabile?
A volte si è obbligati a sostituire alcuni giocatori, ma i nomi non sono determinanti quanto un cambio di approccio alle situazioni.
Il centrodestra può ricompattarsi? «Auspico uno sforzo in questo senso, abbiamo contribuito all’approvazione del bilancio tesa ad arrivare fino alle prossime elezioni». É dunque vicina una riconciliazione con l’altra ala di Forza Italia? «Vedo uno spiraglio anche dall’altra parte, è possibile trovare dei punti su cui lavorare insieme». Una mano tesa per continuare a far vivere una giunta che, dalla celeberrima congiura di Sant’Andrea, non ha certamente attraversato un perodo facile.
Massimo Sala, Davide Zardo