L’Intervista / Alessandro Tappa e le biciclette impossibili

Alessandro, il tuo canale YouTube ti mostra alle prese con biciclette “home made” di ogni tipo: alte due metri, con ruote giganti, anche in grado di andare sull’acqua. Come ha avuto inizio la tua passione nel costruire mezzi di questo tipo?

«La prima bicicletta l’ho costruita dieci anni fa insieme a mio nonno. Era una bici che avevo usato pochissime volte. Nel 2018 ho deciso di prenderla nuovamente in mano e in piazza Ducale ho incontrato un ragazzo che mi ha informato sull’esistenza di un gruppo Facebook americano con persone che facevano vedere come costruire bici. Da quel momento ho deciso anche io di mettermi in gioco».

Le prime bici le ho realizzate senza saldatrice, tra cui una lunga 5 metri rossa. Successivamente ho acquistato la saldatrice e a mano a mano ho costruito tutte le altre.

«Nel 2021 ho comprato casa e per tre anni mi sono dedicato al mio lavoro, sono un tecnico per le apparecchiature di radiologia, e alla ristrutturazione della mia casa. Avevo poco tempo a disposizione per fare altro. Ho imparato a prendere le misure per gli infissi, ho fatto l’impianto del magazzino, partendo da zero. Per tre anni sono andato avanti così, lavoravo e controllavo che i lavori eseguiti dalla ditta che ho contattato nella mia nuova casa procedessero nel verso giusto. Questa è stata la mia routine, praticamente fino alla scorsa primavera. Lo scorso aprile ho deciso di aprire un canale YouTube per mostrare a tutti non solo biciclette, ma anche altri oggetti che ho realizzato e progettato da solo, per conto mio. A oggi mi ritengo soddisfatto dei risultati che ho raggiunto».

Qualcuno ti ha insegnato come progettare bici e altre cose o hai imparato da solo per conto tuo?

«Ho imparato completamente da solo. Le biciclette le costruisco pienamente per conto mio. Mio padre mi aiuta solo quando devo portarle in strada o in cortile per provarle, perché magari sono troppo pesanti. Ma il progetto lo faccio da solo, i disegni li creo da solo e tutta l’attività di montaggio, di costruzione la faccio sempre da solo. Certo non è uno scherzo costruire una bici, soprattutto se si hanno delle giornate piene dal punto di vista lavorativo. Io praticamente viaggio in tutta la Lombardia, a volte in Piemonte e in altre occasioni mi contattano anche dall’Emilia-Romagna. Quando ho del tempo libero cerco di impiegarlo proprio nel fai da te e nel progettare biciclette. Ho da sempre avuto una forma mentis che mi ha consentito di saper fare da solo la qualsiasi cosa e di imparare a costruire cose osservando altri. Il mio problema principale è il tempo, relativamente poco, non il non saper o il non voler fare le cose. Vero che il mio appartamento lo sta ristrutturando un’impresa, ma comunque se avessi un anno di tempo e non dovessi lavorare, potrei anche riuscire a fare da solo tutti i lavori. Ad ogni modo se si desidera portare contenuti su YouTube con la speranza che possano riscontrare partecipazione e riscontro tra gli utenti e chi naviga in rete ci vuole costanza, ci vuole impegno e soprattutto è necessario avere le idee chiare su quello che si vuole fare. Alla fine, l’idea è la base su cui si deve organizzare tutto il lavoro. Bisogna avere dimestichezza con tante cose, con gli attrezzi che si usano e bisogna sempre e comunque prestare la massima attenzione. E’ comunque un impiego che richiede molta, molta precisione e un altrettanto elevata dose di concentrazione».

Alessandro Tappa
Alessandro Tappa

Da dove e come è nata l’idea di aprire un canale tutto tuo?

«Vedevo altri youtubers che facevano tutorial su come costruire delle moto o altre cose, ma praticamente nessuno in Italia faceva del fai da te usando biciclette. A me piace costruire le bici, mi piace fare queste cose e con YouTube ho e sto avendo modo di far vedere da un lato quello che faccio, dall’altro tutto quello che c’è dietro. Un lavoro non indifferente se si considerano riprese, montaggi video e naturalmente tutti i procedimenti per costruire o biciclette o comunque altri arnesi. Solo le riprese richiedono almeno 10 ore di lavoro. Spesso la gente che mi vede in giro pensa che io le bici che uso le abbia acquistate da qualche parte o prese da negozi. Invece, quello che voglio far capire è che le creo e progetto da solo senza che nessuno mi aiuti. Se alla fine di un progetto vedo o noto che c’è qualcosa che non funziona, penso a come porre rimedio. Mi rimetto al lavoro, rivedo il progetto e cerco di trovare delle soluzioni. Mi piace fare anche questo, se i video continueranno ad avere riscontro, potrebbe anche diventare questo il mio primo lavoro. Certo non sarà una cosa così immediata, ma il fatto di essere l’unico o comunque uno dei pochi a fare questa tipologia di video in Italia potrebbe aiutarmi. Parlando di cose non legate alle biciclette, è uscito un video in cui ho illustrato come realizzare un alieno con la testa e il corpo da zombie. E’ un’idea molto particolare e singolare. Costruisco cose assurde riciclando rottami o oggetti che non servono più. Quello che faccio e i contenuti che mi premuro di portare sul canale sono essenzialmente questi. Ci vuole anche tanta pazienza, questo sì».

Hai costruito tanti mezzi particolari, ma ne ricordi uno che ha richiesto più tempo e impegno per essere portato a termine?

«Recentemente non saprei, ma diverso tempo fa ne ho costruita una usando il motore di una lavatrice. Quelle più particolari posso dire che sono quella che galleggia. E poi, anche se non è una bici, la barca con il motore di una lavatrice è sicuramente la mia miglior creazione fino a questo momento. E’ uscito un video nel quale ho spiegato nel dettaglio tutto il progetto per realizzarla, mostrando di volta in volta foto e tutto ciò che ho usato. A livello di dimensioni ho costruito una bici lunga 6 metri. Su Instagram ho pubblicato dei reel che sono andati molto bene dal punto di vista dei commenti e delle visualizzazioni. Il reel di una bici a pancia in giù che, mentre la si pedala, si ha la sensazione di volare come se si fosse dei supereroi, ha raggiunto qualcosa come 20 milioni di visualizzazioni. Un risultato che indubbiamente non mi aspettavo, anche perché è meno fantasiosa rispetto a tante altre che ho costruito. Tra l’altro per questa i colori, verde e viola, li ho decisi sul momento, senza pensare a un secondo fine. Tutti i commenti mi hanno fatto presente di essermi ispirato a un personaggio di Evangelion: ho scoperto solo in seguito che si trattava di un anime molto famoso e conosciuto».

Questo per dire che non esiste qualcosa a cui mi ispiro quando porto avanti i miei progetti. E’ tutto frutto della mia mente, della mia immaginazione».

Hai mai avuto problemi circolando in città con questo tipo di biciclette? Qualcuno ti ha mai detto qualcosa a riguardo?

«I vigili più volte mi hanno visto e ormai sono a conoscenza del fatto che faccio queste cose. Quest’estate avevo posteggiato una bicicletta alta due metri proprio davanti all’ingresso del portone del castello. Quando sono uscito c’erano delle pattuglie che mi hanno visto mentre la provavo insieme a dei miei amici. Spesso mi capita che qualcuno mi chieda come faccio a salire su biciclette così alte e in quell’occasione ho voluto dare una piccola dimostrazione. I vigili mi hanno guardato mentre facevo il mio giro in tutta tranquillità ma di fatto non mi hanno detto nulla. La legge, comunque, sulle biciclette non è molto chiara, nel senso indica delle misure massime che devono avere per poter circolare, e in questo senso quasi tutte quelle che ho costruito vanno bene. Si potrebbe avere qualcosa da ridire su quella lunga 6 metri, ma di fatto non ho mai avuto alcun problema a riguardo. Le uso in città, in campagna, anche in compagnia di amici».

Edoardo Varese

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